[2] N. Djokovic b. [31] J.M. del Potro 7-5 4-6 6-1 (dal nostro inviato a Indian Wells, Luca Baldissera)
Si chiude con il “big match” tra il serbo Novak Djokovic (29 anni, 2 ATP) e l’argentino Juan Martin del Potro (28 anni, 35 ATP) il “primo turno” di quella sorta di mini-masters a 8 giocatori, di livello stratosferico, che è l’ultimo quarto della parte bassa del tabellone maschile di Indian Wells, da cui uscirà non il vincitore del titolo ma “solo” un semifinalista. Scherzi del sorteggio maligni per i giocatori, ma dal nostro punto di vista, se ci vengono proposte gran partite a ripetizione, non saremo certo noi a lamentarcene. Si gioca per incontrare un Nick Kyrgios in gran spolvero che ha spazzato via in modo irriverente Alexander Zverev, e poco fa si è concretizzato l’ottavo di finale Federer-Nadal, davvero una zuffa tra pesi massimi questo angolino del “draw”. Il tramonto sul deserto della California, splendido come sempre, accompagna in campo “Delpo” e “Nole”, lo Stadium 1 è esaurito, è una bellissima serata per giocare a tennis. I precedenti sono 12-4 in favore di Djokovic, gli ultimi due confronti in ordine di tempo (dopo il rientro alle competizioni dell’argentino, fuori a lungo per i guai al polso) sono state due battaglie, una vinta da Juan Martin alle Olimpiadi di Rio l’anno scorso (7-6 7-6), l’altra da Novak ad Acapulco meno di tre settimane fa (4-6 6-4 6-4), entrambe sul cemento all’aperto.
Pronti, via, e subito break per Juan Martin, confermato nel game successivo, 2-0 per l’argentino, che è entrato bene nel match, ma diverse incertezze da fondocampo, e uno scambio lottato colpevolmente non chiuso a rete da parte di Nole pesano. Il serbo tiene il servizio per accorciare sul 2-1, ma gli ci vogliono 9 punti, sembra imballato anche nei movimenti delle gambe, Delpo nel frattempo tira servizio e dritto, e si prende il 3-1. Ancora in lotta Nole nel quinto game, ai vantaggi, tiene e accorcia sul 3-2, e finalmente sembra entrare in partita, molla due lungolinea dei suoi, incassa un errore di Juan Martin, ed è 0-40, tre palle del contro break, gli basta la prima, siamo 3-3. Si è decisamente scosso Nole, il martellamento da fondo è costante, Delpo tira le sue proverbiali bombe di dritto ma non è sufficiente, 4-3 Djokovic, sono 3 game di fila. Bene di nuovo l’argentino alla battuta, tiene a zero picchiando forte, 4-4, lo stesso fa il serbo, stanno giocando bene entrambi ora, 5-4 Nole. A furia di manate clamorose con il dritto pareggia Juan Martin, 5-5, è salito di brutto il livello del gioco, bel match adesso. 6-5 Djokovic con autorità, poi al servizio per salvare il set l’argentino sbaglia la direzione di un attacco di dritto da chiudere, si trova 30-40 a fronteggiare set.point, uno scambio lungo viene interrotto da un clamoroso abbaglio di un giudice di linea (secondo errore sullo stesso punto, veramente una brutta annata dei “linesmen” di Indian Wells), e alla fine un drittone di Juan martin vola lungo, consegnando il 7-5 a Djokovic. Bel set soprattutto nella seconda parte, molto equilibrato, e giustamente vinto dal giocatore più attento ed efficace nei momenti chiave. Il pubblico si diverte, e tifa in modo equilibrato per entrambi.
