da Miami, il nostro inviato
[10] J. Konta b. [12] C. Wozniacki 6-4 6-3
Un vero peccato che la godibilissima finale femminile del Miami Open si sia disputata davanti ad uno stadio pieno solo per metà. Forse la popolazione di Miami ha deciso che era la giornata adatta per andare al mare, forse i nomi non popolarissimi delle protagoniste non li hanno sufficientemente attratti, fatto sta che l’anello superiore dello Stadium di Crandon Park era in gran parte territorio degli uccelli neri che sorvolano l’oasi naturalistica dell’isola di Key Biscayne.
Come era successo in Australia due mesi fa, Johanna Konta ha avuto la meglio di Caroline Wozniacki in due set, anche se il punteggio è stato meno severo di quello di Melbourne (6-2, 6-1). Il contrasto degli stili tuttavia ha mostrato come la potenza dei colpi di Konta, soprattutto la risposta, è molto difficile da gestire per Wozniacki, la quale ha sofferto molto alla battuta, sia sulla prima sia sulla seconda, finendo per dover contare quasi esclusivamente sugli errori dell’avversaria, non essendo quasi mai nella posizione di poter spingere con i suoi colpi.
Si è visto subito che la regola del servizio non sarebbe stata troppo importante in questa partita, fatto questo che avrebbe dovuto avvantaggiare Wozniacki, la cui battuta è certamente inferiore all’avversaria. Il primo set è andato avanti a coppie di game, con un break a zero immediatamente ottenuto da Konta, la quale si è così sempre mantenuta in vantaggio nel punteggio, traendone la conseguente tranquillità per poter tirare con tranquillità i propri colpi d’attacco. Sul 2-1 30-0 la britannica sembra totalmente in controllo, ma un paio di discese a rete troppo disinvolte e due errori banali da fondocampo fanno entrare in gara Wozniacki, che però non riesce a completare il sorpasso nel game seguente, cedendo di nuovo la battuta dal 30-15 con altri due errori non forzati. Konta ha deciso di forzare sempre la risposta di diritto, e per questo incorre in qualche errore di troppo, sebbene l’avversaria, che mette comunque quasi il 75% di prime palle, non abbia un servizio trascendentale. La storia sembra ripetersi qualche game più tardi, quando Konta manca la chance di consolidare il 5-3 regalando il 4-4 all’avversaria con due rovesci sbagliati, ma nel gioco seguente Wozniacki, per evitare la risposta aggressiva dell’inglese, commette due doppi falli consecutivi che di fatto le costano il set. Konta chiude il parziale per 6-4 in 46 minuti (dopo aver salvato una palla del 5-5 con un bel diritto) facendo registrare un saldo positivo di +10 tra vincenti ed errori non forzati (18 a 8) contro il saldo negativo di -7 dell’avversaria (3 a 10).
Altri due break in avvio di secondo set, e finalmente Caroline riesce a mettere il naso avanti sedendosi al cambio di campo sul 2-1 dopo un bel game di servizio tenuto a zero. La danese si fa sistemare la fasciatura al piede destro, ma alla ripresa del match non sembra essere in alcun modo menomata. Anche Wozniacki prova a chiedere qualcosa di più dai colpi di inizio gioco, soprattutto alla risposta, ma gli errori iniziano a fioccare (come nespole, direbbe qualcuno….). Sul 3-3 la svolta: Caroline si trova sotto 0-40 sulla sua battuta, annulla bene le prime due palle break, ma sulla terza un diritto lungolinea di Konta viene smorzato dal nastro, e sulla rincorsa Wozniacki mette il rovescio di approccio in rete. Il match si chiude poco dopo, quando uno schema palla corta + lob lambisce la riga di fondo e Johanna può alzare le braccia al cielo per la vittoria più importante della sua carriera che da lunedì le regalerà anche la posizione n.7 della classifica mondiale.