Garbiñe Muguruza ha iniziato una stagione fondamentale per lo sviluppo della sua giovane carriera. Da un lato la tennista nata a Caracas è chiamata alla conferma; dall’altro è obbligata al riscatto. Campionessa slam a ventidue anni e mezzo dopo il trionfo sul Philippe Chatrier e attesa a repliche più o meno immediate, Muguruza nella seconda parte del 2016 è crollata dal punto di vista di adrenalina, prestazioni fisiche e concentrazione, infilando una nerissima seconda parte di stagione appena mitigata dalla semifinale raggiunta a Cincinnati. Dodici mesi così marcatamente segnati da picchi altissimi e subitanee, rovinose cadute meritavano un periodo di riflessione che certo ha prodotto risultati; risultati che la stessa Garbiñe ha inteso svelare nel corso di una lunga intervista rilasciata al noto quotidiano sportivo iberico Marca.
La numero 7 del mondo è partita analizzando l’inizio dell’annata in corso, contrassegnata da risultati discreti ma subito intralciata da qualche antipatico problema fisico, presumibilmente originatosi durante la sfida di Fed Cup persa un paio di settimane fa contro la Repubblica Ceca. “La superficie di Ostrava era molto spinta, aggressiva, e ho presto iniziato ad accusare problemi all’adduttore. Ho anche quattro unghie completamente viola a causa delle frenate improvvise, è stato folle! Ho deciso di andare a giocare la Fed Cup nonostante i problemi che ho avuto in Australia – è stata costretta al ritiro durante il torneo di Brisbane a causa di un infortunio alla coscia – perché avevo promesso a Conchita che sarei stata a disposizione, ma in vista dello spareggio con la Francia di aprile non posso promettere nulla. Amo giocare per la mia nazionale, ma prenderò una decisione valutando le mie condizioni e la superficie che verrà scelta“.
Muguruza ha poi voluto soffermarsi sugli sforzi in corso d’opera per piegare i lati problematici del proprio carattere, che troppo spesso hanno contribuito a complicare le fasi più delicate dei suoi incontri. “Cerco di non impazzire quando le cose si mettono male. Voglio dire, per me è difficile: ho sempre creduto che perdere il primo set equivale a una tragedia, ma sto cercando di cambiare il mio modo di ragionare. Adesso se sono sotto 5-2 provo a pensare che lottando potrò avere una chance di rientrare. Ogni tanto i vecchi demoni tornano a farmi visita, ma sto facendo di tutto per scacciarli“. Perché la testa è importante, ma il fisico, soprattutto un fisico martoriato da mille acciacchi come il suo, forse lo è ancora di più: “Ho lavorato moltissimo, fino allo sfinimento, e qualche risultato si inizia a intravedere. A Doha, per esempio, ho giocato due partite molto dure in un solo giorno, ma tutto sommato sono riuscita a evitare di uscire dal campo su una sedia a rotelle“. Garbiñe le sta provando tutte per appianare il notorio deficit fisico che sempre l’ha limitata, e nel tentativo di raggiungere l’ambizioso intento non si è sottratta all’immancabile restyling della dieta, tanto in voga tra i più avveduti tennisti contemporanei: “Ho completamente eliminato la farina, i dolci e le bibite gassate. Prima mi alimentavo come una ragazza qualsiasi e se mi andava una pizza, mangiavo una pizza. Devo ammettere che le cose stanno andando molto meglio, ora ho molti più muscoli e un livello di massa grassa accettabile“.
Puntuale come una mannaia è poi arrivata la richiesta di un commento sull’affaire Sharapova, ma Muguruza, come molte sue colleghe nelle scorse settimane, ha liquidato l’argomento con poche, laconiche parole: “Alle giocatrici questa faccenda interessa poco. Personalmente nemmeno mi ricordo di Sharapova. Si, per i tornei il suo ritorno rappresenterà una buona notizia perché lei catalizzerà tutta l’attenzione dei media, ma ripeto, a noi giocatrici tutto questo non interessa molto“.
Sollecitata sulla questione relativa all’omosessualità nel circuito femminile, ampiamente dibattuta negli ultimi mesi dopo le piccanti dichiarazioni a riguardo rilasciate da Ekaterina Bychkova, Garbiñe ha dichiarato di non far troppo caso, per indole, a determinati argomenti. “Davvero non saprei dire come stanno le cose, anche perché devo ammetterlo: nello spogliatoio sono leggermente asociale“. Un’asocialità che pare non averle procurato molte simpatie all’interno del circuito: poco più di un anno fa, nel corso di un’intervista concessa a El Pais, Muguruza aveva escluso l’esistenza di un vero rapporto di amicizia tra colleghe, alzando il tiro fino alla clamorosa dichiarazione – “ci odiamo tutte, chi dice il contrario afferma il falso” – che scatenò un’irrefrenabile ridda di polemiche e piccate repliche. “Sono stata attaccata da moltissime persone per quelle parole. Lo accetto, anche se il fatto che nessuno sia venuto a chiedermi spiegazioni mi ha molto ferita. Tutti hanno scritto di tutto, ma in pochi hanno desiderato sapere perché abbia parlato in quel modo“.
In conclusione, la campionessa in carica del Roland Garros si è concessa una riflessione sulle considerazioni che i tifosi – sempre più liberi e feroci grazie alla diffusione dei social di massa – le riservano. “Credo che uno dei danni più gravi prodotti da internet sia l’aver cancellato la mediazione, l’equilibrio di giudizio. Oggi mi odiano, domani mi amano. Francamente mi sono stancata, e ho gettato la spugna. Non leggo più nulla, e se vengo a sapere che qualcosa è stato detto sul mio conto lo accetto. Tanto non cambierà mai niente: se oggi perdo sono da buttare, ma se domani vinco scriveranno hey, Garbiñe, quello che hai fatto è incredibile!“.