[2] K. Pliskova b. C. Wozniacki 6-3 6-4
La finale del Premier di Doha si apre con l’inno nazionale del Qatar che viene eseguito da un coro misto vestito con abiti tradizionali. Tutto è molto suggestivo, anche se il pubblico sugli spalti è veramente poco, sintomo che i petroldollari possono costruire un evento sportivo nel deserto, ma non creare dal nulla una cultura sportiva. Caroline aveva vinto i tre precedenti, sempre chiusi in tre set, ma datati 2013 e 2014, quando Pliskova era ancora una giocatrice in evoluzione tecnica e fisica. Adesso la situazione è completamente capovolta, in quanto la ceca è una tennista in rampa di lancio, infatti è top 3, mentre la danese viene da un periodo di appannamento: qualche acciacco fisico e qualche distrazione da “gossip” hanno chiaramente influenzato i suoi risultati (basti pensare che per lunghi tratti lo scorso anno è stata addirittura fuori dalla top 50).
In Qatar Pliskova ha dimostrato di essere in forma e di riuscire ad adattarsi anche a condizioni climatiche non facili. Contro Cibulkova ha lottato molto con il vento che disturbava il suo lancio di palla, poi, una volta trovate le misure, si è sciolta ed è riuscita a superare la slovacca. Il 2017 potrebbe essere l’anno della consacrazione di Karolina, che, dopo il titolo a Cincinnati e la finale agli US Open la scorsa stagione, dovrà confermarsi e tentare di migliorare una classifica già eccellente. Se si esclude Serena, che fa praticamente gara a parte, Pliskova è in grado di stabilirsi nella lotta per un titolo Slam a patto di non avere cali di tensione o inciampi di percorso come troppo spesso le capita. In questa settimana le gambe della Wozniacki sono tornate a “rullare” con continuità, l’infortunio alla caviglia dello scorso anno è ormai un lontano ricordo. Del resto la danese ha nella capacità di allungare lo scambio un elemento cardine del proprio tennis, che se non è associato ad una condizione fisica perfetta semplicemente diventa inapplicabile. L’ex numero uno del mondo sta cercando di diventare più aggressiva, ma il diritto è ancora un colpo eccessivamente “lavorato” che non le permette di comandare il gioco. Discorso diverso è il rovescio, che è più piatto e, soprattutto, profondo: questo sbilanciamento nella dinamica dello scambio è evidente quando si osserva l’intera impostazione tattica di Caroline.
Fa ancora freddo, le giocatrici cercano di sciogliere i muscoli già durante le procedure di sorteggio. È Wozniacki a servire per prima e si trova subito sotto 0-40, perché la ceca affonda i propri fendenti da fondo campo. C’è il break immediato, certamente questo aiuta Karolina a rilassarsi, ma dai primi minuti è evidente la fatica della danese. La palla è costantemente disturbata dal vento che soffia sul centrale, tuttavia Pliskova si porta rapidamente sul 4-0 e sembra controllare facilmente il “lift” dell’ex n.1 del mondo. “Caro” è in balia dell’avversaria, che al servizio è un cecchino infallibile e con il diritto ottiene punti facili. Un combinato disposto letale e che non permette replica alla n.18 del ranking, che finalmente muove il punteggio. Arriva un primo controbreak, ma è dovuto ad un leggero calo di tensione della n.2 del seeding che commette un paio di svarioni evitabili. Wozniacki si avvicina sul 4-3, il colloquio con papà Piotr ha, forse, toccato le corde giuste, in quanto la 26enne di Odense riesce a muovere maggiormente la sua avversaria, che quando è costretta a colpire in movimento perde di efficacia. Ormai è tardi, Pliskova si scuote, strappa un’altra volta la battuta e si aggiudica il primo set con il punteggio di 6-3, ma, al netto della fiammata d’orgoglio della Wozniacki, c’è poco equilibrio in campo.
La prima a costruirsi una palla break nel secondo parziale è la danese, ma Karolina con il servizio risolve la questione e resta avanti. La danese prova a fare qualcosa, cerca di muovere la palla dando più rotazione ma è tutto inutile, perché il palleggio è poco incisivo. Si continua “on serve” fino al decimo gioco, in cui Pliskova diventa aggressiva e si procura due match point, che la ceca trasforma alla prima occasione. Una vittoria netta, senza sbavature che dimostra in maniera inequivocabile l’ingresso della ceca nell’élite del tennis mondiale. Per Caroline non è una bocciatura, ma per tornare competitiva ad alti livelli deve diventare più offensiva e prendere maggiormente l’iniziativa, perché la mera difesa non porta più risultati.