Quale è il tuo punto di vista sull’episodio del sesto game nel terzo set, il punto in cui finalmente ti aveva fatto il break e tu hai chiamato il challenge?
C’è stata un po’ di confusione. Mi aspettavo la chiamata del giudice di linea. Forse ho chiamato il challenge un po’ in ritardo. Detto ciò, non credo sia ammissibile che un arbitro possa sbagliare una chiamata in un momento così importante. Capirei se avessi chiamato il challenge e la palla fosse stata buona. Sarebbe stato ridicolo. Ma era fuori di un bel po’, no? Di sicuro non mi sono sentito a posto. Sapevo che avevo chiamato il challenge in ritardo. Non mi ha fatto stare bene. Ma Alex è un grande amico. L’ho visto frustrato nei confronti del giudice di sedia e tutto poteva essere evitato se questi avesse guardato la linea di fondo campo e avesse fatto la correzione che doveva fare. La cosa che più mi è dispiaciuta è che alla fine dell’incontro ci rideva sopra. Io non l’ho trovata una cosa divertente e ovviamente neppure Alex. È stata una situazione difficile. Non avrei voluto vincere così quel punto. La palla era fuori, ho chiamato tardi il challenge, Alex mortificato e io non mi sento a posto. Insomma, quella palla era fuori e non di poco
Ora hai Federer. Che sfida rappresenta per te e cosa ci vorrà per vincere?
È certamente il miglior giocatore di sempre, ma la sua forza è il modo in cui toglie il tempo all’avversario. Gli piace giocare al suo ritmo. Gli piace togliere il tempo e giocare aggressivo. Ama giocare le risposte in modo molto aggressivo ed andare via in fretta sul suo servizio. Servizio e volée. So cosa mi attende. Ci ho giocato contro prima. Ciò detto, sta giocando benissimo al momento. Ha avuto un’annata straordinaria. Si muove benissimo ed è in gran salute avendo vinto gli Australian Open e Indian Wells al suo rientro dall’infortunio. Non starò a pensarci molto per il momento. Ho una giornata davanti in cui rilassarmi. Non farò niente di speciale. Servirò forte e giocherò forte. È lo stile con il quale ho avuto successo ed è quello che farò in campo.
Prima Roger ha detto che quando era giovanissimo gli capitava di giocare con avversari che aveva visto in tv. Che impatto ha avuto Roger su di te? Lo guardavi alla tv? Ti dicevi: voglio essere come lui?
Non credo di avere mai voluto essere come Roger. Da junior e anche prima quando giocavo tornei under 14 o 12, lo vedevo sempre alla tv. È ancora un po’ surreale per me. Vedevo Gael Monfils alla televisione. Sono andato ai clinic di Tsonga quando avevo 12 anni. Per questo per il sottoscritto è ancora un po’ irreale vedere questi ragazzi vicino a me negli spogliatoi, giocarci, batterli. Roger… era solo 4 anni fa che lo vedevo alla televisione. È una strana sensazione essere là fuori ad affrontarlo.
Oggi ci siamo divertiti molto al tuo incontro. Molto divertente. EÈ bello vedere rivalità ed amicizia tra te e Alex. È divertente per te affrontarlo e come vedi la vostra futura rivalita?
Sì, è molto divertente. Oggi c’ero al 100%. Lo sentivo dal riscaldamento che dovevo dare tutto. Rispetto il suo gioco. Ha battuto alcuni dei migliori giocatori al mondo. Non potevo essere al 75 o 80%, ma al 100%. È ciò che ho fatto ed ho vinto. Come ho già detto, ci incontreremo molte altre volte. E lui può solo migliorare. Ha 19 anni. Ho due anni di vantaggio su di lui. Quindi, devo migliorare pure io. Mi renderà sempre migliore
Un’altra cosa. Ti stiravi il ginocchio sinistro. Com’è la situazione? Te lo sei ammaccato?
Stavo indietreggiando per colpire uno smash e sono leggermente scivolato. Ammaccato è davvero la parola giusta. Per tutta la carriera ho avuto problemi con la rotula sinistra. Mi ha sempre infastidito. Ora comunque è a posto.