[3] S. Wawrinka b. [LL] Y. Nishioka 3-6 6-3 7-6(4) (Giacomo Capra)
Vince soffrendo e senza convincere Stan Wawrinka contro il sorprendente giapponese Yoshihito Nishioka. Il giocatore asiatico, che ha appena aggiornato il suo best ranking al numero 70 ATP, conclude così un torneo comunque straordinario. Infatti il tennista classe ‘95, entrato in tabellone come lucky loser, ha battuto all’esordio Elias Ymer (curiosamente lo stesso giocatore che lo aveva eliminato al turno decisivo delle qualificazioni) e ha poi colto due vittorie di grande prestigio contro Karlovic e Berdych, raggiungendo per la prima volta in carriera gli ottavi di un Masters 1000. Sfida inedita tra i due, in cui è proprio il nipponico il primo a strappare il servizio all’avversario nel terzo game, salvo subire l’immediato controbreak nel gioco successivo. Dal 3 pari però lo svizzero comincia a non tenere più una palla in campo e finisce per lasciare andare il parziale quasi senza lottare, cedendo la battuta altre due volte. Ad inizio secondo set Wawrinka, pur continuando a non convincere, trasforma la seconda palla break su due nel match grazie a un bel passante di rovescio e sale così sul 2-1 e servizio. L’elvetico saprà gestire bene il prosieguo del set chiudendo con un secondo break sul 5-3. Il 31enne di Losanna parte però ad handicap nel parziale decisivo perdendo la battuta già nel primo game. Yoshihito è bravissimo a tenersi stretto il vantaggio fino al momento di andare a servire per il match. Qui tuttavia Stan si ricorda improvvisamente di essere un campione e, grazie a un passante stretto di rovescio e a un dritto vincente sulla riga, impatta sul 5-5. Ma lo svizzero continua ad andare a corrente alternata: perde ancora una volta la battuta per poi recuperare in extremis lo svantaggio e rimandare l’esito del match al tie-break. Qui riesce finalmente in quello che non gli è riuscito per tutto l’incontro, ovvero sfondare con continuità il muro dall’encomiabile giapponese. Il tennis leggero e di rimessa dell’asiatico, con cui era stato abile a imbrigliare il gioco del numero 3 del mondo, all’improvviso si rivela impotente di fronte alle pesantissime accelerazioni avversarie e Nishioka finisce sconfitto per 7 punti a 4. Wawrinka dunque si salva, dimostrando di essere capace di portare a casa le partite anche nelle giornate storte, ed accede ai quarti di finale. Sfiderà il vincente del match tra Gael Monfils e Dominic Thiem.
[8] D. Thiem b. [10] G. Monfils 6-3 6-2 (Emmanuel Marian)
I presupposti per un match equilibrato c’erano tutti: i precedenti, in verità appena due, erano stati vinti da Thiem, ma in entrambi i casi l’esito era stato deciso al terzo set. Invece, con somma delusione del pubblico sopravvissuto in chiusura di programma al Nole detronizzato e soprattutto al “Fedal”, il globetrotter austriaco ha impiegato poco più di un’ora per aver ragione di un Monfils molle, falloso e rinunciatario. I colpi carichi e pesanti di Dominic hanno da subito esacerbato il peggior vizio di Gael, il quale si è presto rannicchiato tre metri dietro la linea di fondo nell’infruttuoso tentativo di difendersi a oltranza, ma non era difficile prevedere che tale tattica non gli avrebbe detto bene. Il momento di svolta del primo set è arrivato già nel quarto gioco, quando Monfils, vittima di tre macroscopici errori con il dritto, ha ceduto il servizio subendo cinque punti consecutivi dal 40-0. In un incontro a senso unico, La Monf avrebbe anche avuto due possibilità per rientrare nel nono game con il più giovane avversario chiamato a chiudere il parziale, ma quest’ultimo ha annullato le due palle break concesse affidandosi ad altrettanti, poderosi kick che di fatto hanno chiuso la contesa.
Bisogna annotare che, in un primo set giocato senz’anima, Monfils ha trovato comunque il modo di farsi ricordare: su un tiro di Thiem forse lungo ma non chiamato dal giudice di linea il funambolo parigino si è fermato e, giratosi spalle al campo, ha chiesto lumi al proprio box, contestualmente giocando il recupero in back e vincendo poco dopo il curioso punto. Per il resto, il buio. Andata in archivio la prima frazione, Gael si autoescluso dalla partita, franando velocemente nel secondo parziale senza colpo ferire. Thiem, che contrariamente alle abitudini della casa ha speso davvero poco, troverà Wawrinka in un quarto di finale molto interessante.
