Sapete tutti ormai il modo rocambolesco con cui Andreas Seppi è sopravvissuto al duello rusticano con Nick Kyrgios, prendendosi una clamorosa rivincita a due anni di distanza. Oggi, in cima all’articolo che ho scritto sul match, ho messo un mio ulteriore commento in evidenza per raccontarvi una mia dimenticanza. Se vi incuriosisce… Poi vi dico anche che ho incontrato oggi Nick Kyrgios, tranquillo come una Pasqua, come se ieri non gli fosse successo nulla. Come se oggi i giornali australiani non l’avessero “beccato” più che pesantemente: un giornale australiano, the Australian, che non è un tabloid, ha titolato “Meltdown man Kyrgios adds to his shame file”. Lo si può tradurre così: “L’uomo dei crolli Kyrgios ne aggiunge un’altra alla sua lista delle vergogne”! Ora immaginatevi soltanto se un giornale italiano si azzardasse a fare un titolo così dopo – è solo un esempio – una sconfitta clamorosa alla Kyrgios di Fognini. Fabio, e tutto il suo clan, non ti parlerebbero più per un anno, anche se il titolo l’avesse fatto un redattore dall’altra parte di un Oceano.
Ma ora invece chiedo: quanti conoscono davvero Steve Darcis, il prossimo avversario di Andreas Seppi? Al di là di quanto già scritto ieri, s’intende, e cioè che il belga è coetaneo di Andreas, classe 1984 (ha soltanto 20 giorni in meno: il “nostro” compierà 33 anni il 28 febbraio, lui il 13 marzo), è n.71 ATP, non aveva mai vinto una partita in cinque partecipazioni precedenti all’Australian Open e non aveva raggiunto il terzo turno che una volta in 25 partecipazioni agli Slam. Io immagino che gran parte dei nostri lettori più preparati ricordino soprattutto che Steve eliminò a sorpresa Rafa Nadal al primo turno di Wimbledon 2013, quando Roger Federer perse al secondo da Stakhovsky.
Ma poi?
Se Darcis fosse uno di quei videogiochi che piacciono tanto ai “ragazzi touch-screen” di oggi, sarebbe uno di quelli che hanno molte vite. Si muore una volta si resuscita, si riparte, si ri-muore. Quante volte è stato dato per finito? Certo più di Seppi, che pure lo scorso anno per un certo periodo non ha quasi più vinto una partita – e infatti, da n.18 che era arrivato ad essere nel 2013, ha chiuso il 2016 quasi 70 posti più in giù, n.87, seppur sposo felice di Michela Bernardi dallo scorso 10 settembre (quando aveva programmato le nozze escludendo di poter disputare la fine dell’US Open)…
Come gran parte dei suoi colleghi Darcis ne ha passate di tutte i colori nella sua carriera. Di infortuni non se n’è fatto mancare uno, una vera collezione che non ha risparmiato ginocchia, spalle, polsi. Ma la passione sviscerata per il tennis ha sempre preso il sopravvento. Eppure anche lui aveva creduto d’essere a fine carriera quando dovette, nell’ottobre 2013 e dopo quella celebre vittoria su Nadal a seguito della quale non riuscì neppure a disputare il secondo turno, operarsi ad un tendine della spalle destra. Un’operazione assai dolorosa nel tempo – “Certo non ne rifarei un’altra!” -, una riabilitazione molto difficile, costretto addirittura a restare immobilizzato a letto – “O su un sofà” – e tale da “non poter mettere in braccio neppure Camilla, mia figlia che oggi non ha ancora 4 anni”.
Quell’exploit a spese di Nadal gli era costato davvero caro. Poi però, poco a poco, l’inimmaginabile ritorno sui campi da tennis. Nell’autunno 2015 una delle storie più belle e commoventi dell’anno è quella del Belgio, che centra la prima storica finale in Coppa Davis grazie alla conquista del terzo punto in semifinale sull’Argentina: a vincerlo, su Delbonis, è proprio Steve Darcis che viene sommerso dall’abbraccio dei compagni appena trasformato il match point. E piangono tutti. Naturalmente Darcis si fa ancora male prima della finale che deve essere giocata contro la Gran Bretagna dei fratelli Murray a Gand. Stavolta è il polso a tradirlo. In qualche modo lo riappiccicano e in doppio, pur perso in 4 set contro i Murray Bros, gioca molto meglio di Goffin anche se non può spingere sui colpi come vorrebbe.
Già in quei giorni Julien Hoferlin, che per lui è ben più di un coach, sta molto male. Morirà a primavera. “Period de merde…” A marzo dell’anno scorso Darcis si opera al polso, poco prima di Belgio-Croazia a casa sua, a Liegi. Ovviamente non potrà che restare a guardare. Nuova lunga riabilitazione, nuovo tonfo in classifica: a maggio è n.177. Ma lui, incrollabile, non si arrende: torna su e a fine 2016 rieccolo fra i primi 100, n.86, un posto davanti a chi ? Ma a Seppi! Vi avevo scritto più su che Andreas aveva chiuso a n.87 o no? “Sarebbe divertente se io, partendo da questo terzo turno e magari dagli ottavi se battessi Seppi, potessi centrare la miglior stagione della mia carriera (nel 2008 aveva raggiunto il suo best ranking, n.44, ndr) proprio quest’anno, a 33 anni e dopo 100 operazioni!”.
A dicembre Steve decide di preparare la stagione 2017 partendo per la prima volta prima di Natale, a Abu Dhabi. Si trova negli Emirati Arabi da un giorno quando gli dicono della morte del nonno paterno, il 15 dicembre. Fa andata e ritorno, per assistere ai funerali, per tornare ad allenarsi furiosamente, più di sempre. Stanotte, dopo i primi due successi della carriera a Melbourne, Steve Darcis ha mille motivi per ripensare con affetto a Julien, all’amato nonno… Perché Lassù in alto sono probabilmente loro due primi a sapere che lui, Steve, questi risultati se li è proprio meritati.