Tra le nostre tenniste, molta attesa vi era per il ritorno alle gare di Roberta Vinci, dopo le brutte sconfitte al primo turno nei ricchi tornei in Medio Oriente contro giocatrici non comprese nella top 50 (Krystina Pliskova a Dubai e Lauren Davis a Doha) e le successive terapie al tendine per provare a tornare a giocare senza dolore. La tarantina è tornata per la decima volta in un torneo dove non aveva mai fatto benissimo (al massimo, due volte gli ottavi, nel 2016, quando si ritirò contro la Rybarikova, nel 210, quando perse da Sharapova) ed ha trovato al secondo turno (era esentata dal primo in qualità di 26° testa di serie, la 26enne statunitense Madison Brengle, n°89 WTA, mai affrontata in precedenza in carriera, tennista quest’anno balzata agli onori della cronaca per aver sconfitto Serena Williams ad Auckland. Una partita non bella, nella quale il servizio non ha inciso nell’andamento del punteggio (tredici break in ventidue giochi), ha visto per fortuna prevalere Roberta, non scintillante, ma sufficientemente centrata per far male col dritto nei momenti importanti di un match equilibrato. Il primo set è stato deciso al tie break, dove la Vinci è stata anche sotto 3-5 prima di inanellare 4 punti consecutivi; il secondo è stato invece deciso dallo strappo che dal 3 pari le ha consentito di chiudere 7-6(5) 6-4 dopo 1 ora e 48 minuti. Nei sedicesimi l’avversaria di Roberta era di ben altro livello, la n°8 del mondo Svetlana Kuznetsova, tennista vincitrice di due Slam (Roland Garros 2009 e US Open 2004), contro la quale aveva vinto nel 2015 l’ultimo scontro di una rivalità che complessivamente vedeva un bilancio di 3 vittorie ciascuna nei precedenti. Contro una tennista di alto livello ed in gran forma, Roberta è entrata tardi nel match, subendo il gran gioco della russa nel primo set, prima di salire molto di livello, con colpi spesse volte spettacolari, mettendo all’angolo l’avversaria e costringendola al terzo set. Un improvviso calo dell’azzurra ha però favorito il ritorno del rendimento della Kuznetsova ad alti livelli e non vi è stato più nulla da fare: l’ottava giocatrice al mondo ha chiuso 6-2 2-6 6-1 dopo 1 ora e 36 minuti di partita, che possono dare, nonostante la sconfitta, fiducia a Roberta per il prosieguo della stagione.
La seconda ed ultima giocatrice italiana tra le prime 100, Camila Giorgi, era anch’essa reduce da un periodo di riposo forzato, a causa dei problemi alla schiena che prima le avevano impedito di partecipare a San Pietroburgo, dove era iscritta e poi a compiere il primo ritiro in carriera a Doha, durante il terzo turno delle quali. Il rientro nel circuito ad Indian Wells, dove tornava per la quarta volta a partecipare ad un torneo che nel 2014 le aveva regalato una delle sin qui più grosse soddisfazioni in carriera, la vittoria sulla Sharapova allora quinta giocatrice al mondo, non è stato però fortunato. Il sorteggio contro la 28enne svedese Johanna Larsson, 57 WTA, già sconfitta in due dei tre precedenti scontri diretti era assolutamente alla sua portata, ma, purtroppo, il ritorno all’agonismo ha ridestato i dolori ed in campo Camila non si è espressa al meglio. La partita è stata caratterizzata da una brutta prova al servizio di Camila (2 ace, 8 doppi falli, 50% di prime in campo) che comunque è sempre stata in scia dell’avversaria, venendo meno nei momenti clou dell’incontro: nel primo set, terminato al tie-break, è stata decisiva la partenza lanciata della svedese (portatasi sul 5-0); nel secondo, la reazione della maceratese, risalita dal 1-4 al 3-4, è valsa a poco perché il secondo break subito nel set, nell’ottavo gioco, ha mandato la svedese a servire per il match, operazione riuscita alla Larsson, che dopo 1 ora e 40 minuti ha guadagnato l’accesso al secondo turno col punteggio di 7-6(3) 6-3. Ancor più della precoce ed evitabile eliminazione, preoccupa però il ritiro, annunciato da Camila, dal prossimo torneo di Miami, per il perdurare dei dolori alla sua schiena.
