Confesso di aver visto poco dal vivo del match di Seppi. L’ho sbirciato alla tv dalla sala stampa, fra un’intervista e l’altra, fra tweet, video, audio, un po’ di radio e di giornali. Ma a quanto pare io ho visto del match di Seppi molto più di quanto lui abbia visto del match di Lorenzi con Darcis. E la cosa mi ha oltremodo stupito. È buona regola che un giocatore che deve scendere in campo per secondo non si soffermi troppo a guardare chi gioca per primo, ma in tanti anni di Coppa Davis non mi era mai capitato di sentirmi dire che un giocatore non aveva visto praticamente nulla del primo match perché – come ha rivelato bello tranquillo Seppi – “Dormivo”.
Proprio così. Dormiva. Mai sentito un atleta che riesca a dormire intorno alle 4 del pomeriggio, quando Lorenzi aveva vinto il primo set e cercava di sottrarsi (con scarso successo) alle rasoiate di rovescio di Darcis nel secondo e nel terzo set, con la palla che non si alzava da terra e metteva in gravi ambasce il rovescio bimane di Paolo. Lorenzi ha attaccato tanto, ma talvolta quasi contro natura e solo perché i rovesci striscianti ad altezza delle stringhe e incrociati lo obbligavano a trovarsi a metà strada fra la riga di fondo e la rete. Si buttava quindi avanti, Paolo, ma come il soldato che esce dalla trincea senza baionetta. Non riusciva infatti ad appiccicarsi a sufficienza alla rete e il passing incrociato di Darcis lo ha spesso fregato.
Tutte queste cose Seppi non le ha viste perché dormiva. Deve essere un suo metodo per mantenersi tranquillo. Ed è stato sincero a rivelarlo. Magari un altro avrebbe detto che non aveva visto il match di Lorenzi perché stava scaldandosi. Se non avesse cominciato il primo set alla grande, era avanti 3-1 e 4-2 (“Ho giocato quei game con grandissima intensità, ma non sono riuscito a reggere a quel ritmo”) sarebbe sgorgata spontanea la battuta: “Dormiva…e non si è mai svegliato del tutto”. Invece non è stato così. All’inizio era sveglissimo. Dopo meno, anche perchè Goffin gli ha preso le misure e ha fatto capire che oggi fra lui e Andreas c’è una discreta differenza. Più accentuata che non quella fra Darcis e Lorenzi: avrei voluto che Lorenzi servisse meglio e raggiungesse il quinto set. Darcis non era fresco, certo Lorenzi neppure, ma era significativo il fatto che Paolo avesse conquistato le prime palle break da metà del quarto set in poi.
A questo punto, sul 2-0 per il Belgio, le speranze di raggiungere la semifinale per l’Italia sono diventate praticamente inesistenti. Se anche vincessimo il doppio, nel quale secondo me abbiamo buone chances, non vedo come Lorenzi possa battere Goffin. Non credo insomma che vedremo mai il quinto match, quello fra Darcis e Seppi. Già arrivare alla terza giornata con un soffio di respiro sarebbe un buon risultato, a questo punto. Ma il match – per quanto si dica sempre che in Davis non si sa mai – mi sembra andato. Felice di sbagliarmi, naturalmente.
Come mi sono sbagliato sulla partecipazione della comunità italiana all’evento. Non c’era quasi nessun italiano di Charleroi. Non ho visto nemmeno una nostra bandiera. Qualche nostro connazionale era venuto dall’Italia, diversi dalla mia Toscana, Pisa, Livorno. Si vede che quel terzo della popolazione di Charleroi che si dice sia italiano…ama il calcio e non conosce il tennis. O quantomeno non gli interessa. Ed è anche vero che oggi non c’era da sbandierare un granché. Se non fosse stato per quei due minuti in cui Lorenzi è stato avanti 5-4 e servizio nel quarto set, non avremmo neppure un minimo rimpianto. Non ci saremmo illusi neppure un po’.
Hanno vinto i due belgi perché erano più forti dei nostri, favoriti anche da una superficie che ha esaltato le loro qualità tecniche. Lorenzi non poteva vincere la maggior parte degli scambi da fondocampo, e Seppi ancor meno. Lorenzi ha provato a buttarsi avanti, oltre le proprie caratteristiche, Seppi ha creduto di poter reggere con il ritmo…ma contro un avversario che ne ha più di lui.
Non c’è stata storia, purtroppo. No trips for cats.