ATP Miami: Zverev e Kyrgios giganti tra i giganti, bene Stan
dal nostro inviato a Miami
[4] R. Federer b. [29] J.M. del Potro 6-3 6-4
“All’applausometro vince Federer 7-6 7-5” avevo scritto alla redazione in Italia poco dopo l’ingresso in campo di Federer e del Potro. Miami è forse uno dei pochi “campi neutri” nei quali lo svizzero deve combattere per i favori del pubblico, soprattutto con il gigante argentino, data l’elevatissima percentuale di argentini o comunque ispanici presenti in Florida. Sul campo il punteggio è stato ancora più severo, anche se non di molto, grazie ad un Federer ispiratissimo che, da un punto di vista tattico, ha condotto la gara nel migliore dei modi, evitando per quanto possibile le cariche di diritto di del Potro e tenendo l’avversario sempre a debita distanza con la battuta, efficace come nei giorni migliori, soprattutto al centro.
Folla delle grandi occasioni poco dopo le 15 di un lunedì feriale sul Centrale di Key Biscayne, impegnata intorno ai ground nel primo pomeriggio e richiamata sul campo principale subito dopo l’inizio del grande match: da metà primo set in poi, il campo è stato pressoché esaurito, il che ha significato un gran lavoro per volontari ed inservienti che hanno provato ad arginare con grande zelo l’onda di portoghesi che eventi come questi inevitabilmente genera.
Roger parte alla grandissima in battuta (quattro punti concessi nei primi quattro turni di battuta) e fa rivedere elementi del suo vecchio “ethos” mancando le prime quattro palle break del match. L’elvetico è molto disciplinato nel cercare il diritto di del Potro sulla diagonale, affondando in lungolinea per aprire il campo quando lo gioca dall’angolo sinistro, e liftato stretto quando invece lo gioca incrociato da destra, per far spostare l’argentino ed evitare che pianti i piedi per cannoneggiare come suo solito. Gli scambi sono violenti, il tennis è piacevole, entrambi non disdegnano la via della rete, dove anche del Potro si mette in mostra con alcune “parate” di pregevole fattura. Alcune risposte di rovescio da destra verso sinistra di Federer strappano gli applausi del pubblico, partecipe come non mai al match in questa giornata soleggiata ma non caldissima e a tratti rinfrescata da una lieve brezza. Il break per Roger arriva sul 4-3 alla quinta occasione, quando due diritti regalati segnano il primo allungo.
Ma prima di concludere il set c’è tempo per la prima vera reazione di Juan Martin, che si procura ben quattro palle break, anche grazie a due sbavature iniziali di Federer. Sulle opportunità break lo svizzero gioca da par suo, “delPo” (come lo hanno chiamato in sala stampa prima della sua conferenza post-match) non riesce a cogliere le occasioni ed il primo parziale se ne va in 38 minuti.
Nel secondo parziale la musica non cambia molto, anche se “delPo” inizia a trovare qualche vincente con il diritto e Federer di contro inizia a spingere di più sul suo rovescio. Il primo game complicato è sul servizio dell’argentino, che nonostante un doppio fallo tiene comunque la battuta per condurre 2-1. Ma il break è dietro l’angolo, due game più tardi: le risposte aggressive di Federer, sia di rovescio sia di diritto, pagano dividendi e del Potro cede la battuta a 15. Ci sarebbe anche una palla per il 5-2 pesante poco dopo, ma Juan Martin la cancella con un ace. L’ultima chance per rientrare nel match l’argentino se la procura sul 3-4, quando, dopo un errore di rovescio di Federer dopo il primo vero lungo scambio del match, non riesce ad avvantaggiarsi di una seconda sulla palla break sparando fuori la risposta di diritto. Il match finisce lì, Federer non perde più un punto sulla propria battuta e vola al quarto turno, dove lo attende Roberto Bautista Agut (5-0 i precedenti per Roger), giustiziere di Querrey all’inizio di giornata.