dal nostro inviato a Miami
[12] N. Kyrgios b. [16] A. Zverev 6-4 6-7(9) 6-3
C’era grande attesa per il “derby NextGen” tra Kyrgios e Zverev che dieci giorni fa a Indian Wells aveva regalato una della più sfavillanti dimostrazioni di show-tennis di grande concretezza da parte dell’australiano. La partita di Miami, promossa in sessione serale in coabitazione con il match della sempreverde Venus Williams, ha regalato forse meno punti highlight, ma mantenuto il dubbio sul nome del vincitore per quasi due ore e mezzo. Uno dei commenti che si sono sentiti più spesso durante la partita è stato “Se questo è ciò che ci aspetta negli anni a venire, siamo messi bene”, ovviamente riferendosi al post-Fab4. L’aspetto più edificante di tutta la vicenda è stato il clima di grande sportività e fair-play che ha trasudato per tutto il tempo che i due sono rimasti in campo: il fist-bump dopo la foto di rito, lo scambio di segnalazioni sulle palle dubbie affinché l’altro possa chiamare il “challenge”, le scuse di Kyrgios alla stretta di mano per la vicenda che ha portato al break nel set decisivo. Davvero un bello spot per il tennis che verrà, ma soprattutto per il tennis attuale, perché questi due sono il presente, oltre che il futuro, di questo sport. C’è stata molta più battaglia che ad Indian Wells, e nonostante tutta la partita sia stata incredibilmente fedele alla legge del servizio (cinque sole palle break, tutte avute da Kyrgios, e due sole convertite), il match ha fatto vedere tutto il repertorio del tennis, con i colpi spettacolari per cui il tennista aussie è famoso, ma anche una notevole collezione di perle “made in Germany” gentilmente offerte dalla premiata ditta Zverev.
Primo set giocato al crepuscolo di un’altra splendida giornata di sole nel sud della Florida, con alcune nubi arrivate proprio a fine pomeriggio, che hanno costretto il match ad una breve sosta sul 2-1 del primo set, impegnando i due rivali in un turno di asciugatura delle rispettive righe di fondo con gli asciugamani. Kyrgios parte servendo come un tornado (un ace di seconda nel primo turno di battuta fa capire che tipo di serata sarà per Zverev) ma Sasha non gli è da meno, concedendo anche lui le briciole nei suoi game di servizio. Il primo punto da “highlight”, questa volta dal punto di vista negativo, arriva al quinto gioco, quando il primo tweener di Kyrgios finisce con Zverev che manda in rete una volée elementare, ricevendo poi una simpatica pacca sulla spalla dal rivale alla fine dello scambio. L’allungo decisivo dell’australiano avviene sul 4-4, in un game nel quale Sasha non ha molto da rimproverarsi se non una volée di rovescio mandata lunga. Gli altri punti li fa tutti Kyrgios che con una bella risposta di rovescio lungolinea apre il campo per ottenere il break che gli regala il primo parziale.
Zverev fatica a trovare il bandolo della matassa, perché quando Kyrgios prende immediatamente il comando delle operazioni, difficilmente può essere contrastato. Qualche colpo in rete di troppo fa perdere le staffe al giovane tedesco che rompe una racchetta in maniera piuttosto plateale, prendendosi la giusta ammonizione. La sua posizione di risposta al servizio è molto più arretrata rispetto a quella del suo avversario, ma i risultati non sono apprezzabilmente differenti: nessuno dei due riesce ad arrivare oltre il “30” in ribattuta. Unica eccezione il quinto game, quando c’è l’unica palla break del set a favore di Kyrgios, cancellata prontamente da un diritto vincente di Zverev. I colpi interlocutori di Nick sono meno incisivi di quelli di Sasha, che quando lo scambio si allunga riesce spesso e volentieri a trovare le aperture giuste. Si arriva comunque al tie-break, uno di quelli che si ricordano, che ha tenuto il pubblico finalmente numeroso arrivato a Crandon Park incollato agli scranni. Anche se si gioca nell’unica serata del torneo che potrebbe giustificare un maglioncino, soprattutto dopo che la brezza serale inizia a girare per le tribune, l’atmosfera a bordo campo è incandescente. Un minibreak a testa per il 2-2, Kyrgios si prende il lusso di chiudere uno scambio prolungato con un diritto sulla riga, poi attacca il rovescio di Zverev per ottenere il minibreak per il 5-4 e due servizi a seguire. Un ace a 216 chilometri orari gli dà due match point, ma sciupa il primo sbagliando un diritto da fondo dopo uno scambio mozzafiato. Zverev tiene le sue due battute (nonostante una risposta fuori di poco sul secondo match point) e si issa al set point, cancellato subito da un altro ace di Kyrgios. Un’energica seconda procura il match point n.3, che Zverev cancella ancora con un bel recupero incrociato di rovescio sulla palla corta. Il secondo set point per il tedesco sul 9-8 è annullato da una bella prima, ma al diciannovesimo punto di questo tie break è Zverev a mettere a segno il punto decisivo, con un pallonetto liftato di rovescio dopo uno scambio di 18 colpi. Sullo scambio seguente, infatti, Kyrgios prova un tweener assolutamente superfluo e malamente eseguito portando così il match al terzo set.
Il livello di gioco cala un po’, si fanno sentire i nervi e la stanchezza (si gioca ormai da oltre due ore). Kyrgios continua ad essere inattaccabile alla battuta, mentre già sull’1-2 Zverev deve giocare dieci punti per tenere il suo servizio. Al sesto game, l’episodio decisivo: sul primo punto Kyrgios viene scavalcato da un pallonetto, gioca un tweener che finisce in rete e poi chiama il “challenge” ritenendo il colpo dell’avversario fuori. Il “falco” conferma che il pallonetto è effettivamente lungo, ma Zverev va su tutte le furie ritenendo che Kyrgios avesse atteso troppo per contestare la chiamata. “Ha aspettato di vedere che il suo colpo era finito in rete e poi ha chiesto il ‘challenge’ e questo da regolamento non è permesso” ha spiegato il tedesco dopo il match. L’australiano spinge come una furia in quel game, arriva 15-40, Zverev salva un break point con una volée di rovescio, ma sul punto seguente deve capitolare. Il sorpasso è quello decisivo: sul 5-3 Sasha annulla altri due match point (dopo i tre cancellati quasi un’ora prima nel tie break) con uno smash ed una “veronica”, ma sul terzo un servizio vincente di Kyrgios chiude le ostilità dopo due ore e 33 minuti.
Il tennis avrà quindi (virus o frappè andati a male permettendo) il match che tutti attendevano a Indian Wells tra Federer e Kyrgios, rivincita di quel primo turno del 2015 a Madrid nel quale lo svizzero perse 14-12 al tie break del terzo set dopo aver sprecato due match point.