F. Fognini b. K. Kravchuk 0-6 7-5 6-4 (da Indian Wells, il nostro inviato Vanni Gibertini)
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Non si sono fatti mancare davvero nulla gli spettatori dello Stadium 4 dell’Indian Wells Tennis Garden che hanno accompagnato il tramonto con il primo turno del BNP Paribas Open tra Fognini e Kravchuk. Sono mancati solamente i match point annullati, giusto per un soffio e grazie ad un colpo di alto mestiere di Fognini, ma per il resto c’è stato di tutto: rimonte, capovolgimenti di fronte, colpi al fulmicotone, drop shot, ammonizioni, “Hawk Eye” non funzionante ed un quasi penalty-point al Fabio nazionale. Ce n’è stato abbastanza per convincere gli spettatori delle ultime file, che all’inizio erano tutti voltati verso l’esterno per assistere all’allenamento di Federer sul Practice Court 2, a girarsi di 180 gradi e farsi coinvolgere da questo dramma con racchetta, spettacolare ed avvincente almeno per gli ultimi due set.
Sì perché nei venti minuti che sono occorsi per completare il primo parziale il traffico è stato totalmente a senso unico: un Fognini evanescente e con il diritto particolarmente fuori- fase non ha saputo opporre alcuna resistenza al tennis essenziale del 32enne moscovita, sempre sopra i 200 all’ora con la prima e puntuale come un treno svizzero con il diritto incrociato dalla parte sinistra. Annullata per un pelo la palla dello 0-2 subito dopo essersi preso un’ammonizione per aver scagliato una palla due o tre campi più in là, Fognini due game più tardi si imbarca in quattro errori gratuiti che mandano l’avversario avanti 4-1 ed il ligure in quella che poteva sembrare una buca senza uscita. Ma sotto l’incoraggiamento di un paio di signore attempate in terza fila che non hanno mai smesso di sostenere il loro “Fabio” (“You can do it” e “We love you” le frasi più gettonate), Fognini si è aggrappato a quel che rimaneva del suo servizio (otto doppi falli, parecchi falli di piede e quasi tutti in momenti delicati) ed ha resistito quanto è bastato per far tremare Kravchuk, ad un passo dalla prima vittoria in un Masters 1000. La sua battuta, granitica fino al 5-4 (0 palle break concesse), diventa d’un tratto più malleabile, affiora un doppio fallo, Fognini riesce a leggere meglio le traiettorie e sugli scambi Kravchuk non si se la sente più di palleggiare con il suo traballante rovescio e fugge a rete. Prima di girare il match, Fabio si salva dal baratro con grande mestiere: dopo aver mancato l’ennesimo diritto da fondo per mandare l’avversario a due punti dal match sul 30-15, il ligure scaraventa la racchetta per terra, probabilmente rompendola. Sarebbe stata seconda ammonizione e quindi penalty point se l’avesse cambiata; invece gioca un altro punto, trova un buon passante sulla fuga in avanti di Kravchuk e sul 30-30 sostituisce l’attrezzo danneggiato senza però subire sanzioni. Fognini sale improvvisamente di livello, ottiene il secondo break consecutivo con un rovescio lungolinea ‘alla Agassi’ e porta di slancio il match al terzo set.
Qui all’azzurro manca il guizzo per il colpo del K.O., quando Kravchuk cede a zero la battuta in apertura di parziale, ma Fognini restituisce il break immediatamente dopo un game di 16 punti. La regola del servizio viene immediatamente ristabilita, i protagonisti viaggiano appaiati verso la dirittura d’arrivo e dal 3-3 il dramma si impossessa del pubblico, anche grazie ad alcuni colpi vincenti da ‘shot of the day’. Fabio manca tre palle del 4-3, poi sbaglia di svariati chilometri tre diritti consecutivi concedendo tre chances del 5-3 a Kravchuk, che però vengono cancellate così come erano state donate. Il break decisivo arriva al game successivo, con un passante di diritto in corsa vincente da urlo ed un rovescio lungolinea fotocopia di quello che aveva deciso il secondo set. C’è ancora tempo per un ultimo colpo di coda nel game finale, quando sul 30-30 ‘Hawk Eye’ si rifiuta di funzionare, arrivando poi dopo diversi interminabili secondi a mostrare un rovescio di Fognini chiamato fuori come comodamente sulla riga: Fognini vuole il punto, e si dispera quando l’arbitro Ali Nili non glielo concede; Kravchuk getta la racchetta perché vuole vedere con i suoi occhi il responso del ‘Falco’. Alla fifne si rigioca il punto, chiuso da uno smash di Fognini, che con un ace immediatamente successivo sigla la vittoria dopo 2 ore e 18 minuti.
Al secondo turno per lui un incontro molto impegnativo con Jo Wilfried Tsonga, contro il quale ha sempre giocato partite combattute ma non è mai uscito vincitore nei quattro precedenti confronti diretti.
P. Lorenzi b. R. Haase 6-4 6-3 (da Indian Wells, il nostro inviato Luca Baldissera)
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Prima vera giornata di gran caldo nel deserto del nord della California, il sole picchia duro, gli spettatori dello “Stadium 6” del Tennis Garden di Indian Wells si coprono con teli, ombrellini vari, asciugamani, e nell’aria c’è un profumo di creme solari che nemmeno a Rimini in agosto. Picchia duro anche Paolo Lorenzi (35 anni, numero 38 ATP), però, opposto nel suo match di primo turno all’olandese Robin Haase (29 anni, numero 47 ATP), che aveva battuto nell’unico confronto precedente (a Kitzbuhel nel 2014).
L’azzurro si presenta in campo con una vistosa fasciatura al polpaccio sinistro, ma non pare accusare il minimo fastidio, inizia subito alla grande spingendo e palleggiando bene in pressione da fondo, e brekka l’avversario già nel primo game, lunghissimo e combattuto (15 punti). Tiene per il 2-0 annullando a sua volta un break point Paolo, e nel terzo game strappa ancora la battuta a Haase, che sembra nervosissimo e incerto (diversi doppi falli). Non capisco l’olandese, ma da tre metri si sente bene il tono, e non credo proprio che Robin stesse brontolando parole che uno direbbe a cena dai genitori della fidanzata. Paolo giustamente incassa i punti gratuiti, contrattacca quando deve, e in pochi minuti sale 4-1 e servizio, due break di vantaggio. Un attimo di distrazione costa a Lorenzi un turno di battuta ceduto, del resto Haase non è uno passato di lì per caso, una reazione era da aspettarsela, ma il senese non concede altro e chiude 6-4.
Il secondo set procede sulla falsariga del primo, bisogna onestamente dire che questo non è certo un buon Robin, le discussioni e i gesti di frustrazione e stizza rivolti all’angolo olandese si sprecano (e a questo punto sono contento di non capire la lingua, perchè a occhio eravamo decisamente alle imprecazioni pesanti), arrivano altri due break per Lorenzi, che come ci dirà nella chiaccherata post-match si è accorto di quanto i suoi liftoni alti e carichissimi, alternati a improvvise accelerazioni, anticipi e drop-shot dessero fastidio all’avversario. Sul 5-2 Paolo serve per il match, Haase piazza un gran game di rabbia e orgoglio, si porta 3-5, ma non è proprio giornata per lui: un errore di dritto su buona risposta di Paolo consegna la partita all’azzurro, al primo match point. Per Lorenzi ora Stan Wawrinka, con cui è sotto 2-0 nei confronti diretti, ma entrambi risalgono al 2013, certo sarà durissima, però vale sempre la pena provarci. Intanto, per oggi bravissimo Paolo.