Probabilmente neppure uno scommettitore incallito come Dostoevskij avrebbe puntato un rublo sulla possibilità di avere in semifinale allo U.S. National Indoor Tennis Championship quattro giocatori con una classifica mondiale compresa tra la 62ima e la 103ima. Ed avrebbe sbagliato.
Infatti, al penultimo atto di uno dei più blasonati ed antichi tornei del mondo, che ha brillantemente attraversato tre secoli- la prima edizione risale al 1898- e che dal 1977 si disputa a Memphis, i protagonisti sono il kazako Mikhail Kukushkin (n. 103 ATP), il georgiano Nikoloz Basilashvili (n. 67 Atp) e gli statunitensi Ryan Harrison ( n. 62 ATP) e Donald Young (n. 81 ATP).
Prima assoluta per il derby tra i giocatori delle ex repubbliche sovietiche, Basilashvili e Kukushkin, con quest’ultimo leggermente favorito alla vigilia, nonostante una peggior classifica rispetto al suo avversario, in virtù di una spiccata propensione per il gioco indoor: cinque delle sei semifinali da lui disputate in carriera sono state al coperto e la sua unica vittoria ATP risale al torneo indoor di San Pietroburgo del 2010.
Due break, uno per parte, nei primi tre giochi caratterizzati da violentissimi scambi da fondo campo principalmente sulla diagonale di rovescio e parecchi errori non forzati commessi soprattutto da Basilashvili. I successivi tre game durano esattamente la metà dei primi, ovvero dieci minuti e rispettano la regola del servizio. Basilashvili non riesce a trasformare un break point al settimo, uno al nono e due non consecutivi all’undicesimo game, l’ultimo a causa di un rovescio a colpo sicuro scaricato in rete da due metri, permettendo al kazako di salvarsi e di giungere al tie break. Al primo set point, sul 6-5, il georgiano conquista il primo parziale grazie al punto più spettacolare dell’incontro , in un’ora e diciotto minuti di lotta a tratti quasi brutale in cui Basilashvili ha prevalentemente comandato il gioco, come documentano le 10 palle break a suo favore contro l’unica del kazako.
L’inizio del secondo set è ancora più marcatamente a favore del georgiano che si procura due palle break nel secondo game. La prima viene annullata da un pallonetto di diritto degno del miglior Murray, ma la seconda è quella buona e porta Basilashvili sul 2 a 0. Il georgiano nei primi tre turni di servizio non perde un solo punto mentre Kukushkin al sesto game cede nuovamente la battuta e poi la partita senza praticamente opporre resistenza tanto da lasciar adito al sospetto che possa avere risentito di qualche problema fisico. Prima finale in carriera per Basihlasvili, che vi arriva senza avere ancora perso un solo set.
Il secondo posto in finale se lo contendono gli statunitensi Donald Young, alla sua ottava partecipazione al Memphis Open e l’ex enfant prodige U.S.A., Ryan Harrison, attualmente numero 62 del mondo ma in grado di raggiungere la 43ima posizione a vent’anni e la semifinale di questo torneo nel 2015, persa contro l’attuale campione uscente Kei Nishikori. I due giocatori si affrontano per la terza volta: una vittoria per parte lo score.
Primo set divertente, caratterizzato da un gioco più vario di quello visto nella prima semifinale, in cui si ammirano pregevoli soluzioni offensive soprattutto da parte di Young che, non appena decide di rimanere più attaccato alla linea di fondo campo, perde il servizio alla prima palla break, al quinto gioco. All’ottavo game Young ritorna a farsi aggressivo e si procura a sua volta un break point con una bella volee di rovescio ma Harrison l’annulla con una prima di servizio al corpo e poi non concede più nulla sino al 6-4 conclusivo ottenuto in 41 minuti di gioco.
Inizio di secondo set curiosamente simile nello svolgimento a quello della precedente semifinale, con il perdente del primo parziale che cede il primo ed il terzo turno del proprio servizio al vincente che vola rapidamente sul 4 ad 1 con il servizio a disposizione. Al sesto game Young ha una chance di annullare almeno uno dei due break, ma un passante lungolinea di rovescio di Harrison la cancella. Young ha comunque il merito di non darsi per vinto e sul 2 a 5 si procura due palle break consecutive con un gioco molto propositivo, annulla a sua volta un match point con un attacco vincente e poi riesce finalmente a strappare il servizio ad Harrison alla terza opportunità. Nel gioco successivo, sul 3 a 5, si trova a dover annullare ben tre match point consecutivi e lo fa con altrettante discese a rete. Ma è l’ultimo miracolo. Nel seguente turno di battuta Harrison ha qualche incertezza sul primo punto in cui riesce quasi a sbagliare una volee di diritto a campo aperto, per poi ritrovare sicurezza e aggiudicarsi il game a zero ed insieme ad esso il diritto di disputare domani la prima finale ATP della sua carriera.
Finalmente, lui, Basilashvili, oppure entrambi, perderanno il primo set in questo per loro splendido torneo. Kukushkin e Young si consolano, oltre che con i 32.000 dollari di premio vinti, con una significativa ascesa nella classifica ATP che dovrebbe vederli da lunedì rispettivamente intorno alla 70ima e 60ima posizione.
Risultati:
Basilashvili b. M. Kukushkin 7-6 (5) 6-1
Harrison b. D. Young 6-4 6-4
Roberto Ferri