Reazione immediata di Delpo in avvio di secondo parziale, palla break non sfruttata sul 30-40, poi ancora un’occasione, su cui una brutta palla corta fallita dal serbo gli consegna il primo game. Stessa situazione dell’inizio di partita, e come nel primo set, conferma il break Juan Martin, 2-0. Accorcia bene Nole, 2-1, poi un brutto doppio fallo di Juan Martin gli dà il 30-40, ma l’argentino serve bene e annulla la palla del contro break. Con un ottimo attacco di dritto Djokovic se ne prende un’altra, annullata da uno strepitoso scambio in pressione chiuso dall’argentino, è una partita divertente, se le stanno suonando di santa ragione. Una parità, poi terza palla break, cancellata dal servizio di Delpo, poi vantaggio interno, e il gesto di stizza con cui Nole accompagna il suo lungolinea di rovescio che scappa largo la dice lunga sull’importanza dell’occasione sprecata, 3-1 Juan Martin, si continua sulla falsariga del primo set. Ma a differenza di 40 minuti fa, invece di iniziare la rimonta, Djokovic si incarta in errori banali, e con uno smash malamente steccato consegna addirittura il secondo break di vantaggio all’argentino, 4-1 per Delpo. Nole nervosissimo parlotta tra se e sè e con il suo angolo al cambio campo, pare reagire, aggredisce la risposta da subito, brekka a zero, 2-4, e poi sempre a zero tiene la battuta, otto punti consecutivi, 3-4, ritorna in discussione il set. Interrompe alla grande la serie negativa Juan Martin, con servizio, dritto e un ottimo slice di rovescio, 5-3 per lui, accorcia con autorità Djokovic, 4-5, siamo arrivati al dunque. Alla battuta per portare il match al terzo set, Delpo non trema, serve pesante, va 40-15, e al secondo set point si prende il 6-4, per quanto fatto vedere finora il risultato è giusto, bel match anche per gli spettatori, l’entusiasmo sale e così anche gli applausi.
Inizia Djokovic alla battuta nel parziale decisivo, 1-0 senza problemi, poi fa capire a Juan Martin le sue intenzioni battagliere quando gli risponde d’incontro a una prima che viaggiava sui 210 kmh, si conquista il 30-40 e il break point, annullato dal gran servizio di Delpo, poi ancora due parità e altrettante palle break, sempre bravo l’argentino con la prima palla a cancellarle. Alla fine dopo 9 punti Juan Martin pareggia 1-1, è stata una grande occasione persa per Nole, ma non ha grandi colpe. A 15 tiene il serbo per il 2-1, ha perso 2 punti negli ultimi 4 game al servizio, è un dato preoccupante per Delpo, che invece è costantemente costretto alla lotta per difendere la battuta. 40 pari anche nel quarto game, ormai Djokovic è entrato in ritmo con la risposta, o Juan Martin tira un vincente diretto, o viene trascinato in scambi affannosi, è dura ora per lui. Gran difesa della rete di Nole, un puntone davvero, con urlo della folla e fist-pump del serbo, palla break, e un errore di rovescio di Delpo dà il break e il 3-1 a Djokovic, ma come detto era nell’aria. Simpatico siparietto con Juan Martin che abbraccia un giudice di linea come per farsi consolare, poi su una sua catenata esterna di dritto altro numero di Djokovic che la anticipa di rovescio e la stampa vincente all’incrocio, altro fist-pump alla Nadal.
Nole “on fire” adesso, tiene a zero e sale 4-1, siamo a 2 punti concessi in 5 turni di servizio, non vedevamo un Djokovic così convincente da parecchio tempo. Il doppio fallo con cui Delpo va sotto 15-40 sa di resa, sono due palle “break/match” praticamente, bravo l’argentino a cancellarle con la battuta, poi gli scappa un rovescio, vantaggio esterno, e con una buona combinazione a rete Nole conquista il 5-1, e va a servire per chiudere la partita. Non trema il serbo, va 40-30 e match point, e chiude alla grande con il lungolinea vincente di rovescio. Bella partita, vinta da un buonissimo Djokovic, che si presenta ovviamente favorito (e probabilmente assetato di rivincita) contro Nick Kyrgios agli ottavi, ma dato quello che ha fatto vedere l’australiano nel pomeriggio, dovrà starci veramente attento.
[15] N. Kyrgios b. [18] A. Zverev 6-3 6-4 (dal nostro inviato a Indian Wells, Luca Baldissera)
Lo aspettavamo un po’ tutti da un anno a questa parte, e finalmente è arrivato, proprio qui in California: il primo incontro tra l’australiano Nick Kyrgios (21 anni, 16 ATP) e il tedesco Alexander Zverev (19 anni, 20 ATP), attualmente i due giovani più forti del circuito insieme a Dominic Thiem e Lucas Pouille, ma credo che passati i 23 anni classificare i giocatori come “emergenti” non abbia più molto senso. Lo Stadium 2 del Tennis Garden di Indian Wells è ben gremito di pubblico, fa parecchio caldo, la curiosità di vedere all’opera uno contro l’altro questi due ragazzi è tanta. Chiacchierando con Annabel Croft di Sky Sports UK prima del match, concordavamo sul fatto che è assai probabile si stia per assistere all’inizio di una rivalità potenzialmente straordinaria, ma anche sul fatto che molto se non quasi tutto della vicenda tennistica dipenda dall’australiano e dalla sua attitudine. Alex è una sicurezza praticamente sempre, Nick è una variabile impazzita molto spesso.
