Cosa pensi della scalata di Andy Murray fino a numero uno nella seconda metà dell’anno scorso? Cosa ti aspetti da lui per il resto della stagione?
“Veramente notevole. Cioè, io ho sempre parlato di Andy come di uno che non ha mai utilizzato fino in fondo il suo porenziale. È talmente forte in certe cose, che diventa quasi poco convinto, non mette in campo tutti i suoi punti di forza come potrebbe. Commento spesso che se gli si togliesse anche solo il 5% delle abuilità difensive, potrebbe addirittura diventare più forte, propositivo, invece di limitarsi a lasciare all’avversario il compito di capire come batterlo. La sua fase difensiva è la migliore mai vista nel gioco, e quella offensiva comincia a essere allo stesso livello, questo fa una grande differenza.
Quando lo vedo giocare, vedo uno che non è soddisfatto di essere solo un difensore, di essere uno che più o meno non fa altro che aspettare che l’avversario perda. Si mette da solo in situazioni troppo stressanti e faticose. Potrebbe fare più di quello che mostra, e mi sembra che adesso cominci anche ad averne più voglia, aggredendo prima durante i punti, sulle palle che lo consentono. Questo mette tanta pressione addosso all’avversario, provoca errori, perchè sai che non te la puoi cavare semplicemente giocando in sicurezza.
Questo è stato il grande cambiamento nel suo gioco, e questa pressione che mette sugli altri giocatori fa risaltare la sua qualità difensiva ancora di più. È dura con un avversario che ti può far male aggredendoti, quando decide di farlo, e quando finalmente c’è un momento in cui sei tu a controllare lo scambio, lui ‘chiude la saracinesca’ e ti costringe a tirare quattro vincenti di fila per sperare di fargli il punto.
Mi aspetto di vederlo crescere sempre di più. Dovrà curare il fisico, ovviamente, come devono fare tutti. Ma sembra forte, atletico, sa come gestirsi. Mi piacerebbe anche vederlo più sereno e felice in campo, se io avessi il suo gioco, sorriderei molto di più, invece di lamentarmi parlottando tra me e me”