Simone Bolelli si sta allenando per rientrare nel circuito con l’ennesimo comeback di una carriera segnata da tanti, troppi infortuni che non ci hanno permesso di conoscere il miglior tennis del ragazzo di Budrio. Nel 2013 un’operazione al polso lo costrinse a fermarsi per quasi 10 mesi. Al suo rientro nel circuito da numero 321 Atp vinse il challenger di Bergamo; in aprile vinse a Vercelli da numero 332 e la settimana successiva concesse il bis a Tunisi. Qualificazioni e secondo turno al Roland Garros, qualificazioni e terzo turno a Wimbledon uniti alla vittoria del challenger di Oberstaufen hanno rappresentato l’apice del 2014. Nel 2015, invece, Simone ha giocato prevalentemente a livello Atp, entrando in top 50 e chiudendo l’anno con un parziale positivo di 28 vittorie al fronte di 26 sconfitte grazie a diversi piazzamenti nei quarti di finale conditi dagli scalpi di Raonic e Berdych, primi top 10 sconfitti in carriera. Il titolo a Dubai in doppio in coppia con Andreas Seppi ha rappresentato l’unico sussulto di un 2016 tremendamente sfortunato: ad aprile a Marrakech il ginocchio sinistro, malandato da mesi, cede definitivamente.
La successiva operazione a Villa Stuart con annesso processo di riabilitazione hanno costretto Bole a ripartire da zero. Attualmente la sua classifica è attorno alla 460esima posizione, ma questo non lo spaventa perché l’importante è che il fisico risponda bene alle nuove sollecitazioni: “Il recupero sta procedendo bene, ho ripreso ad allenarmi in campo con continuità tutti i giorni senza accusare troppi fastidi; manca ancora un po’ di tono muscolare, ma la gamba sta bene”.
Il suo 2017 ripartirà dai challenger, ma il sogno è la Coppa Davis: “Tempo qualche settimana e partirò per il Sudamerica dove completerò la preparazione, sperando poi di poter disputare qualche challenger su terra battuta, anche se al momento però non sono in calendario, a differenza di quanto è avvenuto a inizio 2016. Facendo i debiti scongiuri, a febbraio credo proprio di essere pronto per la sfida di Coppa Davis in Argentina (dove potrebbe venire schierato in doppio al fianco di Fognini n.d.r.)”.
Sicuramente l’ennesimo infortunio del tennista emiliano è giunto inatteso in un momento nel quale le cose stavano finalmente funzionando. Dopo diversi anni bui nei quali navigava fra la centesima e la centocinquantesima posizione, era riuscito a riemergere tornando ai livelli che lo hanno portato ad essere il 36esimo giocatore più forte del mondo nel 2009, ma l’infortunio del 2013 lo bloccò nuovamente. Quello del 2016 poteva rappresentare la mazzata definitiva per molti, ma non per Simone che a 31 anni ci riprova, come dichiara al sito Fit:
“I mesi di inattività non sono certo piacevoli, anche perché ti mancano la competizione e la partita. Ci si deve armare di pazienza e non affrettare i tempi per evitare il rischio di complicazioni o ricadute. Tuttavia ho approfittato della lontananza dal circuito anche per risolvere un problemino alla spalla. E dal punto di vista tecnico sto lavorando sul rovescio, su come cambiare la rotazione della palla, e sto provando a rendere il mio tennis più aggressivo. Ora sono pronto a ricominciare da zero, non mi fa certo paura l’età. La mia priorità è la condizione fisica: stare bene per riuscire ad esprimere un certo tipo di gioco. Ci vorrà probabilmente un po’ di tempo ma penso che il mio tennis riemergerà. Adesso quel che conta è tornare a pieno regime perché, dopo aver perso un paio d’anni per gli infortuni, voglio giocare ad alti livelli altri 5-6”.
Superare il best ranking? Vincere finalmente un titolo Atp? Vincere la Coppa Davis? O semplicemente prendersi una rivincita contro il destino avverso? Forza Simone, la tua nuova carriera sta per cominciare.
Carlo Soldati