dal nostro inviato a Melbourne
[2] S. Williams b. [13] V. Williams 6-4 6-4
Giunge all’atto conclusivo il torneo femminile agli Australian Open 2017, con una finale già vista molte volte, ma sicuramente inaspettata qui quest’anno: di fronte le sorelle Williams, Venus (36 anni, 17 WTA) e Serena (35 anni, 2 WTA). I confronti diretti dicono 16-11 Serena, tutto fa pensare che il record di vittorie Major dell’era Open, in solitaria a 23 titoli (attualmente detenuto insieme a Steffi Graf), non possa sfuggire alla minore delle “Slam Sisters”, in ogni caso stasera arriverà a casa loro il trofeo numero trenta (siamo a 22 Serena, 7 Venus). Numeri spaventosi. Come sempre, Rod Laver Arena tutta esaurita, e bel tramonto su Melbourne, il palcoscenico è il massimo, speriamo lo sia anche lo spettacolo.
Parte al servizio Venus, ma Serena la aggredisce immediatamente, 15-40 e due palle break, è subito 1-0. Nel secondo game scappano un paio di dritti piuttosto semplici a Serena, che sta alternando botte definitive a errori gratuiti, Venus arriva al vantaggio esterno e all’1-1. Nel game successivo ancora in affanno Venus, che tira comunque un paio di bei vincenti, su un nastro in suo favore urlaccio di Serena e racchetta frantumata, sembra nervosa la minore delle sorelle Williams, e si prende il giusto warning. Si arriva comunque ai vantaggi, Serena sale a palla break tre volte, e alla fine conquista il break del 2-1 per lei. Nel quarto game, ancora vantaggi, il gioco è molto spezzettato, tradita dal servizio (due doppi falli) lo perde a sua volta Serena. Quattro game, quattro servizi persi, è evidente che devono ancora entrare nel ritmo le giocatrici, per quanto riguarda l’aggressività e la cattiveria agonistica, i resti della Wilson di Serena accanto alla sua panchina ne sono una evidente testimonianza. Per ora non è bella, ma è sicuramente vera la partita. Tiene la battuta finalmente Venus e sale 3-2, l’impressione è che sia più tranquilla di Serena, che in ogni caso inizia anche lei a martellare bene con la battuta, tiene a 30, siamo 3-3. Nel settimo game un doppio fallo di Venus, e un paio di gran colpi di Serena (bella volée di rovescio e vincente da fondo sempre di rovescio) costano alla Williams maggiore il 30-40 e il terzo break su quattro turni di battuta, non ci siamo, 4-3. Si salva da 0-30 tirando forte il servizio e il dritto Serena nell’ottavo game, e sale 5-3, pare aver trovato concentrazione, mentre Venus continua a sbagliare molto. Per sua fortuna riesce a tenere il servizio spingendo bene Venus, e accorcia sul 5-4, ma Serena ha preso il via, e con due ace consecutivi (il sesto e il settimo) tiene a zero e chiude il primo set, 6-4, sono passati 42 minuti.
16 vincenti, 14 errori Serena, 11 vincenti, 15 errori Venus, 37 punti a 31 per la sorella minore: il risultato è giusto, Venus deve assolutamente reagire o il match rischia di durare poco. Il pubblico, ovviamente, cerca di sostenerla per avere più partita.
Parte bene Venus al servizio in apertura di secondo set, tiene a 15 con un gran lungolinea anticipato di rovescio (applaudito da Serena), 1-0 per lei, Serena a 30 per l’1-1, poi arrivano tre palle break consecutive per lei, 0-40 servizio Venus, che è bravissima a reagire di rabbia e classe, come a rifiutarsi di perderla così facilmente, recupera e sale 2-1. Continua a picchiare duro Serena, non è comunque al massimo la “pantera”, commette il quarto doppio fallo della partita, Venus spara sul nastro un attacco facile, e siamo 2-2. Bene Venus a 15 per il 3-2, c’è equilibrio adesso, senza problemi Serena pareggia 3-3, si vedono buone accelerazioni e gran servizi di entrambe, poi nel settimo game aumenta i giri del motore Serena, va 30-40 e palla break, annulla alla battuta Venus, poi ancora vantaggio esterno, errore di dritto Serena, di nuovo parità, sbaglia il dritto anche Venus, terza palla break, entra cattiva con la risposta diagonale di rovescio Serena, e trova il break che la manda sopra 4-3, potrebbe essere la svolta decisiva per questo match. In un attimo arriva il 5-3, l’atmosfera nello stadio si è fatta elettrica, non sarà una grande partita ma il probabile record in arrivo per Serena è pazzesco, 23 Slam, ma quando mai potrà ricapitare, la gente si rende conto di stare per assistere a un momento forse irripetibile nella storia del tennis. Tiene senza rischi il servizio in mezzo alle urla del pubblico Venus, 5-4, ed eccoci al momento della verità.
Attacco Venus, 0-15, servizio vincente Serena, 15-15, scambio pazzesco di botte a tutto braccio vinto da Venus, standing ovation, 15-30, errore Venus, 30-30, meno due, non vola una mosca, errore Venus, 40-30 e match point, attacco Serena, e il titolo degli Australian Open 2017 è suo, così come la prima posizione nel ranking WTA ripresa dalle mani di Angie Kerber. Torneo vinto senza cedere un set, è la sesta volta su 23 per Serena.
La regina del tennis, la campionessa definitiva, la più forte di sempre se non ancora la più vincente per l’aritmetica (con tutto il rispetto e l’ammirazione possibili e immaginabili per Margaret Smith Court, 50 anni fa il tennis era un’altra cosa, fare certi numeri nel mondo iper-professionistico e competitivo a livello globale di adesso ha ben altro valore, quella da superare era Steffi Graf, a mio avviso e non solo) ha un nome e un cognome: è la signorina Serena Jameka Williams.