dal nostro inviato a Miami
F. Fognini b. D. Young 6-0 6-4
Era un ottavo di finale possibile per Fognini, e Fabio ha sfruttato appieno l’occasione. Tranquillo, preciso, attento, non ha dovuto strafare per avere la meglio di un Donald Young decisamente in giornata no, ma ha comunque svolto il suo compito in maniera egregia, senza sbavature, e senza lasciarsi trascinare nella rissa quando Young ha definitivamente perso le staffe verso la fine del secondo set.
Al gran completo il clan di Fognini nel box giocatori, con l’allenatore Davin, la sorella Fulvia ed il capitano Barazzutti, oltre ad un numero imprecisato di altri invitati. Quasi meno numeroso il seguito di Donald Young, che ha sempre la madre al seguito e, data la vicinanza con la sua sede di allenamento di Atlanta, un buon numero di sostenitori seduti nelle prime file.
Prima che la tribuna del Grandstand dedicata ai possessori del biglietto “ground” possa riempirsi, il primo set vola via in appena 23 minuti. Young probabilmente non gradisce l’orario d’inizio mattutino perché commette errori su errori (già cinque solo nel primo game, più di quanti ne aveva commessi Kyrgios il giorno prima in tutto il match con Karlovic). Anche Fognini ci mette un po’ a carburare ma il suo avversario è decisamente più lesto a concedergli il break in apertura, dopo che la prima palla break se n’era andata con un diritto fuori dell’italiano. Il resto del set è soltanto un assolo del nostro rappresentante (20 punti a 5 per lui) che non deve fare nulla di straordinario per far sbagliare Young, ma lo fa con grande puntualità e disciplina. Fabio fa polpette della debole seconda palla di Young, il quale cede il terzo break consecutivo con un doppio fallo, proprio per cercare di mettere un po’ più di pepe sul suo secondo servizio.
Young inizia il secondo set cambiandosi la maglietta, ed optando per un indumento bianco invece di quello grigio scuro con cui aveva disputato il primo set. Il match diventa un po’ più equilibrato, perché Donald inizia a variare gli scambi, mescolando i tagli di palla per disturbare i colpi in affondo di Fognini che comincia a sbagliare qualcosa in più. L’unico momento di pericolo per il ligure arriva nel secondo game, quando Young ottiene una palla per il 2-0: qui è molto bravo Fognini a forzare con il rovescio incrociato costringendo Donald all’errore. Sarà quella l’unica palla break concessa nel match da Fognini, che da quel momento non consentirà all’avversario di arrivare oltre il “30” nei suoi turni di servizio. Young prova ad attaccare, con frequenza e risultati abbastanza alterni, mentre Fabio è solido come una roccia (6 gratuiti nei successivi 8 giochi), anche se si lascia scappare una parola di troppo quando Young esulta platealmente su un suo passante che esce di poco. La racchetta dell’americano vola per il campo due game più tardi, e Donald si becca anche un warning per comportamento antisportivo nel game finale per aver apostrofato ad alta voce l’arbitro, colpevole di non avergli concesso un “challenge” richiesto con colpevole ritardo.
Sessantacinque minuti bastano per chiudere la pratica Young ed arrivare nei quarti di finale di Miami dove lo attenderà il vincitore tra Kei Nishikori, testa di serie n.2, e Federico Delbonis, il giocatore sconfitto da Fognini nella finale di Amburgo 2013, il primo torneo importante vinto dall’italiano. Sognare non è impossibile.