Sara Errani tornava invece nel circuito un mese dopo la drammatica sconfitta di Fed Cup a Forlì contro la Hantuchova, nel corso della quale si era infortunata all’adduttore della coscia destra, motivo per il quale era stata costretta a ritirarsi da tutti i tornei programmati in queste settimane, tra i quali il Premier 5 di Dubai, vinto l’anno scorso, con una perdita conseguente di punti tale da farla uscire, dopo dieci anni, dalle prime cento. L’esordio nel tabellone di Indian Wells, dove tornava per la decima volta (miglior risultato i quarti raggiunti nel 2013 perdendo dalla Sharapova), contro la 31enne qualificata lussemburghese Mandy Minella, 76 WTA, sempre sconfitta senza perdere un set nei tre precedenti sembrava promettere un cammino in discesa all’azzurra. Ad Indian Wells, invece, è stata decisamente più dura per l’emiliana, che ha ceduto malamente il primo set (si è trovata sotto 5-0 dopo 18 minuti) ed anche al terzo è stata sotto 1-3 prima di risistemare le cose con la sua eccellente capacità agonistica e chiudere a suo favore con lo score di 1-6 6-4 7-5 in 2 ore e 44 minuti. Al secondo turno ha poi trovato di fronte la 30enne ceca Barbora Strycova, 19 WTA, sconfitta dall’emiliana in sette dei nove precedenti: purtroppo, però, non è bastata questa consapevolezza, né la gioia di aver raggiunto due giorni prima la seconda vittoria personale nel 2017. Tuttavia, si è intravista una ripresa di condizione psicofisica della ex numero 5 del mondo, che ha lottato alla pari contro una top 20 nonostante non stesse bene fisicamente (Sara è scesa in campo con un po’ di influenza, in conferenza stampa post-match è arrivata senza voce). Errani ha infatti portato la gara al set decisivo, prima di cedere di schianto nel terzo, lasciando spazio alla ceca, vincitrice col punteggio di 1-6 6-4 7-5 in 2 ore e 44 minuti, ma sicuramente ha lasciato la California con buone sensazioni, dopo un periodo difficilissimo.
Infine, Francesca Schiavone, scesa al 157° posto del ranking WTA, continua con encomiabile passione a divertirsi nonostante quest’anno non abbia ancora sconfitto una top 100 e, con grande umiltà per essere una ex 4 del mondo e vincitrice Slam, si è iscritta al tabellone delle quali, scelta rivelatasi vincente, visto che è riuscita ad entrare nel tabellone principale del premier Mandatory californiano per la quindicesima volta in carriera (due ottavi, nel 2008 e nel 2011, i migliori piazzamenti). Vi è riuscita grazie alle vittorie ottenute prima sulla 23enne ucraina Kateryna Kozlova, 115 WTA, col punteggio di 3-6 6-1 6-4 in 2 ore di gara, poi sulla 26enne bulgara Elitsa Kostova, già battuta nell’unico precedente di Bucarest 2016, eliminata con lo score di 1-6 6-0 6-0 in 1 ora e 46 minuti di gioco. Nel tabellone principale ha poi incontrato una statunitense classe 96, la giovane Louisa Chirico, n°65 WTA, contro la quale non aveva mai giocato. Una partita che si è rivelata decisa da uno strappo della statunitense sul 3 pari, la quale, infilando una serie di 5 giochi consecutivi, ha incamerato il primo set (nel quale la Leonessa non ha convertito nessuna delle cinque palle break avute, a differenza dell’avversaria, che ha capitalizzato l’unica a disposizione) e messo un’ipoteca sul secondo. A poco è servita la reazione della milanese, riportatasi sul 3-3 prima di subire un nuovo allungo che ha permesso alla Chirico di accedere al secondo turno dopo 76 minuti di partite con un duplice 6-3.