L’ATP 250 di Brisbane è giunto ai quarti di finale e nell’Arena intitolata a Pat Rafter, tra uomini e donne quest’oggi c’è un programma di tutto rispetto. Nel torneo maschile ci sono ben 6 delle prime 7 teste di serie (assente solo Pouille), dimostrando un’ottima preparazione durante la off-season, e per alcuni di loro quello odierno è il primo test importante del 2017.
Quando Nadal e Raonic scendono in campo, a Brisbane inizia a calare la sera, mentre in Italia il sole cerca di farsi spazio tra un acquazzone e una nevicata. In Australia, nonostante siano le 19:00, le temperature sono abbondantemente sopra i 25 gradi e in effetti dei 3 minuti di riscaldamento non ce ne sarebbe neanche bisogno.
Milos non parte benissimo, con 9 errori gratuiti nei primi 5 game il break era inevitabile, e tant’è: Nadal passa in vantaggio. I problemi di Raonic non sono al servizio dove ha buone percentuali, bensì durante gli scambi; lo spagnolo riesce sempre in qualche modo a rispondere e a quel punto è lui ad essere più aggressivo e a far male con il dritto. Nadal, sempre più fiducioso dei suoi colpi, non ha interesse nell’allungare gli scambi e cerca di chiuderli nelle fasi iniziali, spesso con successo. Al canadese capita un altro momento di appannaggio sul 5-3 quando, con tre doppi falli consecutivi manda Rafa a set point, anche se poi si salva ritrovando un ace e qualche bel colpo da fondo. Il primo set si chiuderà comunque subito dopo col punteggio di 6-4. Nel secondo set le cose non sembravano mettersi bene per la testa di serie numero 1 quando nel quinto game ha dovuto difendersi da due palle break, tuttavia una volta scampato il pericolo è riuscito finalmente ad assestarsi ed è stato Nadal ad avere problemi con la sua arma principale. Il dritto mancino ha fatto cilecca giusto il game necessario per subire un break e dare a Raonic la carica necessaria per chiudere il secondo set. Sullo slancio del risultato appena ottenuto, il set decisivo si apre con un break impeccabile di Milos che lascia partire bordate da fondo con ogni colpo. Il maiorchino appare completamente in balia del gioco dell’avversario, non riesce a trovare le contromisure adeguate e in risposta è sempre troppo lontano dalla linea di fondo (più del 90% dei colpi nel terzo set sono stati giocati da fuori dal campo). Con un pallonetto incantevole riesce a guadagnarsi una palla del contro-break nel quarto gioco, ma è solo un fuoco di paglia perché il canadese non rischierà mai niente di concreto. I turni di battuta filano via lisci da entrambe le parti fino all’inevitabile sconfitta di Nadal. Per Raonic è una grande prestazione tutta in crescendo con un finale esplosivo che gli è valsa la semifinale per il terzo anno consecutivo e la seconda vittoria ai danni di Nadal (entrambe sul duro), mentre quest’ultimo ha mostrato molte cose positive – ad esempio l’atteggiamento avuto all’inizio sia mentale che in campo – ma anche un preoccupante calo fisico nel finale.
