Sembrava ci fosse molto nervosismo all’inizio del match. Ce ne puoi parlare?
È stato un buon match e sono felice di avercela fatta soprattutto in tre set. All’inizio c’era tensione da entrambe le parti. Forse prestavamo troppa attenzione a ciò che l’altro avrebbe fatto, aspettavamo troppo la mossa l’uno dell’altro. Ma le condizioni di gioco non erano buone. C’era vento, superficie un po’ troppo veloce, la palla sfarfallava. Era importante servire bene. Comunque, sono soddisfatto della mia performance.
Hai vinto cinque tie break di fila. Significa che sei molto concentrato sui punti che contano quest’anno?
Per ora è andata bene, ma non sai mai dopo cosa può capitare. Oggi ho fatto la mia miglior partita del torneo, credo. Ho anche trovato il modo di togliergli più volte il servizio. Sono così felice di essere di nuovo in semifinale. Me la godrò questa sera e poi mi preparerò per la prossima partita.
La prossima partita probabilmente sarà contro Roger. Quali sono le tue sensazioni sull’affrontarlo per la terza volta in uno Slam e in una semifinale?
Sarebbe di certo un grande incontro. L’ultima volta mi ha ucciso all’US Open. Giocò molto meglio di me, si mosse bene, molto aggressivo. Sarà un match interessante. Sta giocando così bene dall’inizio del torneo. Ha avuto qualche esitazione nei primi due turni, ma poi ha preso a volare. È bello rivederlo a questi livelli. Spero di poter fare un gran match.
Come ti senti ad affrontarlo ora che sei un plurivincitore di Slam, rispetto a quando lui era molto più avanti di te?
Sicuramente ora ho molta più fiducia. Quando vado in campo non mi preoccupo di chi ho di fronte. So cosa devo fare se voglio vincere. Certo, contro Roger è sempre speciale perché lui è così bravo. È il migliore di sempre. Ha una soluzione per ogni cosa. Ma sono riuscito a batterlo in uno Slam una volta (Roland Garros ndt), perciò… Ciò che conta per me è entrare in campo e giocare il mio miglior tennis.
Ho incontrato Magnus Norman, il tuo coach, prima dell’inizio del torneo. Ha parlato del vostro rapporto. Quanta importanza ha lui per te? Prima della partita hai fatto un cenno all’indirizzo della tribuna. Che cosa puoi dirci di lui?
Sono molto felice di averlo nella mia squadra. È non solo uno splendido coach ma anche una splendida persona. Di certo è riuscito a cambiare la mia carriera. Da quando è arrivato, ho vinto tre Slam e concluso tra i primi 4 al mondo per tre anni di fila. È fantastico avere al proprio fianco qualcuno che sa farti raggiungere il tuo massimo potenziale. Sono lieto di averlo qui come coach e come amico. Spero ancora per tanti anni a venire.
Hai molte fasciature sulla gamba destra. Hai qualche difficoltà di movimento in avanti?
No, come ho già detto ho avuto un leggero stiramento nell’ultimo match. Voglio essere sicuro che non peggiori in partita. Tutto qui. Niente di preoccupante. Mi muovo bene sul campo e gioco bene. Nessuna preoccupazione fisica.
Nei tuoi precedenti con Roger, quale è l’incontro più importante per te?
La finale di Montecarlo, credo. Per me vincere un Masters 1000 fu qualcosa di speciale, soprattutto pochi mesi dopo aver vinto il mio primo Slam (Australian Open ndt). Fu una finale dura in tre set. Grandi ricordi.
Tu e Jo andate d’accordo fuori dal campo? (Durante la partita ci sono stati momenti di tensione tra i due).
Sì, assolutamente. Ci conosciamo da tanti anni. Ci siamo allenati tante volte insieme negli ultimi dieci anni. Ci vediamo spesso in Svizzera.
Ti senti vicino alla conquista del torneo? Con i primi due della classifica fuori gioco, la gente parla di te molto di più. Pensi sia alla tua portata?
Mancano solo due incontri sulla carta, ma siamo in realtà lontani dalla vittoria. Sono stato alcune volte in semifinale e ho perso. Inizio a pensare alla vittoria in uno Slam se arrivo in finale. È solo allora che ci penso davvero. Prima so bene quanto sia lontano. Anche se voi credete che si tratti solo di due incontri, la verità è che sono ancora distante dal vincere.
Traduzione di Roberto Ferri