F. Fognini b. G. Pella 2-6 4-6 6-3 6-4 6-2
È durata quattro giorni, con più di quattro ore complessive di interruzione per pioggia alla domenica, e altrettante di gioco nel singolare decisivo: Fabio Fognini, decisamente non al meglio ad inizio match, cambia le marce al momento giusto per avere la meglio su un indomito, sebbene oggettivamente non irresistibile, Guido Pella, trascinato dal caldissimo pubblico di casa seppur “griffato” dalla casa italiana Lotto. L’Italia elimina dunque i campioni in carica, vittoriosi lo scorso anno in Croazia dopo il miracolo di Glasgow contro i fratelli Murray; era però presente Juan Martin del Potro, a fare la differenza. Altalenante da fondo, insufficiente al servizio, Fognini ha comunque messo in vetrina colpi e soluzioni di gran livello. Ottimo il recupero della tenuta mentale, non facile nel catino di Baires che non ha mancato tentativi di infastidire l’azzurro quando possibile. Si giocherà in Belgio ad aprile, per un quarto di finale non impossibile.
Primo set da film horror per il taggiasco, che parte con due doppi falli nel gioco di apertura e un parziale negativo di quattro giochi consecutivi. I colpi da fondo vanno a strappi, il linguaggio del corpo è indolente: il pubblico argentino incalza Fognini, che reagisce con sguardi di sfida e sorrisi sardonici, mentre Pella si limita ad un gioco di rimessa e di attesa, per il momento efficace. Il sudamericano sembra il gemello buono di quello visto venerdì, quando Lorenzi lo aveva regolato senza patemi in tre set. 6-2 in quasi quaranta minuti di livello basso e poco coinvolgente. C’è ancora Diego Armando Maradona in prima fila, e Fognini ne approfitta per uno scambio di battute in spagnolo con lui, che suscitano ilarità tra i presenti.
L’azzurro parte più aggressivo nel secondo parziale, scambia meglio e sembra più fluido nei colpi, scendendo a rete fin da subito: Pella salva una palla break nel secondo game, ma capitola nel turno di battuta successivo, dove si dimostra meno paziente e composto in difesa. Fabio spinge con il dritto quando ne ha l’occasione, e punge con il lungolinea (che rimarrà comunque ballerino per tutto il match) per allungare sul 3-1, ma il sollievo dura il tempo di guardare Pella compiere un autentico miracolo in allungo, sorprendendo Fognini con un passante di rovescio anche fortunoso per riprendersi il break. Il Parque Sarmiento si galvanizza, instancabile nel coro Olè Argentina, mentre Fabio si scioglie progressivamente: il disastro sembra completato nel settimo gioco, in cui l’italiano commette nuovamente due doppi falli consecutivi e cede il servizio, passando in pochi minuti da cacciatore a preda. Un altro parziale di quattro game in fila per Pella, che sale 5-3 dopo aver salvato un’ulteriore palla break: bellissima la manovra di dritto con cui costringe Fognini l recupero, poi terminato in corridoio, nel punto conclusivo dell’ottavo gioco. Fognini ha già collezionato 44 gratuiti, pur mostrando anche soluzioni di indubbio pregio come smorzate e fendenti da fondo. 6-2 6-4 sull’ace da sinistra di Pella.
Fognini si lamenta con il giudice Ramos per l’eccessiva indulgenza nei confronti del pubblico di Buenos Aires, che lo apostrofa ad ogni cambio campo e fa chiasso ad ogni seconda palla dell’azzurro. Terzo set di equilibrio e lotta, Fabio tiene meglio lo scambio, non si fa prendere dalla fretta e sembra più continuo: salva tre palle break e ne spreca sei, a causa di un rovescio inaffidabile in fase di manovra a velocità non irresistibile, ma alza il livello tecnico con uno splendido dropshot e un passante di grande intuito e prontezza: anche il nastro gli è amico, e alla fine Pella gonfia la rete con un dritto in spinta, permettendo al ligure di salire 5-3. 2/16 lo score sulle palle break fino a questo momento per l’Italia, decisamente non all’altezza la condizione al servizio. Il game successivo è burocrazia, si v al quarto dopo due ore e mezza.
Con l’inerzia che potrebbe girare in suo favore, Fognini sciorina il suo cristallino talento per annullare due palle break nel secondo gioco del quarto parziale, con un dropshot di dritto da un metro fuori dal campo, e una pazzesca demivolèe di rovescio in allungo, sulla quale lo stesso Pella applaude incredulo. Anche la palla break successiva viene annullata con una strepitosa palla corta di dritto. Nel game successivo Pella commette un paio di errori di troppo e Fognini ne approfitta per conquistare il primo break del parziale con un bellissimo rovescio dal centro. Fognini si complica da solo la vita con un comodo smash messo in corridoio ma poi anche grazie all’aiuto dell’argentino salva tre palle break e mantiene il prezioso vantaggio. Un vantaggio che riuscirà a condurre in porto senza ulteriori patemi fino al 6-4 finale che porta il match al quinto set con Pella in calo dopo quasi 3 ore e 30 minuti di battaglia.
Il livello di Fognini si alza progressivamente, pur scollinando oltre i cento errori gratuiti: l’ultimo set di questa infinita sfida si risolve nel quinto gioco. L’italiano intreccia una splendida trama con il rovescio incrociato per guadagnarsi due palle break. Basta la prima, sulla quale Pella sparacchia un dritto a uscire abbondantemente oltre la riga di fondo: 3-2 e servizio azzurro, che conferma annullando una palla break manovrando benissimo con il dritto e completa una serie di cinque game filati, prima di inginocchiarsi a baciare il rosso della capitale argentina. Nervosismo dopo la stretta di mano, con i giocatori di entrambe le fazioni a confrontarsi a voce alta, senza però sfociare in reazioni inconsulte. Appuntamento dunque in Belgio in primavera, con all’orizzonte una semifinale alla nostra portata.