Squadra che vince? Un po’ si cambia, per vincere qualcosa di più grosso. Dev’essere questa la “variazione sul tema” di Milos Raonic, che ha appena chiuso un 2016 d’altissimo livello con la prima finale Slam, il best ranking di numero 3 ATP e, al contempo, la separazione da chi lo ha sospinto fin lassù alle spalle di Djokovic e Murray. Poche settimane fa è infatti arrivata la notizia della conclusione del rapporto, durato undici mesi, tra il canadese e Carlos Moya, immediatamente assoldato da zio Toni Nadal per riportare ai suoi livelli il nipote. A Moya – e a Riccardo Piatti, che continuerà a capitanare il gruppo anche nel 2017 – si era affiancato lo “stagionale” John McEnroe, convocato in origine per il solo periodo su erba e rispuntato poi fuori anche alle ATP Finals.
Erbivoro come Mac è anche il nuovo membro della squadra di Milos, ovvero Richard Krajicek. La sua aggiunta fornisce una ulteriore chiara indicazione su quale sia il percorso tecnico e tattico che Raonic e Piatti hanno intrapreso, e quali i loro obiettivi. Krajicek, campione di Wimbledon nel 1996, ha lavorato brevemente con Stan Wawrinka a ridosso dell’ultimo Wimbledon – con risultati deludenti – ma la sua esperienza come coach è pressoché nulla. La sua consulenza potrà indubbiamente rivelarsi importante, in ogni caso, nella ricerca di quel quid necessario a trasformare in vittorie le finali e i match persi sul filo del rasoio. Sempre che lui e McEnroe si sommino, invece di annullarsi.