Andy Murray, da n.1, fa il suo esordio stagionale nel tabellone di Doha. Un esordio che, sebbene avesse i favori del pronostico, poteva presentare più difficoltà del previsto vista la carriera del suo avversario, Jeremy Chardy. Così non è stato, Murray ha mostrato subito a tutti di essere in ottimo stato di forma, spazzando via in parte i dubbi che parevano averlo attanagliato durante l’esibizione di Abu Dhabi. La partita sembra fin da subito indirizzata su di un unico binario, Chardy fatica ogni volta che lo scambio si allunga, non riuscendo a coprire tutti i metri che Murray percorre con facilità; il risultato è un 6-0 netto e rapido con Chardy – solo sette punti messi a referto – che si condanna con una serie incredibile di errori. Il secondo set è molto più equilibrato del primo, col francese che trova progressivamente il campo col suo dritto, un pessimo cliente da gestire perfino per Murray; si arriva così all’ottavo gioco, è il momento più intenso di tutto il match, ogni punto è più bello dell’altro, Chardy rischia di cedere ma riesce a mantenere i nervi saldi annullando una palla break e salendo sul 4-4. Il tie-break regala gli ultimi sussulti di una partita in cui Murray non ha mai realmente perso il controllo, mantenendo le giuste distanze e senza strafare. Al prossimo turno ci sarà Gerald Melzer, sulla strada che potrebbe condurre alla prima resa dei conti della stagione tra lui e Novak Djokovic.
Poco poteva invece Alessandro Giannessi contro Tomas Berdych, terza teste di serie. L‘azzurro cercava oggi la sua quinta vittoria in un torneo Atp. La sorte non gli è stata certo amica, affrontare Berdych e sperare di uscirne vincitori non è cosa di tutti i giorni, ma la grinta che ‘Gianna’ ci ha fatto vedere negli ultimi mesi, in cui è arrivata la prima vittoria negli Slam, allo Us Open, e le numerose soddisfazioni raccolte a livello Challenger, è un bel segnale del ritorno tra i migliori del ventiseienne di La Spezia, che oltretutto vincendo oggi avrebbe migliorato il suo best ranking di n.126 raggiunto nel lontano 2012. Il match che ci si è presentato è stato a tratti molto godibile, sia Berdych che Giannessi sono riusciti a dare vita a scambi di pregevole fattura, con colpi d’alta scuola, nonostante tra i due ci sia una notevole differenza quanto a pesantezza di palla. Il primo set meglio rappresenta quanto detto, e molto è merito dell’italiano che è bravo a non sfidare troppo il ceco sul piano del ritmo, cercando specie col rovescio tagliato di non dare tempo al suo avversario per colpire da fermo. Berdych dal canto suo sa di godere di una certa superiorità, anche dal punto di vista tecnico, e vorrebbe ‘spaccare’ la pallina tirando da fondo con entrambi i fondamentali; è una soluzione che trova spesso e volentieri, ma nel primo parziale Giannessi riesce, anche grazie al servizio che spesso lo ha aiutato, a limitare i danni nonostante due palle break concesse. Il tie-break perso a uno evidenzia tutte le difficoltà incontrate fin lì dall’italiano che dopo sei game non ne ha più per rispondere alle bordate del ceco. E così come si è chiuso il primo set, così si apre anche il secondo. I break arrivano puntuali nel terzo e nel quinto gioco, Giannessi perde via via gli angoli rifugiandosi in traiettorie centrali che favoriscono il martellamento di Berdych che non commette più errori, segnando l’epilogo dell’avventura di Giannessi a Doha. Ora per Berdych al prossimo turno il derby ceco contro Vesely.
Sullo stesso campo erano precedentemente scesi in campo il russo Karen Khachanov e il francese Jo-Wilfried Tsonga. Il russo aveva di fronte a sé una sfida tutt’altro che complicata, la wild card locale Zayd, n. 1277 del ranking ha potuto fare davvero molto poco di fronte alla palla più pesante del suo avversario. Cinquantasette minuti sono stati sufficienti a Khachanov per avere la meglio; dopo un primo set senza appello, nel secondo il russo si è potuto permettere di scherzare un po di più con la palla, permettendo al qatariota di raccogliere anche qualche bel punto richiamando quà e là gli applausi del (poco) pubblico presente. Khachanov non ha però mai perso il controllo chiudendo con concentrazione l’incontro.
Discorso simile sembrava palesarsi anche per Tsonga, anche se per lui la sfida era potenzialmente molto più pericolosa. Andrey Kuznetsov è certamente giocatore da tenere d’occhio e oggi l’ha dimostrato. Il primo set riporta dunque al match precedente, Tsonga è un fiume in piena, i suoi colpi escono dalla racchetta fluidi e potenti facendo correre il povero russo da una parte all’altra del campo, senza che questi riesca ad opporsi. Invero Kuznetsov nel primo parziale non entra in partita commettendo tanti errori e con bassissime percentuali al servizio. Tsonga commette però il grave errore di credere che la partita sia già finita, cominciando anche lui a scherzare in maniera eccessiva non approfittando della confusione in cui versa il russo che, fin lì inesistente in risposta, sul 5-4 riesce ad ottenere la prima palla break su cui il francese cede di schianto, un set pari e tutto da rifare. Kuznetsov però non è visibilmente in giornata e nel terzo parziale dà fondo alle ultime riserve vincendo due game prima di arrendersi a Tsonga, che vince il primo match del suo 2017.
Sugli altri campi da segnalare le vittorie della sesta e della settima teste di serie, rispettivamente Ivo Karlovic e Philipp Kohlschereiber. Per il croato è stato un match ‘tipico’, due tie-break hanno deciso l’incontro contro l’ucraino Marchenko che non ha sfruttato l’unica palla break dell’incontro, soccombendo alfine ai colpi ben piazzati del ‘Gigante di Zagabria’. Più complicato il compito del tedesco, che dopo un primo set dominato ha dovuto faticare nel secondo recuperando anche un break di svantaggio al tunisino Jaziri.
Risultati:
[1] A. Murray b. J. Chardy 6-0 7-6(2)
K. Khachanov b. [WC] M. S. Zayd 6-1 6-3
[5] J.W. Tsonga b. A. Kuznetsov 6-1 4-6 6-2
[7] P. Kohlschreiber b. M. Jaziri 6-2 7-6(3)
G. Melzer b. P.H. Mathieu 6-7(2) 6-3 6-2
[6] I. Karlovic b. I. Marchenko 7-6(5) 7-6(0)
[3] T. Berdych b. [Q] A. Giannessi 7-6(1) 6-2
Riccardo Sozzi