Il tennis italiano veniva da due settimane estremamente negative, durante le quali, nonostante fossero calendarizzati tornei sulla terra battuta, la superficie sulla quale storicamente i nostri giocatori ottengono i migliori risultati, già al mercoledì non vi erano più tennisti italiani in gara. Il fato ha però ben pensato di darci una mano e non farci rischiare di vivere una terza, amarissima, settimana, posizionando tre nostri tennisti italiani nello stesso spicchio di tabellone a San Paolo, frapponendo tra loro ed i quarti di finale solo l’ottantottesimo giocatore al mondo, Rogerio Dutra Silva, non esattamente un campione. Non vi è stato un clamoroso harakiri e per fortuna siamo tornati ad avere almeno un italiano nei quarti, Fabio Fognini, il quale, dopo aver vinto i due derby contro Cecchinato e Giannessi, davanti a Carreno Busta, giocando malissimo un set, non ha potuto fare altro che fermarsi. Pochissimo altro ha offerto questa settimana, se non il solito Lorenzi che ad Acapulco ha come di consueto portato la pagnotta a casa, arrivando al secondo turno di Acapulco, dove poi ha perso male da Nadal. Una menzione merita anche la Schiavone, che in Messico ha perso con onore dalla campionessa olimpica Puig, ma il dover citare una sconfitta onorevole al primo turno fa capire meglio di tante parole il momento davvero difficile del nostro tennis agonistico.
Venendo al racconto della settimana, partiamo da chi ha fatto meglio di tutti, Fabio Fognini, il quale era alla sua settima partecipazione al torneo di San Paolo (suo miglior risultato è stato raggiunto nel 2008, quando perse in semifinale da Almagro) dove ha iniziato la sua serie di derby tricolori affrontando al primo turno Marco Cecchinato, risalito al 185°posto del ranking ATP in seguito al secondo turno conquistato a Rio dopo aver superato le quali. Vi era un solo precedente tra i due, risalente al maggio 2013, quando a Nizza il ligure si impose in rimonta in tre set, testimoniante come Fabio non dovesse prendere sottogamba la partita. Fognini, partito meglio ed issatosi sul 5-1, ha subito un tentativo di rientro dell’avversario, prima di chiudere dopo 36 minuti il primo set. Nel secondo parziale Cecchinato si è portato in vantaggio nel punteggio, andando a servire per portare la partita al terzo sul 5-3, ma un doppio fallo sul 30-15 ha aperto la strada della rimonta a Fabio che però, sul 5-6, ha dovuto annullare un set point prima di guadagnare l’accesso al secondo turno al tie-break, chiudendo l’incontro col punteggio di 6-4 7-6(4) in 1 ora e 35 minuti di partita. Una gara povera tecnicamente, ma molto combattuta, durante la quale Fabio ha vinto pur servendo male (2 ace, 8 doppi falli, 48% di prime). Al secondo turno Fognini ha affrontato Alessandro Giannessi in un derby ligure che aveva avuto un solo precedente, nel 2010 nel Challenger di Genova, portato a casa dal taggiasco in due set: questa volta la sfida è stata ancora più equilibrata.
Il primo set della sfida ha rispettato i turni di battuta, sebbene con diverse difficoltà a conservare il servizio (Cecchinato ha dovuto salvare 4 palle break, mentre Fognini non ha mai fatto arrivare nemmeno ai vantaggi il siciliano), con l’unica eccezione del nono e decimo game, durante i quali i due liguri si sono ricambiati i break: nell’inevitabile epilogo del gioco decisivo, la freddezza del più esperto ha avuto la meglio, consentendo a Fabio di portare a casa il primo parziale dopo 58 minuti. Nel secondo,il solito ossequioso scambio di break (questa volta tra il terzo e quarto gioco) ha confermato il copione del primo (con la differenza che in questo caso è Fabio a dover annullare tre palle break complessive), portando la partita al tie-break, ancora vinto con buon margine da Fognini, vincitore dell’incontro con il punteggio di 7-6(1) 7-6(3) dopo 1 ora e 59 minuti di partita.
