dal nostro inviato a Miami
[5] R. Nadal b. F. Fognini 6-1 7-5
Ci abbiamo sperato, chi più chi meno. Qualcuno ci credeva anche con una certa convinzione, che Fognini sarebbe riuscito a far partita pari con Nadal e giocarsi la sua chance per raggiungere la finale di Miami, in quello che sarebbe stato il miglior risultato della sua carriera ed una pietra miliare del tennis italiano. Purtroppo però la realtà del più caldo pomeriggio del torneo a Miami (serenamente sopra i 30 gradi anche se con una brezza piuttosto insistente) è stata più amara per l’azzurro, trovatosi in men che non si dica sotto di un set e di fronte ad un Rafa quasi ingiocabile sulla sua battuta per buona parte del match.
Già nelle precedenti due partite con Young e con Nishikori, Fognini era partito abbastanza… alla Seppi, in maniera molto diesel, ma in quelle circostanze i suoi avversari gli avevano dato la chance di carburare e poi incanalare la partita per il verso giusto. Ma contro campioni del calibro di Nadal purtroppo funziona diversamente, e Fabio si è trovato a dover affrontare palle break in tutti i suoi primi cinque turni di battuta, quando Nadal ha concesso solamente cinque punti nei suoi sette turni di servizio. Fognini sa come mettere in difficoltà Nadal, sa cosa deve fare, lo ha già fatto più di una volta. Solo che i colpi oggi non arrivano. L’italiano annulla una palla break con un drop-shot di diritto nel secondo game del match, ma quello sarà l’unico servizio che terrà nel primo parziale, volato via in 25 minuti e chiuso con un perentorio 6-1 da Nadal.
Quando serve lo spagnolo non c’è partita, quando invece alla battuta c’è Fognini il gioco è più combattuto. “Quando si dà in regalo un 6-1 iniziale a Nadal è difficile competere dopo – ha detto laconicamente Fognini dopo la partita – ci sono state due partite oggi: nel primo set non c’è stata gara, nel secondo ho iniziato a giocare il mio tennis e si è deciso tutto su alcuni punti“. All’inizio del secondo set Nadal allenta un po’ la presa ed inizia a sbagliare qualcosa, soprattutto di diritto (molto gravi i suoi due gratuiti su altrettante palle break nel terzo game del set), e Fognini riesce a mandarlo fuori dal campo con servizi angolati per poi sfruttare la posizione arretrata dalla quale risponde il maiorchino per piazzare accelerazioni in velocità nel campo rimasto sguarnito. Però per tentare uno schema simile anche nei turni di ribattuta bisogna iniziare con il rispondere al servizio, ed in questa giornata non è una cosa semplice. Devono passare ben 65 minuti prima che Fognini riesca ad aggiudicarsi un punto sul servizio dell’avversario con un colpo vincente invece che con un errore di Nadal. Ma nonostante le enormi difficoltà, Fabio rimane aggrappato alla partita, porta a casa un game da 16 punti senza concedere palle break e comincia poco a poco ad entrare negli scambi anche quando è lo spagnolo a servire. Una palla corta di Fognini lascia Nadal senza una… scarpa (“Non so veramente come possa essere accaduto – ha spiegato esterrefatto Nadal – è la seconda volta in un mese, dovrò allacciarle più strette“), poi il ligure inizia a palleggiare sul rovescio dell’avversario, sfruttando anche lo slice lungolinea, per aprirsi il lato sinistro ed affondare le sue accelerazioni. Sul 4-3 Fognini si arriva a 40-40; Nadal serve al corpo e Fabio non riesce a tenere la risposta in campo. L’errore di rovescio seguente chiude l’unico game di battuta in cui Rafa è stato costretto ai vantaggi. Poco dopo il match prende definitivamente la strada del maiorchino quando sul 5-5 Fognini si trova subito 0-30, e sul 30-40 commette il suo sesto doppio fallo che simboleggia la resa.
Nadal raggiunge la sua quinta finale al Masters 1000 di Miami, un torneo che non ha mai vinto, ma nel quale ha perso ben quattro finali, l’ultima nel 2014 contro Novak Djokovic. Per Fognini la soddisfazione di un grande risultato che fa bene a classifica e morale prima della stagione sulla terra battuta che rimane comunque la sua superficie preferita, anche se il suo fisico ha risentito del superlavoro: “Ora la priorità è riposare – ha detto Fabio – la settimana prossima giochiamo in Coppa Davis, la squadra va [in Belgio] domenica, ma io voglio prendermi alcuni giorni di riposo e consultare i medici per vedere se è tutto a posto con il gomito che mi ha dato fastidio negli ultimi tempi e la caviglia che oggi in alcuni momenti mi ha fatto molto male. Se è tutto al 100%, sono pronto per giocare la Davis. Quindi la priorità n.1 è il recupero fisico, la n.2 è passare un po’ di tempo con Flavia, dato che sono 63 giorni che non ci vediamo, e quindi la Coppa Davis“.