È stata ancora una giornata di vento furibondo, forse non impetuoso quanto ieri ma pur sempre seccante, quella che ha ospitato i quarti di finale del torneo di Charleston. Impetuosa è stata di certo Mirjana Lucic in Baroni, ormai sprovvista lei stessa di risposte credibili quando legittimamente le si chiede dove diavolo abbia intenzione di andare a parare. La veterana croata è uscita con la qualificazione in mano dall’unica parziale gazzarra di giornata, essendosi gli altri incontri definiti in maniera molto netta. Parziale perché l’avversaria, quella Shelby Rogers colpevole dell’eliminazione di Madison Keys, dopo aver conquistato un primo parziale sudatissimo ha accusato un drastico calo proprio mentre i poderosi colpi della più anziana rivale tendevano a stare in campo con frequenza sempre più preoccupante. La somma dei fattori, per farla breve, ha portato l’idolo locale a conquistare appena due giochi nelle due frazioni conclusive, e a subire una sconfitta che non diluisce la bontà del suo ottimo torneo, ma non potrà impedirle di provare una certa delusione, visto come le cose si erano messe.
Era stata lei a tentare la prima fuga del match strappando il servizio a Lucic nel quinto gioco, ed era sempre lei, dopo aver restituito il favore, a uscire con il vantaggio di un break da una coppia di feroci game da ventisei punti totali. Assistita da un’avversaria propensa a commettere una mole di errori, anche grossolani, non meno voluminosa di quella costituita dai notevoli vincenti, Rogers è andata a servire per il parziale sul 5-4, ma, issatasi a set point, ha infilato nell’ordine un doppio fallo, un dritto lungo linea largo di una spanna a campo spalancato e un rovescio a metà rete, trovandosi all’improvviso sul cinque pari e, poco dopo, a dover fronteggiare a sua volta una palla per il set nel tie break decisivo che annullava brillantemente con un dritto anomalo in risposta, prima di festeggiare l’intermedio successo guardando l’ennesimo colpo spedito lungo dalla numero 23 WTA. La luce, come detto, s’è spenta in quel momento, mentre Lucic-Baroni, foraggiata dall’inesauribile serbatoio di fiducia di cui può disporre, aumentava i giri del motore dominando a piacimento il finale.
Nella semifinale della parte alta la tennista nata a Dortmund affronterà in una sfida generazionale la teenager lettone Ostapenko, la quale a sorpresa ha dominato quella che sembrava poter essere, a questo punto, la favorita del torneo, vale a dire Caroline Wozniacki. Invece la quinta testa di serie è stata travolta, sballottata; la sua proverbiale difesa resa vana da un’avversaria che l’ha assecondata solo fino al due pari nel primo set e di nuovo dal cinque a tre nel secondo, quando la giovane lettone è stata colta da comprensibili timori al momento di chiudere, peraltro riuscendovi al quarto match point, quando ha sigillato una prova sopra le righe con un sontuoso ace esterno. In mezzo, una slavina di vincenti inseguiti senza costrutto da una comparsa dalle bionde trecce e di rosso vestita. Jelena si conferma in forte crescita: dovesse imparare a cogliere nei pressi della rete – area che ancora le è ostile e dove non manca di compiere discreti disastri – i frutti del notevole pressing, non dovremo attendere molto per ammirarla costantemente nei momenti che contano.
Il programma si era aperto con le semifinali valevoli per la parte bassa del draw, e, come abbiamo avuto modo di scrivere in fase di introduzione, il sale della giornata era stato dispensato altrove. Tanto Kasatkina quanto Siegemund hanno condotto in porto con relativo agio i rispettivi match contro Begu e Savastova, subendo ognuna un piccolo passaggio a vuoto forse frutto dell’eccessiva tranquillità e prontamente superato: la giovanissima russa all’inizio, quand’è andata sotto per due a zero all’alba dell’incontro; la ricciuta tedesca nelle prime fasi di un secondo set che l’ha vista sprofondare sotto di due break: problematiche transitorie, che non sono valse ad arricchire gli incontri in questione del pathos che si sperava avrebbero regalato.
Lucic-Baroni e Ostapenko da una parte; Siegemund e Kasatkina dall’altra: saranno loro le semifinaliste, a Charleston. Due ragazzine terribili e una veterana, con Siegemund nelle vesti del finisseur. Poi ci sarebbe il vento, l’avversario di tutte. Forse il più pericoloso.
Risultati:
D. Kasatkina b. [10] I. Begu 6-4 6-1
L. Siegemund b. [8] A. Sevastova 6-2 6-4
[11] M. Lucic-Baroni b. S. Rogers 6-7(7) 6-1 6-1
J. Ostapenko b. [5] C. Wozniacki 6-2 6-4