Luci psichedeliche, musica pop come sottofondo e tante bandiere russe accolgono le giocatrici in campo. Il tifo locale è tutto per la ventenne Vikhlyantseva, che, complice il ritiro della Halep, è alla sua prima semifinale a livello WTA. Dall’altro lato della rete c’è la francese Mladenovic, che in questo torneo ha sciolinato un paio di prestazioni sontuose, soprattutto contro Venus Williams e l’azzurra Vinci. I favori del pronostico sono tutti per Kiki, ma Natalia ha un buon approccio al match, anche perché con il servizio ottiene punti facili e mette in difficoltà la transalpina. Mladenovic parte male, infatti va sotto di un break ed è costretta ad inseguire, tuttavia alla campionessa di doppio del Roland Garros del 2016 basta qualche minuto per ristabilire la parità. Si scambia poco, entrambe cercano il vincente con continuità, la russa perde di vista il campo e commette qualche errore di troppo. Questo calo prestazionale porta Kiki avanti di un break, ma, dal 4-2, la ragazza di Volvograd si scuote e vince addirittura il set con il punteggio di 6-4.
Kiki è in difficoltà, ma ha più esperienza, mentre Natalia, che gioca chiaramente sopra ritmo, comincia a “regalare” punti. Come il precedente di ‘s-Hertogenbosch dello scorso anno (vinto da Mladenovic in tre set), la francese aggiusta il mirino del diritto e ribalta le sorti dell’incontro. Si va veloci, anche perché la russa è completamente svuotata di energie, infatti Kiki si aggiudica il secondo parziale con un netto 6-2 e comanda le operazioni anche nel set decisivo. Sul 4-1 per Mladenovic, la wild card locale chiama un medical time out (strumento sempre più abusato per spezzare il ritmo che per chiare esigenze mediche), ma è troppo tardi, in quanto la transalpina non si scompone e ottiene il successo. Mladenovic è alla prima finale di un Premier, infatti in carriera, in singolare, vanta un titolo nel 2012 a Taipei (WTA 125s) e quattro sconfitte, ma in tornei di categoria inferiore. Vikhlyantseva ha poco da recriminarsi, perché ha fatto il massimo per le sue possibilità ed almeno si consola con l’ingresso nella top 100, perché da lunedì sarà n.98 del mondo, ma ha tutte le carte in regola per scalare la classifica generale.
Tensione ed emozioni, invece, nell’altra semifinale che ha visto Putintseva vincere in rimonta contro la n.2 Cibulkova, che perde così la possibilità di entrare nella top 4. La kazaka non ha pagato in alcun modo la maratona contro Kuznetsova, anzi è uscita alla distanza, dove ha approfittato degli errori e della miopia tattica della sua avversaria, che è stata avanti di un break nel set decisivo. Yulia è una tennista scorbutica, perché mette molta pressione alle avversarie con atteggiamenti quasi di sfida, ma ha il merito di non mollare e di rimanere attaccata nel punteggio.
Come era prevedibile il servizio in questo match è un elemento poco determinante, in quanto entrambe danno il meglio di loro stesse in risposta. Dopo un break e controbreak in apertura le due tenniste si stabilizzano, ma i game sono combattuti. Yulia ci prova a cambiare la dinamica con qualche drop shot, ma Cibu ci arriva sempre con notevole anticipo e spesso fa punto. Il sesto gioco porta in dote alla slovacca il break, questo tranquillizza e non poco la maestra del 2016, infatti pur soffrendo si aggiudica il primo set.
Dominika fa del virtuosismo balistico un tratto distintivo del proprio tennis, ma a volte la voglia di colpire sempre più forte, di spazzolare la riga diventa esasperata e porta a commettere errori banali. Questo succede nel secondo set, che vede la kazaka portarsi sul 4-1, poi Cibulkova si ricorda di essere una top ten e riesce a rientrare nel parziale, ma un errore di rovescio sul 5-4 permette alla sua avversaria di trasformare il set point e di rimettere tutto in discussione. La tensione è evidente, ma stavolta è Yulia a perdere la battuta immediatamente, questo permette alla n.2 del seeding di realizzare l’1-0, ma è un vantaggio che si spegne immediatamente con un controbreak. Putintseva lotta, corre e impone la sua “elettricità” al match, ma Cibulkova ha più margine e questo equilibrio è dovuto unicamente a qualche suo errore di troppo. Il break a favore di Dominika nel quinto gioco non è il sigillo definitivo, perché la partita è nervosa e del tutto priva di un filo logico. Altro controbreak ed ora il peso è tutto sulle spalle della slovacca, che sotto pressione sbaglia e perde una partita che a tratti ha dominato. Prima finale in carriera per la kazaka, che è in perfetta parità negli scontri diretti contro Mladenovic.
Risultati:
K. Mladenovic b. [WC] N. Vikhlyantseva 4-6 6-2 6-2
Y. Putintseva b. [2] D. Cibulkova 3-6 6-4 6-4