Cilic e Tsonga punto a punto, Klizan spazzato via
da Rotterdam, Carlo Carnevale e Raoul Ruberti
PILE SCARICHE PER GRIGOR – È già arrivata la notizia del suo forfait a Marsiglia, ed evidentemente Dimitrov ha bisogno di riposo: il bulgaro perde in tre set contro David Goffin, mettendo fine ad una serie di sei vittorie consecutive (partite dal primo turno di Sofia, dove ha trionfato). Il suo record in stagione è adesso 16-2, con l’unico altro insuccesso arrivato a Melbourne nella spettacolare semifinale contro Nadal. La poca lucidità dovuta allo stress fisico si evince già nel primo set, quando Grigor commette due doppi falli (il secondo sulla palla break) e cede il servizio nel quinto game, dopo uno strepitoso vincente di Goffin con un rovescio colpito praticamente in ginocchio. Il belga, prossimo avversario dell’Italia in Davis, non si fa pregare e tiene fino alla fine del parziale, continuando a mettere in vetrina grandissimo tennis dal lato sinistro.
La magia sembra svanire nella seconda frazione che Dimitrov domina, riuscendo a mettere più spesso i piedi in campo, approfittando di un evidente calo di intensità dell’avversario. Il bulgaro, l’unico ad aver vinto già due titoli quest’anno, macina vincenti e volèe, guadagnando metri con molta più facilità già dalla risposta. Si giunge al terzo set che però tradisce le aspettative: Goffin, che quest’anno ha finalmente vinto un incontro a Rotterdam dopo tre primi turni consecutivi (nel 2013 perse addirittura 6-0 6-0 dal pensionato Nieminen) vola 3-0, ritrovando smalto e incisività con i colpi a rimbalzo: splendida una demivolée di rovescio con cui sigilla il vantaggio nel terzo gioco. Dimitrov prova a rimanere incollato affidandosi a servizio e dritto, accorciando gli scambi per non disperdere ulteriori energie e dare tutto in risposta, ma il finale non è lieto: l’ultimo dritto vola fuori di metri, il bulgaro avrà tempo per mettere le pile in carica in vista di Dubai.
PIERRE-HUGUES NIGHT LIVE – Dominic Thiem ha ormai accumulato una discreta esperienza nel tour ATP, affrontando – e spesso sconfiggendo, come dimostra il suo ranking di numero 9 – avversari di vario genere. Tra lui e la sua prima semifinale a Rotterdam tuttavia c’è un ostacolo quantomeno inatteso: Pierre-Hugues Herbert. Herbert è una piccola rarità nel tennis di oggi: il suo fisico è leggero e la sua fedeltà al serve and volley totale, ma soprattutto porta avanti una attività di singolarista marginale in confronto a quella nel doppio. Iscritto in solitaria al tabellone di qualificazione, a puro accompagnamento della testa di serie numero uno di doppio che condivide con Nicolas Mahut, il venticinquenne alsaziano ha ciononostante già vinto quattro incontri nel torneo. Si tratta di un quasi-record per lui, che in carriera ha raggiunto i quarti di finale ATP in singolare in appena un’altra occasione (Winston-Salem 2015, anche lì partendo dalle qualificazioni e spingendosi fino alla finale persa).
Il match si muove nel modo più indoor possibile e, ciascuno a suo modo, gli ultimi due avversari di giornata tengono la battuta senza particolari rischi. A stufarsi per primo è Thiem, che nel turno in cui serve per prolungare il set si improvvisa “Pierugo” e scende a rete per una volée plastica; l’imitazione non è all’altezza dell’originale: il colpo esce, lungo di metri. Le due palle break – cioè i due set point – che seguono vanno entrambi in palleggio da fondo, territorio preferito dell’austriaco, eppure nel secondo Herbert pizzica la riga con un dritto vincente e a sorpresa il primo parziale è suo, senza neppure la necessità del tie-break. Doppio vantaggio per lui, che può così iniziare anche il set successivo servendo per primo. Thiem da parte sua continua ad approcciare dubbioso la palla leggera e profonda dell’avversario, che lo lascia fermo come un portiere titubante di fronte a un calcio di rigore ben fintato.
Il box di Herbert, a inizio partita completamente disabitato, ora è pieno come una scatola di sardine. Il concerto di fischi che accompagna la racchetta scagliata in terra da Thiem dimostra che l’Ahoy arena, tutta intera e senza distinzione di settore, ha adottato il silenzioso magrolino Lacoste. Il popolo vuole brioches, non possiamo più dargli pane duro. Il popolo vuole serve and volley. Il tennis è però sport crudele, a certi estremi anche ingiusto, e la sera di venerdì 17 febbraio a Rotterdam rischierà di essere ingiusta anche con Pierre-Hugues Herbert: Thiem gli concede tre match point consecutivi, lui stecca il primo e non riesce a giocare i successivi due, viene rispedito a servire. Il suo braccio però, spesso fragile nei momenti cruciali, oggi non vuole starci: due ace, due servizi vincenti, palla restituita a Thiem. Al tie-break arrivano altri tre match point in fila e stavolta basta il primo a concedere al martin pescatore del tennis la prima vittoria contro un top-10. “È incredibile, la scorsa settimana faticavo a giocare decentemente e questa ho vinto sei match di fila” dice lui, poi si corregge: “ops, cinque”. Cinque, Pierre-Hugues, sì, ma domani ce n’è un altro.
Risultati:
[4] T. Berdych b. M. Klizan 6-3 6-3
[6] J.W. Tsonga b. M. Cilic 7-6(8) 7-6(5)
[3] D. Goffin b. [5] G. Dimitrov 6-4 1-6 6-3
[Q] P. H. Herbert b. [2] D. Thiem 6-4 7-6(3)