Inizia Zverev alla battuta, nei primi due game i gran servizi di entrambi fanno la differenza, ma nel terzo un paio di errori di Alex consegnano il 15-40 a Nick, che alla seconda opportunità spinge sul rovescio del tedesco e brekka, 2-1 per lui. Sembra più sciolto Kyrgios, che piazza un ace a 141 mph (226 kmh), si permette una leggerezza sottorete, ma continua a bastonare giù prime palle potentissime e dritti a tutto braccio, salendo 3-1. Zverev prova a stuzzicare il colpo meno esplosivo dell’australiano, il rovescio, ma viene fulminato da un gran passante bimane in cross. Si difende comunque bene anche il tedesco con il suo, di rovescio, che è il pezzo pregiato del repertorio da fondo, passando alla grande in lungolinea, siamo 3-2. Il break in apertura rischia di pesare, visto il modo in cui serve Nick (altra legnata spaventosa che provoca l’oooh del pubblico, 222kmh a uscire), è subito 4-2, Alex appare in difficoltà, commette doppio fallo, ma stringe i denti e accorcia sul 3-4 senza concedere palla break. Kyrgios prosegue come un treno, 5-3, Zverev scuote la testa, il linguaggio del corpo non è incoraggiante, si rivolge allargando le braccia al suo angolo, Nick infierisce anche con uno dei suoi beffardi tweener frontali, arriva a set point sul 30-40, e dopo un errore in lunghezza di Alex il primo set è suo, 6-3. La differenza in campo in favore dell’australiano oggi è superiore al punteggio, due break fatti, nessuna palla break concessa, 76% di prime palle in campo (e che prime palle!), sinceramente non c’è partita. Dall’altra parte, Zverev è davvero spento, ciondola anche nel camminare da un lato all’altro del campo, sbaglia rovesci da posizione comoda e tocchi semplici, non ci siamo assolutamente.
Kyrgios ringrazia, prosegue a martellare, sale 1-0, si lamenta (giustamente) di diverse chiamate errate dei giudici di linea (male in generale i “linesmen” a Indian Wells finora), gli scappa una parolaccia con conseguente warning, e il mini-momento di tensione pare svegliare Alex, che pareggia 1-1. Peraltro, i rapporti tra i due sono ottimi, sorrisi e cenni d’intesa fin dall’inizio, d’altronde si allenano anche insieme volentieri (e non me li ero certo persi a Melbourne nel 2016). Bella volèe smorzata di Zverev a inaugurare il terzo game, poi un doppio fallo di Nick, 15-30, ma con due bastonate di servizio (una con la seconda palla), e un drittone diagonale con successiva elementare chiusura a rete, l’australiano sale 2-1. Tiene a zero Alex, 2-2, sta giustamente reagendo il tedesco, va ancora 15-30 a insidiare la battuta dell’avversario (e nulla più, a palla break oggi non si arriva con Kyrgios), ma Nick non si scompone e va 3-2, bella una combinazione palla corta – pallonetto di rovescio per lui. Due ace, un drittone lungolinea, e un attacco vincente di Zverev portano al 3-3, poi a rete Nick fa e disfa (demi volèe pazzesca seguita da errore madornale, assorbito con un sorriso autoironico, si diverte l’australiano), 30-30 e poi vantaggi (prima volta a 40 in risposta Alex), ma non cambia la musica, 4-3 Kyrgios. Numeri da circo di Nick nell’ottavo game (punto da sicuri highlights con tweener teso, attacco slice di dritto, e smorzatina al volo dall’altra parte), ma il tedesco fa attenzione, serve e spinge solido vincendo uno dei pochi scambi lunghi visti fin qui, e raggiunge il 4-4. Continua Kyrgios ad alternare un tennis brutale (servizi e dritti pesantissimi) a momenti di puro talento (serve&volley vincente con la seconda palla, e poi scambio tutto in slice con tre drop-shot consecutivi e appoggio in chiusura come a pittino, impugnatura continental di dritto per tutto il punto, robe da matti), il tutto senza errori gratuiti o quasi, siamo 5-4. Accusa il colpo Alex, d’altronde accadrebbe a chiunque davanti a una macchina da punti imprevedibile della qualità mostrata oggi da Nick, va sotto 15-40, annulla il primo match point con il dritto, ma il secondo gli è fatale con l’errore in rete. Zverev altalenante e poco convinto nel primo set, ma per il resto, un Kyrgios ingiocabile, a questo livello può far paura a chiunque nel tabellone, a partire dal vincente tra Djokovic e del Potro. Il tennis potrebbe aver definitivamente trovato un protagonista vero.
