Ci sono tre tipi di bugie: le bugie, le stramaledette bugie e le statistiche” (Benjamin Disraeli, Primo Ministro inglese, ca. 1850).
La frase attribuita all’eminente uomo politico inglese, non è certo un buon viatico per chi si propone l’obiettivo di scrivere un articolo sulla finale di Miami tra Federer e Nadal analizzandone le statistiche. Disraeli, però, con ogni probabilità non aveva in mente il tennis quando emetteva la sua sentenza. Forse, aveva appena visto una partita di calcio nella quale il centravanti della sua squadra del cuore era risultato il miglior marcatore dell’incontro, nonostante la vittoria fosse andata agli avversari! Negli sport di squadra è effettivamente molto complicato districarsi tra l’enorme massa di dati disponibili. Nel tennis il compito è reso un po’ meno arduo dal ridotto numero di attori in campo – massimo quattro – dalla rigorosità delle sue regole e dal numero finito di situazioni che possono essere oggetto di rilievo statistico.
Quindi, pur consci del fatto che ad un’indagine di questa natura mancherà sempre e per fortuna l’essenziale fattore della creatività umana, proviamo ad avventurarci nel magico mondo dei numeri, in modo un po’ più dettagliato rispetto a quanto già facemmo all’indomani della finale degli AO. Ci baseremo sui dati ufficiali forniti dall’ATP e scomporremo la partita nei due singoli set prima, per poi ricomporla in una sintesi finale.
Primo set
In rosso sono stati evidenziati i dati che, a nostro avviso, non hanno avuto un impatto significativo sull’esito finale del set, data la loro parità di fatto. Colpisce, comunque, il fatto che abbiano commesso il medesimo numero di errori non forzati. Nadal ha un apparente vantaggio rilevante sulla percentuale di punti vinti con la seconda di servizio, ma in valore assoluto il numero di punti conquistati è identico: 6.
In cosa Federer è stato sensibilmente migliore di lui sotto il profilo statistico?
- punti vinti con la prima palla di servizio (+ 6)
- colpi vincenti (+ 9)
Secondo set
Le statistiche del secondo parziale sono meno intuitive rispetto a quelle del primo. In valore assoluto il numero di punti vinti con il servizio da parte dei due giocatori è identico (20 a 20). Ma sotto il profilo percentuale le differenza sono molto rilevanti e tutte a favore dell’elvetico, poiché Rafa, a parità di turni di servizio effettuati, ha dovuto fare ricorso alla battuta molto più di Roger (31 contro 24). Se a queste considerazioni aggiungiamo il fatto che Federer ha un saldo vincenti/errori pari a + 2 mentre Nadal è a -7, ulteriori approfondimenti appaiono superflui.
Sintesi del match
L’aggregazione dei dati ci dà un quadro della situazione ancor più esaustivo dei due parziali. Federer in tre fondamentali è stato nettamente più bravo del suo avversario:
- la percentuale di punti vinti con la prima palla di servizio
- il numero di colpi vincenti (+ 14)
- il numero di errori non forzati (-4)
Tali fondamentali hanno ragionevolmente determinato un numero di punti vinti complessivi largamente a suo favore (+ 15) ed i due break decisivi che, più che per prodezze individuali, sono giunti come diretta conseguenza di una superiorità complessiva almeno sotto il profilo statistico evidente. Fa effetto, poi, soprattutto in considerazione di quelli che furono gli equilibri di un tempo, rilevare che il vincitore è stato complessivamente superiore allo sconfitto anche nelle tre diverse tipologie di scambi rilevate dai computer dell’ATP, ovvero al di sotto dei cinque colpi, tra i cinque ed i nove e sopra i nove.
Se questa è dunque la conclusione alla quale ci conduce la nostra ricerca, ovvero che Roger Federer abbia trionfato nettamente, perché resta la sensazione, almeno in chi scrive, che la partita avrebbe potuto andare in modo diverso o, quantomeno, più incerto? Quale statistica può dirci cosa sarebbe capitato se nel primo set, sul punteggio di 3-3, 30-40, servizio Federer, il diritto del Divino, colpito il nastro, fosse rimasto nella sua metà campo? Nessuna. Forse, in alcuni casi, Disraeli tutti i torti non li aveva.
Noi, in ogni caso, ci auguriamo che per inostri lettori questo modo di leggere la partita possa risultare interessante. In tal caso, questo articolo potrebbe esser solo un primo assaggio. Qualcuno potrebbe continuare l’opera aggiungendo altri dati e altre considerazioni, oppure confrontandoli con quelli della finale di Indian Wells, Australian Open. In attesa che i due vecchi ragazzi ci facciano vivere nuove, splendide emozioni che nessuna statistica potrà mai spiegare.