BELGIO – ITALIA 2-0
D. Goffin b. A. Seppi 6-4 6-3 6-3 (Paolo Di Lorito)
Affrontare Goffin non è mai cosa facile considerando il suo atteggiamento ligio e la sua serietà in campo. Ma farlo sul veloce indoor e dopo una sconfitta del tuo connazionale è ancora più complicato. Con l’assenza di Fognini, è Andreas Seppi il giocatore italiano con più esperienza ad alto livello e alla prima giornata del week-end di Davis si ritrova subito ad affrontare il numero 1 belga, e purtroppo per i sostenitori dei nostri colori, le cose non sono andate bene. Tra loro si registrano due soli precedenti, entrambi datati ottobre 2015 e dai quali Goffin ne è sempre uscito vincitore.
Se David ha come qualità la pulizia dei colpi, Seppi non è certamente da meno e nei primi game dell’incontro è proprio lui a spingere maggiormente con ordine e precisione. Goffin, dopo aver tenuto agevolmente la battuta nel game inaugurale, subisce la profondità dell’altoatesino e spesso si ritrova a giocare ben oltre la linea di fondo – non la sua posizione preferita. Seppi ottiene un break che lo manda avanti 3-1 e Goffin, anche nei game successivi, continua la sua performance negativa condita da parecchi errori di dritto. Finalmente riesce a entrare in partita nell’ottavo gioco nel quale, in risposta, si porta rapidamente avanti 0-40. Seppi lotta e pare allontanare il pericolo con due ottime prime e un dritto vincente, ma il belga continua a farsi sotto e riporta il match in equilibrio. Sullo slancio del contro-break appena ottenuto, il giocatore originario di Rocourt prosegue su ritmi elevati e poco più tardi, sul 5-4, si guadagna due set point. Seppi acciuffa la parità ma poi, forse sentendo la pressione, forza la seconda di servizio e trova doppio fallo. Al terzo set point Goffin, dopo due accelerazioni di dritto, riesce a chiudere. La striscia di game consecutivi del belga si protrae anche nel parziale successivo, arrivando a 7, e in un batter d’occhio Seppi va sotto 0-3 raccimolando un solo “15” nei primi tre turni in risposta. Il nervosismo inizia a palesarsi sul volto del numero 76 del mondo, e tutta la sua frustrazione viene manifestata con qualche gesto di stizza non da lui. Da questi sfoghi apparentemente qualcosa di buono sembrava potesse venirne fuori dato che sul 2-4 è arrivata una palla break in suo favore, ma Goffin si rimette subito in carreggiata e continuando a piazzare ace a ripetizione vince anche il secondo set, questa volta 6-3.
Le cose non migliorano per Seppi, anzi vanno peggiorando e nel primo gioco del terzo parziale perde subito il servizio con tanto di due doppi falli consecutivi, e per il rotto della cuffia non ne subisce anche un’altro i break. Goffin è vicino al traguardo, e come spesso gli capita in queste situazioni, è lui il primo a crearsi delle difficoltà: in questo caso il danno auto-inflitto consiste nel farsi brekkare avendo avuto 3 chance per chiudere il game, e così Seppi torna a strappargli il servizio, cosa che non accadeva dal terzo game del match. Tuttavia l’italiano non è in giornata e regali di questo tipo non li accetta, tempo due minuti ed è di nuovo sotto nel punteggio. Il match ormai è agli sgoccioli e la cosa è chiara a tutti; Andreas negli ultimi 3 giochi vince due soli punti mentre Goffin torna a spingere senza paura fino alla vittoria del set finale arrivata per 6-3, con l’incontro che si chiude dopo 2 ore e 9 minuti.
L’Italia oggi non ha brillato e dopo questa seconda sconfitta l’impresa appare quasi insormontabile. Ricordiamo infine che la nazionale italiana solo due volte nella sua storia è riuscita a rimontare da uno svantaggio di 2 a 0, nel 1956 contro la Francia e 4 anni più tardi contro gli Stati Uniti; mentre i diavoli rossi solo una volta, contro la Bulgaria nel 1973, trovandosi in vantaggio 2-0 dopo la prima giornata si sono fatti rimontare.