[4] K. Nishikori b. D. Young 6-2 6-4 (Milena Ferrante)
Dopo le vittorie su Querrey e Pouille, Young ci riprova nel secondo ottavo in un mille della sua carriera. I precedenti parlano, come logico, di un Nishikori in netto vantaggio (4 vittorie a 0) e il match si profila come un allenamento per il giapponese. Iniziata la stagione con brio agli Australian Open, dove ha perso solo da Federer, Nishikori sembra mancare degli acuti a cui ci ha abituati: dopo due finali perse, Indian Wells è un banco di prova delle sue possibilità di attaccare le primissime posizioni. Il giapponese pressa da subito, conquistando un break in apertura e sprecando un’occasione per portarsi 3-0. Young si dimostra peraltro lucidissimo tatticamente: baricentro del gioco in avanti e terno al lotto su ogni palla. L’americano ha la chance di riportarsi sul 3-4 ma il giapponese, decisamente più furbo, insiste sul tergicristallo, col risultato che Young è costretto ad arretrare in affanno. Le fatiche d’Ercole profuse negli scambi da fondo pesano e l’americano finisce per cedere il primo set 6-2. Orgoglio e caparbietà portano Young a sfruttare l’inevitabile calo di Nishikori nel secondo set, ma l’americano, pur volonteroso, getta al vento un vantaggio di 4-1: sopraffatto dal ritmo che è costretto a tenere e dalla smania di prendere la rete, Young si fa fagocitare dai suoi stessi errori. Nishikori ridiventa così padrone della scacchiera, tornando a tessere la sua ragnatela di dritti e rovesci. Chiude infilando 5 giochi consecutivi, in poco più di un’ora e un quarto. Lo aspetta un turno più che appetitoso contro Jack Sock.
[27] P. Cuevas b. [11] D. Goffin 6-3 3-6 6-3 (Matteo Guglielmo)
Secondo match sullo Stadium 2 è la sfida inedita tra il belga David Goffin e l’uruguaiano Pablo Cuevas. Il belga, in questo 2017, ha già raggiunto ottimi risultati (quarti di finale all’Australian Open e finali a Sofia e Rotterdam) contrariamente all’avversario che, prima della vittoria in quel di San Paolo e questo quarto turno ad Indian Wells, aveva vinto appena un match nella prima parte dell’anno. Goffin parte sicuramente favorito, ma ci sono tutti i presupposti per sperare in una sfida molto lottata. L’avvio del match è tutta in favore di Pablo Cuevas che si porta in pochissimi minuti sul 4-1. Durante tutto il primo set l’uruguaiano appare solidissimo al servizio non concedendo alcuno spiraglio di rimonta al belga che paga qualche errore gratuito di troppo nella fase iniziale dell’incontro. Il parziale si chiude con lo score di 6-3. La reazione di David Goffin arriva immediata e in pochi minuti la situazione si capovolge; stavolta ad andare avanti 4-1 è proprio lui. Da qui in avanti, proprio come nel primo set, l’andamento segue i turni di servizio garantendo al numero dodici del mondo la chiusura della seconda frazione col punteggio di 6-3. Da segnalare che nel nono ed ultimo game Goffin è stato bravo ad annullare due pericolosissime palle del contro-break. Il terzo set vede un equilibrio costante tra i due giocatori che mettono in campo un livello di tennis più alto rispetto ai primi due parziali. Il punto di svolta arriva nel sesto game quando il belga è costretto a cedere ai vantaggi il turno di battuta. Come durante tutto il set, il servizio supporta l’uruguaiano che chiude la frazione con lo score di 6-3. Non conferma dunque Goffin la semifinale dello scorso anno. Quest’oggi il belga è apparso leggermente falloso nei momenti delicati del match e sembra abbastanza lontano dalla sua forma ideale. Grande onore comunque a Pablo Cuevas che ha giocato una partita di altissima qualità confermando l’ottimo momento che sta vivendo. L’uruguaiano dovrà vedersela nei quarti con l’amico Pablo Carreno-Busta che, fresco anche della finale a Rio de Janeiro, ha mostrato un ottimo stato di forma. Tra i due ci sono ben sei precedenti, ultimo dei quali, pochi giorni fa nella semifinale di San Paolo che vide la vittoria di Cuevas in due set.
