da Rotterdam, Carlo Carnevale e Raoul Ruberti
FIDUCIA CONTRO SFIDUCIA – Avrebbe dovuto essere la semifinale più combattuta, si è rivelato un assolo davanti agli occhi di uno spettatore non pagante: Jo-Wilfried Tsonga supera in due set sorprendentemente agevoli Tomas Berdych, per raggiungere la sua 24esima finale in carriera, la seconda a Rotterdam (dopo quella persa nel 2011 contro Robin Soderling). Dovesse vincere il torneo tornerebbe in top 10, lui che come best ranking ha il numero 5 raggiunto nel 2012. Il francese, come successo contro Cilic in quarti, smentisce i confronti diretti che lo vedevano in svantaggio 3-8, dominando al servizio (10 ace, un solo doppio fallo e nessuna palla break concessa, quasi 70% di prime), gestendo con agio l’incontro una volta acquisito il vantaggio. Berdych arranca già dai primi scambi, si lamenta in continuazione con se stesso e il suo angolo, dove siede la splendida moglie Ester, ex Satorova: le imprecazioni sono dirette verso le corde della sua racchetta, evidentemente non tese come preferirebbe.
Decisamente insufficiente con il dritto, il ceco spedisce largo uno schiaffo al volo relativamente comodo nel sesto gioco, cedendo il servizio dopo aver annullato una palla break con un ace: Tsonga incamera il parziale e addirittura allarga la forbice già in avvio di seconda frazione, portandosi sul 2-0 e da lì amministrando senza patema alcuno. Evidente la serenità del franco-congolese, che in conferenza stampa ieri ha serenamente affermato di essere a fine carriera, forse il vero motivo per cui la pressione sembra essere assente: pessima la resa al servizio di Berdych, che si presentava in semifinale come il migliore interprete di questo fondamentale nella settimana (addirittura 81% con la prima e 68% con la seconda, numeri impensabili a guardarlo oggi). La scelta di avere Ivanisevic al suo fianco, seppur assente qui in Olanda, deve evidentemente ancora dare i suoi frutti. Tsonga attende adesso il vincente tra David Goffin (che entrerebbe in top 10 se facesse finale qui) e il sorprendente connazionale Pierre-Hugues Herbert, giustiziere di Thiem nei quarti. Comunque vada domani, e in qualsiasi modo si concluderà la stagione, il personaggio Tsonga sarà difficile da rimpiazzare.
SFIDA TRA AMICI – Se la semifinale del pomeriggio non coinvolge, complici come detto la fiducia di Tsonga e i passi indietro di Berdych, neppure quella della sera offre alla gente dell’Ahoy molte occasioni per trattenere il fiato. A David Goffin sono sufficienti 73 minuti e 16 game per interrompere prima del finale – e della finale – la piccola favola di Pierre-Hugues Herbert, non in grado di opporre una nuova contromossa a un tennis così diverso da quello sconfitto la sera prima. I colpi anticipati e orizzontali di cui il belga è maestro sono i nemici geometrici del serve and volley del francese, che riesce a tenere soltanto quattro degli otto turni di battuta dopo un torneo passato senza mai subire un break (qualificazioni incluse). È esemplare il vincente di rovescio con cui Goffin converte il primo set point: la pallina atterra sulla riga di fondo quando Herbert sta ancora completando il primo passo in uscita dal servizio, lontano metri dalla rete.
Nonostante la risposta dell’avversario funzioni talmente bene da cancellare gli scambi, spesso prima ancora che abbiano inizio, la sorpresa del torneo non si scoraggia mai. Pur sotto nel punteggio e nel morale, e con un doppio ancora da giocare prima di poter andare a letto, Pierre-Hugues cancella due match point al servizio e poi un altro in risposta con un grandioso vincente. Avrebbe cancellato anche il quarto forse, con un altro gran rovescio stretto, ma lui e Goffin sono grandi amici e così l’alsaziano sceglie di non rovinare la stretta di mano con un challenge. Applausi per entrambi e un’ennesima dimostrazione della grande concentrazione del belga, che è insieme causa ed effetto dei suoi traguardi della settimana: dalla finale di Sofia persa la scorsa domenica è riuscito a sbloccarsi nel torneo di Rotterdam e poi ad ottenere la prima vittoria in carriera contro Grigor Dimitrov. Ma soprattutto, a prescindere dal risultato di domani, David Goffin farà lunedì il proprio esordio nei top-10 del ranking ATP. Il risultato di Rotterdam aiuterà comunque anche Herbert a scalare una quarantina di posizioni in classifica, permettendogli così di portare il suo tennis anche nei tabelloni ATP di singolare un po’ più spesso.
Risultati:
[6] J.W. Tsonga b. [4] T. Berdych 6-3 6-4
[3] D. Goffin b. [Q] P.H. Herbert 6-1 6-3