La giornata si era aperta con la sfida fra Edmund e Wawrinka; il loro unico precedente risale a tre mesi fa a Shanghai, L’inglese, che dopodomani compirà ventidue anni, è arrivato fresco alla sfida sfruttando il ritiro di Pouille nel turno precedente, ed è lui a partire più spedito. Con il dritto è una furia e si procura delle chance concrete già al terzo game. Wawrinka non appena aumenta la pesantezza dei suoi colpi e sposta gli scambi sulla diagonale del rovescio prende il controllo del match, ma è un controllo che non è destinato a durare a lungo. Lo svizzero, preso dal nervosismo, è in palese difficoltà e spesso lui stesso a si mette nei guai con dei gratuiti. Kyle, sul 4 pari, tenta un affondo che sembra decisivo: all’ottava palla break riesce a passare in vantaggio e, andando a servire per il set, tutto fa pensare ad una sua vittoria. Tuttavia a due punti da set c’è un episodio che gli sconbussola i piani: Edmund si costruisce lo scambio con il dritto chiudendo Stan all’angolo, il quale però viene favorito dal nastro che gli regala la palla dell’immediato contro-break. Una beffa per il numero 45 del mondo che aveva faticato fino a quel momento per trovarsi in quella posizione. Il tie-break, giocato dopo un’ora di tennis, è uno show da entrambe le parti: Edmund regala vincenti su vincenti mentre Wawrinka intrattiene con i suoi soliloqui e le racchette scagliate a terra. Non c’è mai stato equilibrio. Nel secondo set invece le cose si mettono subito male per il britannico, che prima è costretto a chiedere un medical time-out per un problema al piede destro e poi subisce un break che si rivelerà decisivo. Wawrinka sembra esser tornato in carreggiata, almeno dal punto di vista mentale, e chiude agevolmente 6-4. Superate le due ore di gioco entrambi i tennisti iniziano ad accusare la stanchezza e il calore; Stan brekka l’avversario nel game inaugurale del terzo parziale, e nonostante abbia parecchie difficoltà nel tenere il vantaggio, riesce a chiudere il match con un serve-and-volley. Il pubblico australiano riserva un bell’applauso per il giovane sconfitto che ha comunque fatto un’ottima figura e ha lottato fino all’ultimo game.
La parte bassa del tabellone si completa con il match tra Nishikori e Thompson. La wild card australiana è un assiduo frequentatore di Challenger – solo nello scorso anno vanta 4 titoli – e in questo torneo ha messo a segno la vittoria più importante della carriera (quella di ieri contro Ferrer). L’impresa non si è ripetuta contro il metodico giapponese che ha tenuto le redini dell’incontro dall’inizio alla fine. Il primo set si è aperto e chiuso con un break e Thompson, venendo mandato da una parte all’altra del campo, durante gli scambi era sempre in affanno. Nel secondo parziale le cose non cambiano di molto; Nishikori continua con tranquillità il suo cammino verso la vittoria ma almeno, con l’aumentare delle discese a rete di Jordan, assistiamo a qualche punto interessante. Un’ora e un minuto sono sufficienti a Kei per vincere 6-1 6-1.
Unico quarto di finale programmato sul campo numero 1 è quello tra Thiem e Dimitrov. Il bulgaro inizia il match giocando come se fosse lui quello dalla classifica più alta e con più esperienza (cosa neanche troppo lontana dal vero) e con scioltezza tiene bene gli scambi con entrambi i colpi e passa in vantaggio di un break. Thiem, col suo nuovo look imbrillantinato, commette errori banali non da lui sull’impostazione dello scambio. Sul 5-3 con Dimitrov al servizio, il livello di gioco si alza improvvisamente, l’austriaco però continua ad alternare belle giocate a gratuiti e con un punto ben costruito da Grigor (pallacorta e passante di rovescio) si chiude il primo set. Nel secondo la testa di serie numero 7 deve fare massimo affidamento al servizio per risalire da 15-40 in due game consecutivi; Dominic ritrova indubbiamente più consistenza e nel decimo game si guadagna altre palle break che potrebbero riportare l’equilibrio nell’incontro. Anche questa volta pareva che Dimitrov si sarebbe salvato, ma non è andata così. Il match torna in parità ma questo non significa che sono finite le sorprese: il gioco di Thiem subisce una involuzione e torna a commettere errori come nel primo set, se non peggio. Con un doppio fallo regala un break in un game già vinto, e sul finale ne commetterà addirittura due consecutivi. Dimitrov raggiunge la semifinale a Brisbane per la terza volta in carriera e avrà Raonic.
Risultati:
[2] S. Wawrinka b. K. Edmund 6-7(2) 6-3 6-4
[3] K. Nishikori b. [WC] J. Thompson 6-1 6-1
[7] G. Dimitrov b. [4] D. Thiem 6-3 4-6 6-3
[1] M. Raonic b. [5] R. Nadal 4-6 6-3 6-3