[9] R. Federer b.[17] J. Sock 6-1 7-6(4) (da Indian Wells, il nostro inviato)
Una volta qualcuno disse del film “Il Gladiatore” che si poteva fermare la pellicola in qualunque istante ed ottenere sempre una immagine magnifica. Con Roger Federer è quasi la stessa cosa: fotografarlo mentre gioca sembra un esercizio di produzione in serie di immagini dalle proporzioni perfette, che durante un’altra prestazione esemplare hanno consentito allo svizzero di conquistare la sua 43esima finale in un torneo Masters 1000 per la chance di vincere il suo novantesimo torneo (e 25esimo Masters 1000) domenica contro il suo amico-nemico Wawrinka. Non è andato oltre un’onorevole sconfitta con un set tirato il giovane Sock, sopravvissuto a tre maratone in cui aveva dovuto rimontare un set, e risultato troppo falloso nel tie-break per ripetere l’impresa.
Il primo set è una sublime sinfonia di Federer, che parte dall’1-1 accelera lasciando quasi fermo Sock, molto legato sul diritto, che sovente gli rimane sul piatto corde e muore a metà rete. Con un insolito 2 su 2 sulle palle break (anche se a dire il vero una gli viene gentilmente concessa da un doppio fallo di Sock) lo svizzero incamera il primo parziale in 21 minuti per 6-1, facendo registrare quasi il doppio dei punti del suo avversario (27-14).
Suonato quasi come dopo un violento “knock down”, l’americano rientra negli spogliatoi per cambiarsi scarpe e maglietta (cosa che poteva evidentemente fare in campo), ma soprattutto per riordinare le idee: quello che doveva essere lo schema da usare per scardinare il gioco di Federer gli si è ritorto contro, dato che è lo svizzero ad aggredirlo con il diritto, spostandolo dal suo preferito angolo sinistro ed impedendogli di martellare con il suo colpo arrotato ed anomalo. Inoltre, sul servizio da sinistra viene spesso e volentieri sbattuto fuori dal campo e costretto all’errore di rovescio.
Al suo ritorno in campo quattro minuti più tardi inizia con un ace e tiene a 15 la battuta, tuttavia senza svegliare il pubblico dell’Indian Wells Tennis Garden, molto assopito e poco patriottico in questo caldo pomeriggio nel deserto. La battuta di Sock comincia a funzionare, soprattutto quella diagonale da sinistra, ed i servizi prendono il sopravvento sulle risposte. Il primo brivido arriva sul 3-3 quando c’è una palla break per Federer (dopo uno splendido passante di diritto) che però viene cancellata da un servizio vincente. Nel game successivo il tennista USA arriva per la prma volta a 40-40 sul servizio dello svizzero, ma due perentori schemi battuta+diritto mantengono la situazione in parità.
Si arriva al tie break, nel quale Sock scappa subito 3-1 grazie ad una bella risposta ed un bel passante di diritto. Purtroppo per lui, però, Jack incappa un errore di diritto, restituendo il minibreak, e poi dopo due risposte non controllate su altrettanti servizi di Federer, chiude il match con tre gratuiti di rovescio consecutivi, consegnando a Federer set e match dopo 1 ora e 14 minuti.