È giunta in modo inaspettato la sconfitta del n.1 Andy Murray. Sorteggiato in una zona di tabellone pressoché sgombra da pericoli lo scozzese si è invece arreso al primo ostacolo: il n.129 Vasek Pospisil ha certamente disputato un incontro di grande livello, ma la tenuta di gara dello scozzese è stata tutt’altro che impeccabile. “Ho iniziato bene l’incontro, è stata dura digerire il primo set perché sono stato due volte avanti di un break. Stasera non ho servito particolarmente bene e questo non mi ha aiutato”. Gli chiedono se dipenda dal problema alla spalla, nega in modo deciso. “No, la spalla è ok. Non so esattamente perché ho servito male“. Lo scozzese concede poi i giusti meriti al suo avversario: “Soprattutto nel secondo set è stato molto aggressivo. Ho cercato di ribattere con i passanti ma stasera ne ho sbagliati troppi. Certo, in alcuni momenti importanti lui ha tirato fuori dei grandi riflessi sotto rete“. Come questo, ad esempio.
.@VasekPospisil with an epic lunge volley to send this second set to a tiebreak.#BNPPO17 pic.twitter.com/MZhcuSYdVq
— Tennis TV (@TennisTV) March 12, 2017
Lo scarso feeling con i campi di Indian Wells, su cui Murray non ha mai brillato in carriera, è probabilmente uno dei motivi principali della sua sconfitta. Le motivazioni non paiono chiare nemmeno al diretto interessato: “Non so perché mi succede, in allenamento di solito gioco molto bene. In qualche occasione negli anni scorsi ho giocato meglio, ma non abbastanza. Non so se dipende dalle condizioni di gioco, davvero non so perché qui non riesco a esprimere il mio miglior tennis“. E no, non c’entra neanche la spinta del pubblico che ha sostenerlo l’impresa del canadese. “C’era una bella atmosfera alla fine. Dopo i primi 20 minuti lo stadio si è riempito, lui ha iniziato giocare dei grandi colpi ed è stato molto aggressivo. Il pubblico ha iniziato a incoraggiarlo ma questo non mi ha influenzato“. Due anni fa sempre a Indian Wells era andata diversamente, con la netta vittoria di Andy per 6-1 6-3. Vittoria senza troppa sbavature anche a Wimbledon, sempre nel 2015. “Sull’erba è troppo diverso, difficile confrontare. Quando abbiamo giocato qui due anni fa forse non era stato così solido da fondo campo. Questo oggi gli ha permesso di venire a rete con più tranquillità“.
Una possibile spiegazione però c’è, che è anche un punto di contatto con la sconfitta di Melbourne contro Mischa Zverev. La proiezione offensiva di Pospisil, che come il tedesco ha attaccato la rete con continuità e precisione. “In carriera ho sempre ottenuto ottimi risultati contro chi fa serve&volley, forse adesso ho bisogno di approfondire questo aspetto. Anche se non ho mai avuto occasione di confrontarmi in allenamento, mi sono sempre trovato bene contro avversari di quel tipo. Non credo abbia inciso il fatto che Vasek ha giocato il serve&volley: oggi il problema è stato il mio scarso rendimento a servizio”. Lo scozzese è però possibilista sul fatto che questo stile di gioco possa ancora pagare nel tennis moderno. “Tutti dicono che non si può giocare in questo modo. Credo di no, si può fare se lo fai molto bene. Anche se di solito non viene insegnato e ci vuole molta pratica, se inizi a praticare questo tennis fin da quando sei giovane si possono ottenere grandi risultati. Ovviamente ci sono alcune superfici dove è più semplice, come l’erba, o il cemento veloce, ma non ci sono motivi per cui non si possa giocare ad alti livelli con uno stile di gioco offensivo”.
Ora per Murray il prossimo appuntamento è Miami, dove si allena per gran parte della stagione. Anche se poco prima di lasciare la conferenza ammonisce un giornalista disattento: “Il doppio, domani devo giocare in doppio“. In coppia con Daniel Evans sfiderà infatti Rojer/Tecau, magari per ritrovare un po’ di fiducia e scacciare qualche demone di troppo.