Shahar Peer ha deciso di mettere un punto. La sua carriera da tennista finisce qui, a 29 anni, dopo una serie di infortuni e ricadute che non le hanno permesso di continuare a fare ciò che ama di più. L’incipit della sua lettera è lo stesso con cui qualche mese fa Nicole Vaidisova comunicò la scelta di appendere la racchetta al chiodo: “Ho deciso di condividere con voi una delle decisioni più dure che abbia mai preso nel corso della mia carriera” e in allegato una sua foto da bambina armata di pallina, racchetta e un sorriso a trentadue denti.
La voglia di giocare è venuta meno a causa di un’infiammazione cronica alla spalla destra. Due anni di tribolazioni, di rientri solo momentanei. L’ultima volta in campo lo scorso anno a Monterrey, un primo turno di qualificazione. “Ho perso la voglia di giocare a tennis e di allenarmi intensamente come faccio da quando avevo sei anni e mezzo”
Cinque titoli WTA, due volte atleta dell’anno in Israele, Peer sarà ricordata come la prima atleta israeliana a disputare un torneo nella penisola arabica, a Doha, nel 2008. Pochi però ricordano che già nel 2007 scelse di giocare in doppio con Sanja Mirza, tennista di fede musulmana. La decisione fece tanto discutere, Mirza subì numerose pressioni e la coppia si sciolse rapidamente.