Bautista Agut, artefice principale della vittoria della Spagna in Coppa Davis contro la Croazia, durante una lunga intervista al giornale spagnolo El Confidencial ha espresso giudizi contrastanti sul valore della competizione. Per prima cosa inizia sottolineando i vantaggi e gli svantaggi che si hanno giocando a tennis in una nazione come la Spagna: “La competitività è alta perché ci sono moltissimi giocatori di grande qualità che hanno una classifica elevata, e poi abbiamo anche avuto la fortuna di avere un numero 1 come Rafa. Vincendo Slam quasi ogni anno ha messo in ombra molti giocatori. Probabilmente se fossi venuto da un altro paese sarei stato apprezzato di più”.
Il discorso si sposta subito sulla sua preparazione e su come si organizza per gli eventi importanti. Bautista Agut ha preferito rinunciare al torneo di Dubai, preferendo quelli di Chennai e Sofia e ha motivato così la sua scelta. “Cerco di impostare il calendario in modo da arrivare pronto in occasione di eventi importanti. La scorsa settimana ero a Sofia con la testa di serie numero 4, questo significa che c’erano solo 3 giocatori con una classifica più alta della mia. L’idea è di essere presente nei Masters 1000 e negli Slam, e poi tirare il fiato scegliendo, tra i tornei che non sono obbligatori, quelli più adatti a me.” Parlando poi del calendario in generale, lo spagnolo non si è affatto trattenuto: “Il calendario è scandaloso, bisognerebbe fare qualcosa per avere maggior riposo e la stagione andrebbe ridistribuita”. Proprio lui che non si esime dal prendere parte alla competizione per nazioni, sentendo la necessità di “fare qualcosa per cambiare la Coppa Davis con urgenza. Continuando così si finisce per giocare ogni settimana. Ho dovuto giocare due singolari partendo da uno svantaggio di 0-1 e poi 1-2 ed è stato un momento di grande pressione e difficoltà per me, soprattutto dopo aver trascorso un mese in Australia ed aver fatto un sacrificio del genere”.
Viene allora naturale chiedersi perché mai abbai risposto “Sì” alla chiamata, e lui onestamente ha risposto: “Lo considero come una tassa che ogni giocatore deve pagare se vuole sentirsi a posto con se stesso. La Davis ti pone sotto livelli di stress e di tensione che ti rendono un giocatore migliore. La cosa che mi spinge ad andare, piuttosto che riposarmi, è il fatto che la Spagna merita di stare in prima divisione e anche di raggiungere la finale”.