La settimana antecedente al primo Slam stagionale ha visto pochi giocatori italiani in campo: appena 2 uomini (Lorenzi e Fognini) e due donne (Vinci e Schiavone), capaci di raccogliere complessivamente 2 vittorie e 4 sconfitte, alle quali vanno aggiunti i due insuccessi nei tabelloni di qualificazione di Sydney, da parte di Vanni e Fabbiano, che per fortuna si sono poi rifatti qualificandosi a Melbourne (ma ci occuperemo di questa loro ultima “impresa” dettagliatamente nel corso della prossima ricapitolazione azzurra, dedicata ai risultati degli italiani agli Australian Open).
Una settimana che conferma quindi le brutte indicazioni giunte dalla prima – ad eccezione della semifinale di Giorgi a Shenzhen – e che sembra non promettere nulla di buono per Melbourne. Questa sette giorni di gare alle spalle ci ha detto che purtroppo Fognini conferma di essere spesso incapace di non innervosirsi, a torto o a ragione, nei momenti clou della partita, finendo così per danneggiarsi: l’arrivo di Franco Davin come sua guida tecnica, dopo cosi poco tempo, non poteva cambiare le cose. La stessa Vinci, continua a mostrare serie e preoccupanti difficoltà contro giocatrici di livello, visto che da fine aprile scorso ha sconfitto appena due top 50 WTA. Infine, seppur attesa, è arrivata la notizia ufficiale che la nostra prima giocatrice nella storia ad aver vinto uno Slam, Francesca Schiavone, si ritirerà a fine stagione.
Andando nel dettaglio della ricapitolazione, partiamo dal nostro numero 1 azzurro, Paolo Lorenzi, il quale ha partecipato per la prima volta in carriera all’ATP 250 di Sydney, torneo dalla lunghissima tradizione, che, solo nella sua storia recente, conta nel proprio albo d’oro tre numeri 1 come Sampras (vincitore 2 volte), Federer (1) e Hewitt (4). Il toscano, nella sua partita d’esordio, ha affrontato il 33enne teutonico Florian Mayer, n 49 ATP, in uno scontro inedito a questi livelli (si erano già affrontati nel 2002 in un Futures ed il nostro giocatore ne era uscito vincente). Nella calura australiana, è venuta fuori una partita stranissima: nonostante i due giocatori abbiano avuto percentuali basse con la prima di servizio (entrambi il 52%), hanno sempre mantenuto il servizio con molta facilità e, nonostante la considerevole durata del match, hanno concesso complessivamente solo 5 palle break, tutte nel secondo parziale, vinto dal tedesco. Il primo set, così come il terzo, caratterizzati da nessuna palla break a referto e pochissimi giochi ai vantaggi, sono terminati al tie-break: in tale frangente è stato molto bravo Paolo, dimostratosi più in fiducia e lucido dell’avversario. Lorenzi, pur soffrendo, ha portato a casa una partita sulla carta difficile dopo due ore e 35 minuti di battaglia con lo score di 7-6(4) 4-6 7-6(5). Il secondo turno ha riservato al numero 1 azzurro il vincitore delle ultime due edizioni del torneo, il serbo classe 86 Viktor Troicki, contro il quale non aveva mai giocato in carriera: purtroppo la partita è stata condizionata dalla diversa facilità con la quale i due giocatori mantenevano il turno di battuta. Paolo, che ha lottato su ogni punto, aveva difficoltà serie quando non entrava la prima (41% di punti vinti con la seconda), ma, grazie al suo coraggio, ha annullato ben 8 delle 10 palle break concesse. I due break, uno per set, sono però bastati all’ex n 12 ATP per avere la meglio, grazie ad una grande efficacia del servizio (12 ace, 91% di punti vinti con la prima) che gli ha fatto concedere una sola palla break, prontamente annullata, nel quarto gioco del secondo parziale. Con questi numeri, è arrivata inevitabilmente, dopo 92 minuti, la vittoria per Troicki, archiviata col punteggio di 6-3 6-4.
A Sydney, dove tornava per la quinta volta (quarta partecipazione al tabellone principale, nel 2008 si era fermato al primo turno delle quali), vi è stato anche l’esordio stagionale per Fabio Fognini, alla sua prima partitaufficiale con nuovo coach e cambio di sponsor tecnico, in un torneo dove non ha mai fatto bene, non essendo arrivato in nessun tentativo almeno ai quarti. Un sorteggio non fortunato lo ha opposto al tedesco Philipp Kohlschreiber, 32 ATP e quinta testa di serie del torneo, sconfitto a Mosca ad ottobre dal nostro giocatore, che però nel computo totale dei precedenti era sotto 4-2. Sul centrale intitolato a Ken Rosewall, longevo campione di 8 Majors nato a Sydney, Fabio è partito meglio, strappando subito il servizio all’avversario. Purtroppo si è trattato solo di un’illusione, perché il ligure, pur facendo tecnicamente partita alla pari col suo avversario, nei momenti decisivi del match si è dissolto, mostrando il consueto nervosismo col giudice di sedia di turno (è arrivato a subire un penalty point), che non lo ha di certo aiutato a dare il meglio nei due turni decisivi di battuta persi sul 4-5 dei due set, che gli sono costati la sconfitta. Sintomatico, in tal senso, il decimo gioco del secondo parziale, nel quale Fabio, avanti 30-15, con 3 errori consecutivi non forzati, ha servito su un piatto d’argento il successo all’avversario, che guadagnava in 1 ora e 21 minuti con un duplice 6-4.
