dal nostro inviato a Melbourne
Innanzitutto, e come ormai di consueto, benritrovati a bordocampo. Inauguriamo la rubrica tecnica dagli Australian Open 2017 “col botto”, ovvero con l’allenamento a porte chiuse – salvo pochi selezionati rappresentanti dei media – di Roger Federer, splendidamente fotografato dal nostro Roberto Dell’Olivo, sullo show court 2 di Melbourne Park. Ci sarà poco da analizzare tecnicamente, più che altro i dettagli ormai arcinoti a tutti delle magistrali esecuzioni della “living legend” svizzera vanno semplicemente ammirati, ed è un piacere e un privilegio poterli osservare tanto da vicino. Per chi si stesse chiedendo “ma come sta davvero Roger?”, al netto delle dichiarazioni di standardizzato ottimismo rilasciate in conferenza stampa, posso solo rispondere che il campo non mente. E quello che si è divertito, oltre che allenato in campo oggi pomeriggio, è un giocatore ovviamente fortissimo, ma soprattutto allegro, voglioso e motivato come poche altre volte mi è capitato di vederlo, e l’ho visto davvero molto negli ultimi anni. Diamoci un’occhiata insieme.
Qui sopra, un allungo di dritto verso il centro del campo, da notare la proiezione verso la palla che parte dal piede destro per poi scatenarsi con il caratteristico swing a braccio disteso, contemporaneamente al passo effettuato con la gamba sinistra. A pochi millisecondi dall’impatto, Roger non tocca il terreno, a tutti gli effetti sta tirando un dritto con passo in dinamica. Coordinazione braccio-gambe da favola, occhi fissi sulla palla.
Qui sopra, subito dopo il colpo, peso affondato sul piede sinistro, occhi che per un attimo si chiudono anche se ancora rivolti verso il punto di impatto, la palla è già partita. Occhi che si riaprono per vederne la traiettoria solo alla fine dell’esecuzione, insieme all’ultimo passo di aggiustamento del piede destro, che va a riportare il giocatore frontale rispetto al campo. Da manuale.
Qui sopra, rovescio coperto lungolinea in spinta, nulla da aggiungere alle immagini, da scuola tennis classica, con il “di più” costituito dalla rotazione esterna dell’avambraccio a caricare di top-spin la palla, e ancora, come nel dritto esaminato più su, il caratteristico “vezzo” di Federer del rimanere un attimo con la testa rivolta verso il punto di impatto anche dopo che la palla è partita, con gli occhi per un infinitesimale istante socchiusi. Appoggi e trasferimento del peso magnifici.
Qui sopra, ancora un rovescio, stavolta con immediato recupero laterale a tornare verso il centro del campo, e sbracciata necessariamente trattenuta per mantenere controllo del peso e dell’equilibrio. Polso bloccatissimo, affondo potente sul piede destro, che però viene immediatamente scaricato e sollevato per velocizzare il cambio di direzione.
Qui sopra, uno slice bloccato (non un vero e proprio back), sempre perfetti peso e appoggi, molto bello il finale a destra con Roger che conclude il colpo letteralmente dando le spalle alla palla, che è partita in direzione opposta all’inerzia del giocatore proiettato alla sua sinistra (avete presente quando il maestro dice agli allievi “giratevi il più possibile per tagliare il rovescio”? Ecco). Allineamento e simmetria delle due braccia impeccabili.
Qui sopra, a sinistra il finale di uno splendido dritto aggressivo da dentro il campo, ho scelto l’immagine per far notare la pazzesca capacità di controllo del peso: siamo a fine swing, Roger ha appena mollato una catenata spaventosa a uscire, con accompagnamento finale della sventagliata che fa arrivare la racchetta a contatto con il braccio sinistro, la potenza della sbracciata e della spinta dei piedi lo ha portato in sospensione dinamica completa a una spanna dal campo, ma l’asse di equilibrio rimane centrale in maniera irreale, facendo sembrare il gesto leggero, quasi delicato, quando invece lo svizzero ha tirato una pallata pesantissima. A destra, un rovescio difensivo comunque tirato in spinta, molto bella l’azione in alto-avanti del braccio-racchetta a compensare il peso forzatamente arretrato a causa della profondità della palla avversaria.
Qui sopra, il “pezzo forte” della premiata ditta Federer, lo sventaglio di dritto esterno a chiudere, da sinistra a destra caricamento, impatto e finale, ricerca della palla con il braccio sinistro e con gli occhi fantastica, la caratteristica postura a braccio disteso (outside-out) al momento del contatto palla-corde, il finale violentissimo con torsione del busto a seguire l’ingresso dell’anca destra, occhi piantati sul punto di impatto, sforbiciata in salto delle gambe a compensare la potenza dello swing, e come sempre asse di equilibrio perfettamente centrale. Il frame in mezzo, con l’uscita esterna del gomito sinistro che porta il busto-spalle a essere perfettamente frontale al campo nel preciso istante dell’impatto, è incredibile. Ma d’altronde, con quello sventaglio a seguire i suoi letali slice di rovescio il ragazzo ci ha vinto 17 Slam.
E infine, qui sopra, il motivo principale, spettacolo di tecnica e coordinazione appena ammirati a parte, per cui i tifosi di Federer (e qualsiasi appassionato di tennis che non abbia le fette di prosciutto sugli occhi, accecato dal tifo) dovrebbero essere ottimisti: come detto, l’umore sul campo non mente. Scherzi e allegria con Ljubicic e lo sparring durante le pause, e perfino durante il gioco: l’immagine a destra, con Roger che sorride mentre inizia il movimento del servizio, quasi pregustando il piacere di colpire la palla come solo lui e pochi altri nella storia del tennis sanno e hanno saputo fare, dice tutto.
Komm jetzt, vecchio campione. Se ci sei ancora, e ancora ne hai voglia, il mondo non solo del tennis, ma dello sport in generale te ne sarà grato.