Ai quarti di finale, il numero 2 azzurro si è trovato di fronte la prima testa di serie del tabellone, il 25enne iberico Pablo Carreno Busta, reduce dalla semi di Buenos Aires e dalla finale di Rio, ed al suo best career ranking di 23°giocatore al mondo: non promettevano assolutamente bene i tre precedenti – due dei quali freschi, dello scorso autunno, sull’indoor di Mosca e Bercy- tutti vinti dallo spagnolo. Con queste premesse, è stato delittuoso per Fabio perdere il primo set senza neanche in pratica giocarlo, cedendolo senza vincere un gioco in appena venti minuti. Rotta l’inerzia sfavorevole al terzo gioco del secondo parziale, il nostro giocatore è finalmente entrato in partita, ma non ha avuto subito la chance per rientrare davvero in partita ed ha anzi dovuto annullare due match-point sul 3-5 e fare 4 punti consecutivi nel gioco successivo, quando Carreno era nuovamente a due punti dal match. Il quarto tie-break del torneo per Fognini, a differenza dei precedenti tre, non è stato fortunato e così una partita a due facce per il nostro giocatore si è conclusa, con la vittoria dello spagnolo col punteggio di 6-0 7-6(1) in 1 ora e 11 minuti di match, nel quale è spiccata la differenza di rendimento tra le seconde dei due giocatori (76% dell’iberico contro il 32% dell’azzurro).
Fognini, che nel tabellone del Brazil Open è stato accreditato con la quinta testa di serie, era l’unico tennista italiano con la classifica tale da accedere direttamente al tabellone principale: gli altri due che sono entrati nel tabellone principale, Marco Cecchinato (sopra abbiamo raccontato della sua sconfitta contro il ligure) ed Alessandro Giannessi (sconfitto da Fabio al secondo turno) hanno dovuto iscriversi al tabellone delle quali. Il primo, per accedere al main draw, ha sconfitto in sequenza il 29 enne argentino Leonardo Mayer, 139 ATP (ma ex 21 meno di due anni fa) col punteggio di 6-4 2-6 6-3 in 1 ora e 44 minuti e poi un altro albiceleste, Nicolas Kicker, 100 ATP, prendendosi così la rivincita dell’eliminazione al primo turno di Rio della settimana precedente, con una vittoria archiviata con lo score di 6-1 5-7 6-2 in 1 ora e 52 minuti. Giannessi, invece, nelle quali ha avuto un percorso più agevole, contro due tennisti entrambi ritiratosi nel corso delle partite. Alessandro infatti ha affrontato e sconfitto prima l’alternate Federico Coria, argentino col ranking di 244 ATP, liquidato con il punteggio di 6-0 0-0 Ret. in 37 minuti; poi ha superato Guido Andreozzi,132 ATP (contro il quale era sotto 2-1 nei precedenti), con lo score di 4-6 7-6(5) 2-0 Ret in 2 ore ed 11 minuti.
Il tennista italiano mancino con la miglior classifica nel ranking ATP, prima di perdere da Fognini, ha superato il tennista di casa (è nato proprio a San Paolo) Rogerio Dutra Silva, n°84 ATP, già sconfitto, dopo aver salvato due match point, appena due settimane fa a Buenos Aires. Non era un match facile, considerando le condizioni ambientali che sostenevano il carioca e la circostanza che quest’ultimo comunque conducesse per 2-1 i precedenti. Nel corso del primo set, si è arrivati, senza che nessuno venisse brekkato (ma Giannessi ha annullato 7 palle break,il paulista solo 1) a Dutra Silva che ha servito per rimanere nel set sul 4-5, ma tre doppi falli nel corso del decimo gioco hanno consegnato il parziale ad Alessandro. Nel secondo, il brasiliano ha avuto una veemente reazione, portandosi sul 3-0 con doppio break a suo favore, ma, in questo frangente, si è vista la determinazione che il mancino azzurro mette sempre in campo: ha vinto sei giochi di fila, non senza salvare sette palle break complessive per riuscirci ( complessivamente ne salverà 15 su 17, sintomo di una capacità elevata di giocare bene i punti importanti) ed ha chiuso col punteggio di 6-4 6-3 in 1 ora e 48 minuti.
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