S. Darcis b. P. Lorenzi 6-7(4) 6-1 6-1 7-6(4) (CiCi)
il commento di Ubaldo, da Charleroi
Ha vinto il migliore. Non succede sempre, ma quasi. Tecnicamente fra Paolo Lorenzi, grande combattente, e Steve Darcis c’è un gran bel margine a favore del belga a proposito del quale ci si deve sorprendere soltanto per il fatto che non sia salito mai più su in classifica del 44mo posto. Forse è dipeso dal fatto che ha un tennis d’antan, un po’ leggero, ma le variazioni di cui è capace con il rovescio sono a livello dei migliori tennisti del mondo. Aveva vinto ai punti anche il primo set, sia pure di un solo punto alla fine (curiosamente come anche nel punteggio del quarto set fino al tiebreak: 41 a 40 nel primo 42 a 41 nel quarto), ma al di là del conto dei punti lui aveva dovuto salvare 5 palle break e Darcis nessuna. La prima palla break Lorenzi l’avrebbe avuta soltanto sul 3-3 del quarto set, e poi avrebbe trasformato la terza pallabreak del match sul 4-4. Purtroppo lì, dopo aver subito un passante miracoloso di Darcis si è complicato la vita con il servizio che non è quasi mai entrato ed ha consentito a Darcis di salire sul 15-40 con un doppio fallo. Lo ha rimesso in corsa così, purtroppo. Peccato perché secondo me Darcis stava peggio di lui fisicamente. Ha avuto una crisi e se Paolo fosse riuscito a far suo il quarto set a mio avviso sarebbe diventato improvvisamente il favorito. Paolo ha concesso troppe palle break: 16 sono davvero tante. È stato come al solito sportivo a fine match. Pur avendo perso ed essendo certamente deluso ha risposto alle mie domande con l’abituale sportività. Magari fossero tutti come lui gli altri giocatori.
La cronaca
Non poteva, purtroppo, iniziare peggio il quarto di finale di Charleroi, nella sede dello Spiroudome che nel 2006 vide l’Italia di Fed Cup sollevare la prima Fed Cup, con Schiavone, Pennetta, Vinci e Santangelo. Paolo Lorenzi soffre un gravissimo calo di tensione a metà incontro, lasciando via libera a Steve Darcis, giustiziere di Nadal a Wimbledon 2013, con il quale il senese aveva vinto l’unico precedente a Metz 2015, sulla stessa superficie odierna. I 6.000 spettatori si scaldano progressivamente per sostenere “Lo Squalo”, come viene chiamato per via di un tatuaggio, e lo aiutano a reagire ad un combattutissimo primo set (5 palle break sprecate) perso dopo 64 minuti al tie-break. Il canovaccio iniziale, con Lorenzi che serve costantemente intorno ai 200 km/h e gestisce con le consuete traiettorie in top, per fronteggiare gli slice soporiferi dell’avversario, si capovolge in fieri: Darcis aumenta la potenza dei colpi e l’anticipo delle soluzioni, trafiggendo Paolino con passanti da ogni lato del campo, pur preferendo il rovescio diagonale.
Quello che ne viene fuori è una spaventosa accelerata in favore dei padroni di casa, che con un parziale di 12-2 si issano in vantaggio al quarto set. I consigli di Barazzutti aiutano Lorenzi a non mollare, ritrovando la verve e l’atteggiamento positivo che gli si riconoscono d’abitudine: l’azzurro indovina il primo break del match nel nono gioco e va a servire per arrampicarsi al parziale decisivo, ma soffre l’iniziativa di Darcis che imperterrito lo costringe nell’angolo sinistro. Controbreak e frazione che si decide al tie-break, rivelatosi poi conclusivo: Lorenzi lotta con il suo solito orgoglio, ma non riesce a ricucire lo strappo in avvio di game decisivo: Darcis vola 6-0 e si scuote dall’ansia al quinto match point, per regalare al suo team il primo, fondamentale punto della sfida.
Il secondo singolare vedrà Andreas Seppi chiamato alla missione quasi impossibile, contro quel David Goffin, 14 ATP e top 10 a febbraio (seppur per una sola settimana) con cui non ha mai vinto in due occasioni.
https://soundcloud.com/ubitennis/paolo-lorenzi-ho-mancato-loccasione-di-vincere-il-quarto