La pattuglia azzurra presente a Sydney non si fermava ai nostri due migliori giocatori: a provare a partecipare al tabellone principale erano arrivati, nella città più popolosa dell’Australia, anche Thomas Fabbiano e Luca Vanni. Entrambi però sono stati fermati nel primo turno delle quali: il pugliese è stato sconfitto, dopo aver avuto 3 match-point a suo favore, in 2 ore e 39 minuti dal brasiliano Thiago Monteiro, n° 89 ATP, 5-7 7-6(7) 6-3; il lungagnone toscano, invece,ha trovato la strada sbarrata dal portoghese Gastao Elias, n° 81 ATP, che ha impiegato 1 ora e 58 minuti per sconfiggerlo 6-4 4-6 6-2.
Tra le nostre donne, la numero 1 azzurra Roberta Vinci è tornata per l’ottava volta a prender parte al torneo di Sydney, Premier da quasi 800.000 dollari di montepremi, dove non aveva mai avuto molta fortuna (tre eliminazioni al primo turno, due volte fermata nelle quali, un solo quarto di finale come miglior risultato, nel 2013). Al primo turno contro la ventunenne greca Maria Sakkari, numero 94 WTA, in quello che era un confronto inedito si è avuto un inizio di match molto equilibrato, ed in certi tratti spettacolare, in un confronto stilistico tra le discese a rete di Roberta e i passanti della giovane ateniese. Sul 4 pari del primo parziale, la nostra giocatrice ha però preso le distanze, infilando addirittura un filotto di 8 giochi a 0 che, dopo 1 ora e 12 minuti di gara, ha dato il successo all’azzurra, col punteggio di 6-4 6-0. Al secondo turno, contro la trentenne ceca Barbora Strycova, le difficoltà sulla carta erano ben maggiori, sebbene la tarantina, contro la numero 19 WTA conducesse 4-3 nei confonti diretti:quest’ultima, infatti, aveva vinto gli ultimi tre. Purtroppo, l’inerzia negativa per la nostra giocatrice è stata confermata in terra australiana, con la tennista pugliese, che pur determinata, come dimostrano i tanti game ai vantaggi e i due break da lei conquistati, mostrava eccessive difficoltà a non farsi comandare anche quando era al servizio (47% di punti vinti con la prima, 39% con la seconda). Impossibile, con questi numeri, fare partita pari e, difatti, la Strycova ha chiuso in 1 ora e 19 minuti col netto punteggio di 6-3 6-2 a suo favore.
All’International WTA di Hobart, in Tasmania, l’organizzazione del piccolo torneo australiano ha deciso di dare una wild-card alla campionessa del Roland Garros 2010 ed ex numero 4 del mondo (nel gennaio 2011), Francesca Schiavone, per evitarle le qualificazioni e consentirle di partecipare per la seconda volta in carriera al tabellone principale del torneo locale. Sorteggiata contro una qualificata, la 20enne croata Jana Fett, n°340 WTA, nel corso di un match non bello, con tanti doppi falli (14 a fronte di 3 ace), la Leonessa non è riuscita ad essere incisiva nei momenti caldi del match, nei quali ha lasciato andare via facilmente la giovane avversaria: nel primo set, sul 2-3 40-15 in suo favore, ha perso il servizio e lasciato fuggire l’avversaria; nel secondo parziale, dopo essere stata sotto 0-3 “pesante”, risalita sul 2-3 ha avuto una palla break importantissima, che ha gettato via in malo modo. Inevitabile, così, è arrivata un’amara sconfitta dopo 77 minuti di partita, col pesante punteggio di 6-3 6-2. Forse, non è un caso, che a seguito di questa brutta eliminazione, la nostra campionessa abbia ufficialmente annunciato che il 2017 sarà il suo ultimo anno nel circuito.
Sempre ad Hobart, era iscritta per la quarta volta Sara Errani: nel torneo in Tasmania, dove nel 2010 raggiunse le semifinali, era stata sorteggiata contro la ventiduenne nipponica Risa Ozaki, ma, per un problema alla coscia sinistra, la bolognese è stata costretta a ritirarsi prima di scendere in campo. Per fortuna nulla di preoccupante per la nostra seconda miglior giocatrice, che difatti è regolarmente scesa in campo nel torneo di doppio in coppia con la Flipkens, vincendo facilmente il primo turno.