[17] J. Sock b. [12] G. Dimitrov 3-6 6-3 7-6(7) (Emmanuel Marian)
Alla fine di un match intenso, spettacolare, incerto, forse il più bello andato in scena nell’edizione 2017 di Indian Wells, è stato un incredibile Jack Sock a spuntarla. Il suo avversario, un parimenti encomiabile Grigor Dimitrov, è uscito sconfitto nonostante abbia avuto diverse occasioni per prevalere e pur essendosi fatto preferire per lunghi tratti della tenzone. Il bulgaro non ha saputo sfruttare quattro match point, di cui tre consecutivi in risposta nel decimo gioco del terzo parziale, fomentando sempre più un rivale di notevole tenacia e qualità forse ancora in larga parte inesplorate. Grigor e Jack sono in gran forma: entrambi già vincitori di due titoli in stagione e per questo provvisti di un serbatoio colmo di fiducia, i due hanno dato vita sin dai primissimi scambi a una sfida a viso aperto e ricchissima di colpi spettacolari che, com’è giusto, si è decisa solo in un tiratissimo tie break al terzo set. Il principe di Haskovo aveva acciuffato il primo parziale facendo fruttare un break nel quarto gioco sigillato da un doppio fallo del numero uno statunitense ma, subìte le bizze di un dritto improvvisamente falloso nell’ottavo game del secondo, aveva infine ceduto la battuta dopo aver salvato tre palle del 3-5. Ribellatosi all’inerzia passata d’incanto dalla parte del beniamino di casa, Dimitrov è stato abile nello sfruttare una freddezza che in pochi, poco tempo fa, gli sospettavano, e ha borseggiato il servizio a Sock nel secondo game del terzo parziale lanciando un allungo che sembrava poter essere decisivo. Il ragazzone di Lincoln ha però optato per sparigliare, buttandosi avanti con sempre maggior frequenza e reinventandosi finissimo giocatore di volo. Dimitrov, sorpreso, è caduto vittima degli antichi vizi e ha cominciato a remare, restituendo il vantaggio nel settimo gioco. L’arrivo in volata, insondabile, ha previsto ulteriori colpi di scena. Dapprima, come detto, è stato il bulgaro a bruciare tre consecutive palle per il match in risposta nel decimo game; poi, nell’undicesimo, egli ha dovuto annullare un pericolosissimo break point con uno spettacolare rovescio lungo linea. Nel tie break, indispensabile non essendo previsto nel gioco del tennis un pareggio che sarebbe stato più che giusto, il buon Jack si è fatto rimontare da 5-2 e ha dovuto annullare un quarto match point sul 6-7 prima di raccogliere l’esiziale e decisivo errore di Griga alla fine del sedicesimo punto. Sock potrà continuare a sognare: è favorito negli ottavi contro Jaziri e si candida al ruolo di variabile impazzita nella giungla della parte bassa del tabellone.
Risultati:
[4] K. Nishikori b. [25] G. Muller 6-2 6-2
D. Young b. [14] L. Pouille 6-4 1-6 6-3
[5] R. Nadal b. [26] F. Verdasco 6-3 7-5
M. Jaziri b. [WC] T. Fritz 6-4 3-6 6-3
[15] N. Kyrgios b. [18] A. Zverev 6-3 6-4
[9] R. Federer b. [24] S. Johnson 7-6(3) 7-6(4)
[17] J. Sock b. [12] G. Dimitrov 3-6 6-3 7-6(7)
[2] N. Djokovic b. [31] J.M. del Potro 7-5 4-6 6-1