Qualche giorno fa, in tempi non sospetti, avevamo già dato un’occhiata in dettaglio ai fondamentali di Venus e Serena Williams, dritto e rovescio, e ieri mattina, durante il loro allenamento all’indomani delle vittoriose semifinali che hanno portato al “Williams Show” in scena alle 9.30 ora italiana, mi è sembrato doveroso documentare per bene l’esecuzione che avevo tralasciato di esaminare: il servizio, che per entrambe è un’arma micidiale (al netto del match di stasera, sono terza e quinta nella classifica degli ace). Colpo che oltre a essere una fonte preziosa di punti diretti, permette loro le aperture di campo dove affondare con le loro gran botte da fondocampo. Analizzando le due esecuzioni, vedremo che è evidente la “scuola” comune, ma altrettanto interessanti da notare sono alcuni dettagli decisamente differenti, conseguenza soprattutto della diversità di tipologia fisica tra le “Slam Sisters”.
Qui sopra, inizio del movimento, da subito Venus tiene la racchetta più “penzolante” verso il basso, e leggermente più indietro. La discriminante per questa carrellata di foto, in modo da avere un confronto in istanti paragonabili delle esecuzuoni, sarà ovviamente la palla, e la postura di anca (quando “esce” verso il campo determinando l’affondo del caricamento di gambe), e i segmenti di spinta delle gambe stesse. Qui sono tutte e due con la palla ancora in mano, ma il braccio sinistro ha iniziato la salita, separandosi dal braccio-rascchetta.
Qui sopra, l’attimo del rilascio della palla dalla mano sinistra, Serena è lievemente in ritardo con il passetto (tecnica foot-up per entrambe), Venus ha già sollevato per poi portarlo avanti il piede destro, e soprattutto iniza a essere evidente una maggiore flessione verso il basso-interno del polso destro e della racchetta.
Qui sopra, sono uscite verso il campo le anche sinistre di entrambe, Serena sempre in lieve ritardo nel ritmo di spinta dei piedi, e ora la postura del braccio-racchetta è veramente diversa, per Serena l’attrezzo “viene su” molto prima, è un modo di terere la racchetta più “di forza”, con polso meno morbido. Venus invece tiene il polso scioltissimo fino all’ultimo momento.
Ne vediamo la conseguenza principale qui sopra, l’attimo esatto in cui si scatena definitivamente le spinta verso l’alto degli arti inferiori, sono entrambe in punta di piedi, tra una frazione di secondo andranno in sospensione, il braccio-palla è sceso dopo il lancio: la testa della racchetta di Serena parte con l’accelerazione verso l’alto-avanti da sopra la linea della vita, quella di Venus da buoni 30 centimetri più in basso.
Qui sopra, la fase di massima accelerazione dello swing a colpire, sono in sospensione, la postura è praticamente identica qui, ma la velocità della racchetta nel caso di Serena deriva di più dall’esplosività dei muscoli di spalla, braccio addominali e schiena, nel caso di Venus di meno, la componente di semplice inerzia e forza centrifuga sviluppata dal percorso più lungo dell’attrezzo è maggiore. Serena più “di forza”, Venus più “di scioltezza”.
Qui sopra, l’istante preciso del contatto con il piatto-corde, perfette tutte e due, nessuna differenza, ma come visto precedentemente, ci sono differenze nel modo di arrivare con il corpo e le racchette a questi perfetti punti di impatto.
Finali dello swing, atterraggio con il piede sinistro in campo, flessochiusura del polso sull’avambraccio, tutto ineccepibile.
“Arabesque” conclusivo, ovvero la proiezione della gamba destra all’indietro a compensare tutta la potenza del peso scaricato in avanti a martellare la palla verso il campo, tutto l’appoggio è ricaduto sulla gamba avanzata, qui Serena lascia andare la racchetta oltre il fianco sinistro più di Venus, ma a questo punto sono dettagli di coordinazione personali e virtualmente ininfluenti, la palla è già partita da un pezzo.
In conclusione, veramente due splendidi servizi, le Williams sfruttano al meglio – oltre a una tecnica ottima – le loro caratteristiche fisiche, più potente a livello muscolare Serena, più fluida e dinoccolata Venus, che è anche 10 centimetri più alta e meno muscolata, e giustamente sfrutta le sue leve lunghe.
Nella speranza che a decidere la campionessa degli Australian Open2017 sia una bella partita, una cosa la possiamo dare per certa: il rendimento e le percentuali di questi due grandi servizi saranno tra i fattori più determinanti per l’esito del match. Buon bombardamento a Venus e Serena, e buona finale a noi.
Gli spunti tecnici da bordocampo precedenti:
Rafael Nadal, la grinta e la carica
Le follie per Federer, l’apertura alare di CoCo Vandeweghe
Gambe come molle e grinta da vendere, il resto non Konta
Serena e Venus Williams, la qualità prima della potenza
Scopriamo insieme Jennifer Brady, servizio e dritto
Nishikori serioso, Kerber e Hingis allegre, e il giocoliere Chang
Denis Shapovalov, il futuro del rovescio a una mano
Tommy Haas, grazie di tutto e buona fortuna
Radek Stepanek, il vintage sempre di moda
Roger Federer, lo spettacolo non è finito