dal nostro inviato a Indian Wells
Novak, nel corso degli anni hai migliorato molto tecnicamente, per esempio il servizio che è diventato praticamente perfetto. A questo punto della tua carriera, senti di avere ancora, a livello di colpi, qualcosa di specifico su cui lavorare? “Oh, un sacco. Anche se da fuori, a momenti, posso sembrare senza difetti, non è assolutamente così. Come dicevo, di giorno in giorno la versione migliore di te stesso cambia. Devi lavorare in continuazione su tutti questi colpi per mantenere quel livello di consistenza, ed efficacia. Se non lo fai, è facilissimo perdere le giuste sensazioni. Stiamo parlando degli aggiustamenti fini, dei dettagli, non delle esecuzioni in generale, quelle se sei stato un giocatore di tennis per tutta la vita non te le dimentichi. Il lavoro costante, gli allenamenti giorno dopo giorno, hanno uno scopo e un significato, è per quello che continuiamo a stare là fuori, a cercare di avere quel bel timing, anche perchè ogni torneo ha condizioni differenti, giochi al coperto, giochi all’aperto, superfici diverse, palle diverse, rimbalzi diversi, velocità diverse. Quindi devi sempre riadattarti a tutto questo.
Ci sono giocatori che amano colpire le palle alte, altri preferiscono i punti di impatto più bassi, c’è chi usa di più o di meno le rotazioni, chi colpisce più piatto. Ci sono così tante variabili in questo gioco, è uno sport che veramente ti costringe a impegnarti nel lavoro, come giocatore richiede che tu sia totalmente dedicato, a tempo pieno. Questo se vuoi arrivare al massimo livello che ti è possibile: certo, puoi anche usare solo il tuo talento, affidarti a quello, e arrivare comunque a buone posizioni in classifica, ma se punti al top, non c’è altra strada che la dedizione costante”.