[21] P. Carreno Busta b. [Q] D. Lajovic 6-4 7-6 (5) (Niccolò Ludovici)
Confronto interessante (almeno sulla carta) tra il 25enne iberico, uno dei tennisti spagnoli più in auge del momento e troppo spesso inopportunamente scambiato per “l’ennesimo terraiolo di qualità”, e il “Pete Sampras dei Balcani” (fatte ovviamente le dovute proporzioni). Partenza tutto sommato “nella norma” con Carreno che disegna traiettorie precise e filanti, mostrando il suo gioco pregevole e lineare, impreziosito da una notevole mano, laddove serve. Un po’ più contratto e “legnoso” Lajovic, che subisce subito un break sul proprio servizio e da lì si ritrova a “remare” per recuperare lo svantaggio. Carreno è abile a confermare il break appena ottenuto con un’ottima stop volley di diritto sul 30-0 e, successivamente, con un ace che suggella il 4-2 in suo favore. Lajovic prova ad impensierire il tennista iberico e ci riesce piuttosto bene nel settimo gioco, dove tiene il servizio a zero. Tuttavia, la pur nobile resistenza del serbo non cambia l’esito del primo parziale. Nonostante Lajovic abbia perso il primo set solo di misura, il secondo, per lui, inizia non certo in maniera ottimale: Carreno è oltremodo lesto a portarsi sullo 0-40, il 26enne serbo non la prende bene e lancia la racchetta per terra. E’ tuttavia combattivo quanto basta per rimettere il punteggio in perfetta parità, ma una volta approdato ai vantaggi, alla sesta palla break, deve purtroppo cedere il servizio al tennista originario di Gijon. Lajovic non si dà per vinto e alla prima palla break, sul 30-40, e 2-1 per Carreno, riesce a riprendersi immediatamente un meritato controbreak. Da quel momento, il gioco del balcanico comincia a farsi più incisivo (specie sul lato del rovescio), ma anche più ordinato e vario, tanto da permettergli di portare il match al tie-break. Al primo match point, tuttavia, nonostante una coraggiosa resistenza da parte di Lajovic, subito in svantaggio di un mini-break in apertura, Carreno si aggiudica l’incontro. Un peccato per Lajovic, tennista che difficilmente – a meno che non accada l’imprevedibile – vedremo più in alto del suo best ranking di numero 57 fatto segnare nell’ottobre 2014. Per Carreno, invece, un’altra performance di qualità che lo conferma un tennista con un avvenire che lo potrebbe tranquillamente vedere inserirsi in modo piuttosto stabile anche tra i primi 20 giocatori del mondo.
[17] J. Sock b. M. Jaziri 4-6 7-6(1) 7-5 (Michele Trabace)
In questo ottavo di finale a Indian Wells si sfidano Jack Sock, testa di serie 17 e numero 18 ATP, e il tunisino Malek Jaziri, numero 53 ATP. Tra i due solo un precedente a favore di Sock, disputato sul veloce indoor di Stoccolma nel mese di ottobre della passata stagione e conclusosi al tie-break del terzo set. L’americano parte contratto, forse provato dalla sfida di ieri con Dimitrov dove ha dovuto annullare 4 match point; Jaziri capisce il momento e nel quinto game alla seconda palla break riesce a strappare il servizio grazie a un bel dritto in contropiede, custodendo il vantaggio fino alla conquista del primo set senza concedere alcuna possibilità al numero 1 degli Stati Uniti. Nel secondo parziale Sock non sembra riuscire ad alzare il suo livello, anzi deve annullare due break points nel terzo gioco, ma si guadagna la prima occasione nel sesto game sprecandola però, forzando un dritto che finisce abbondantemente fuori. Il tennista tunisino, dal canto suo, non cambia la strategia di gara continuando ad essere aggressivo e non trema neanche quando, nel decimo game, si trova a due punti dal perdere il set uscendone però senza indugi grazie al servizio. Epilogo naturale del set è il tie-break, dove Sock ritrova linfa, prende il largo fin dall’inizio chiudendo per 7 punti a 1, portando cosi la contesa al terzo. Riprede il gioco con Sock nervosissimo, il quale prende un warning dopo aver scaraventato per terra l’asciugamano con dentro il ghiaccio per rinfrescarsi durante una pausa, ma il gesto serve a scuotersi considerato che, nel quarto game, arriva il suo primo break di giornata con tanto di urlo liberatorio. Tutto sembra avviato verso la fine, ma Jaziri non demorde andando a recuperare il break che lo riporta sul 4 pari con gentile concessione americana; Sock ora è sotto pressione, si salva quando si ritrova a due punti dal perdere il match, per poi prendersi il break decisivo nell’undicesimo game che lo porta a servire per il match, dove non sbaglia e finisce 7-5 con un ace una partita durata quasi 2 ore e 40 minuti. Per il vincitore, in questa stagione ad Auckland e Delray Beach, si tratta del terzo quarto di finale conquistato negli ultimi tre Masters 1000 (considerati Shanghai e Parigi Bercy della scorsa stagione) dove ad attenderlo ci sarà Nishikori.
Risultati:
[4] K. Nishikori b. D. Young 6-2 6-4
[21] P. Carreno Busta b. [Q] D. Lajovic 6-4 7-6(5)
[27] P. Cuevas b. [11] D. Goffin 6-3 3-6 6-3
[17] J. Sock b. M. Jaziri 4-6 7-6(1) 7-5
[15] N. Kyrgios b. [2] N. Djokovic 6-4 7-6(3)
[3] S. Wawrinka b. [LL] Y. Nishioka 3-6 6-3 7-6(4)
[9] R. Federer b. [5] R. Nadal 6-2 6-3
[8] D. Thiem vs [10] G. Monfils