Flavia mamma a primavera. Fabio: “2017 straordinario” (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)
Il momento che aspettavano è arrivato. Flavia Pennetta e Fabio Fognini diventeranno genitori in primavera. La notizia era nell’aria da un po’ e Flavia, che avevamo sentito pochi giorni fa, non aveva smentito la gravidanza. La coppia d’oro del tennis italiano ha però deciso di affidare l’annuncio ufficiale della futura nascita in esclusiva al settimanale «Chi», quindi la notizia é rimasta riservata ancora qualche giorno. La Pennetta ha 34 anni e da tempo cullava il sogno di creare ‘una famiglia con il suo Fabio. I due si sono sposati quest’anno a Ostuni, 1’11 giugno, e da poco con rispettive dichiarazioni d’amore hanno festeggiato il «mezzoversario» ovvero i sei mesi di matrimonio. Lui con un romantico «6 months of us» a corredo di una foto delle nozze e lei con un altrettanto sdolcinato cinguettio «Più di ieri meno di domani». Insomma, l’aria in casa Fognini-Pennetta é carica d’amore, come in ogni famiglia in attesa di allargarsi. «Sì, sono incinta al quarto mese» ha rivelato la brindisina campionessa dello Us Open 2015 al settimanale di gossip, lo stesso che aveva pubblicato il reportage sulle nozze da favola celebrate nella Cittá bianca.
Flavia e Fabio sono a Miami da qualche settimana. Fognini si sta preparando per la prossima stagione, che partirà a gennaio dall’Australia. Tanta preparazione fisica insieme al nuovo coach, l’argentino Franco Davin, con cui ha iniziato a lavorare appena da un paio di settimane proprio in Florida: «Non so se ci arriva alla fine della preparazione — scherzava Flavia al telefono — non l’ho mai visto faticare tanto. Però ha tanto entusiasmo e motivazione quindi affronta tutto con grande carica». Ora sappiamo che il supplemento di energia arriva dal piccolo Fognini in arrivo. Lo stesso Fabio aveva detto «II 2017 sarà un anno sicuramente straordinario anche fuori dal campo» lasciando intendere che il progetto genitoriale era già stato avviato. Insomma, i ragazzi avevano lasciato in giro un po’ di indizi di cui si attendeva solo la prova definitiva.
Si conoscevano da una vita, i due, amici del cuore per anni, poi un giorno l’amicizia é diventata amore, e la coppia più bella del tennis azzurro é uscita allo scoperto a marzo del 2014, con una foto su twitter di loro sul letto dopo la vittoria di Flavia a Indian Wells. Poi una crescendo di emozioni, la vittoria del primo Slam in carriera per Flavia e l’immediato ritiro per dedicarsi al progetto per lei più importante (…)
———————————————
Lorenzi: “Solo nei sogni un anno così” (Mario Viggiani, Corriere dello Sport)
L’anno perfetto, in campo e fuori, per Paolo Lorenzi: primo trionfo in un torneo Atp, prima partecipazione a un’Olimpiade, per la prima volta numero 1 italiano. E sabato il matrimonio, nella sua Siena, dopo che oggi il tassametro anagrafico segnerà 35. Quasi non ci si crede, a raccontarlo.
«Davvero! Non potevo immaginare tutto questo e tutto insieme (ovviamente parla dell’attività agonistica: con Elisa, le nozze arrivano dopo sei anni di fidanzamento – ndr)».
I Top Ten: «Ancora devo batterne uno, però lavoro per riuscirci A loro magari ruberei il servizio» La famiglia «Papà ancora paga le tasse di iscrizione ma sarà dura che io finisca l’università»
Due tifose speciali: «Suor Gina è un’ex tennista, anche nonna Fernanda si fa sentire dopo ogni vittoria. Ogni cosa è andata meglio del previsto, con questa serie pazzesca di concomitanze. Gli obiettivi ovviamente erano il primo torneo Atp e il torneo olimpico a Rio, dopo che mi era sfuggito quello di Londra 2012. La posizione di classifica è stata solo una conseguenza di quello che sono riuscito a ottenere da inizio a fine anno».
E per la prima volta c’è stato anche un terzo turno in uno Slam, agli US Open. «Avevo fatto fatica nei primi tre Slam, sempre sconfitto nel match di esordio. E invece a New York sono riuscito finalmente a far meglio (con le vittorie su Berlocq e Simon, prima di arrendersi a Murray dopo averlo portato al quarto set in una partita tiratissima – ndr)».
Peccato solo per il mancato scudetto a squadre con Forte dei Marmi, nello scorso week-end. «Ci abbiamo provato, bravi quelli del Park Genova».
Il primo torneo Atp conquistato a Kitzbuhel. E prima sette Challenger in altura. «Io non sono un giocatore dai colpi risolutivi, dai tanti vincenti. L’altitudine invece mi aiuta a far viaggiare la palla più veloce e così sfrutto il buon controllo del gioco e il numero limitato di errori».
Sei stato numero 35, dopo gli US Open, e chiudi l’anno da 40 del mondo. Il bilancio con i Top Ten è però ancora del tutto negativo: sempre sconfitto in 16 tentativi. «Per avvicinarsi al loro rendimento, serve salire ancora di livello. E per batterli anche una loro giornata non particolarmente buona… Quest’anno ho giocato molto bene contro Murray a New York e poi contro Nishikori a Basilea».
Cosa ruberesti, a qualcuno di loro? «Il servizio: il mio è migliorato, ma non quanto servirebbe per fare la differenza».
Dopo l’avventura olimpica a Rio, sei andato a Cordenons a giocare un challenger. «Decisione presa con il mio staff: meglio disputare un torneo che allenarmi, per preparare gli US Open. Scelte come questa possono sembrare particolari, talvolta azzardate, ma sono quelle che mi hanno portato dove sono».
L’Olimpiade di Tokyo 2020 sarà la tua ultima fermata? «Mi piacerebbe che fosse così. Manca ancora tanto tempo e ovviamente per allora spero di avere ancora una classifica che mi consenta di esserci».
Hanno futuro, i tennisti italiani che sono dietro te, Fognini e Seppi? «Napolitano e Donati stanno crescendo, come pure Giannessi, Gaio, Sonego, Mager: non mi stupirei di trovarli nei primi cento, alla fine del prossimo anno».
I tuoi genitori hanno sempre supportato le tue scelte, la tua carriera. Anche quando sono stati messi da parte gli esami a medicina.. «Una volta, era il 1999, mamma Marina è stata con me per ventisette giorni in Bulgaria… Papà Marco non si arrende e paga ancora regolarmente le tasse di iscrizione all’università, ma adesso è davvero difficile che io possa riprendere gli studi».
Ti sei dato al tennis sulle tracce di Bruno, tuo fratello maggiore. Giocate ancora qualche volta insieme? «Di solito accade quando mi raggiunge per un torneo, cerca di farlo almeno una volta l’anno: in quel caso il primo allenamento lo faccio con lui. Però mi sa che devo cambiare questa abitudine, a Wimbledon: sono due volte che mi alleno con lui ed esco subito (…)