Anche Manchester prova a mettere il piede nella porta del tennis femminile – in quella principale. Stando alle dichiarazioni della Women’s Tennis Association, “Manchester è una delle numerose città ad aver mostrato interesse nel saperne di più sull’opportunità” di ospitare le WTA Finals a partire dal 2019. L’evento di fine stagione, che ospita le migliori 8 del circuito femminile, si tiene a Singapore dal 2014, dopo aver girato gli Stati Uniti dal 1972 (prima edizione) al 2000 ed essersi successivamente spostato di città in città, in un gioco dell’oca che ha portato verso est (Monaco di Baviera, Los Angeles, Madrid, Doha, Istanbul).
Il contratto quinquennale stipulato tra le Finals e Singapore rimarrà ancora valido per il prossimo anno, ma il fatto che la WTA abbia ammesso di star considerando altre candidature fa pensare che il rinnovo automatico non sia nei piani. In effetti, nonostante i numerosi tentativi di espansione orientale del tennis, l’ultima rappresentante del tennis asiatico a partecipare alle Finals è stata l’ormai ritirata Li Na nel 2013. Non di rado inoltre, nei tornei WTA organizzati in quello spicchio di mondo, l’affluenza di pubblico è ben al di sotto di quella preventivata nel progettare gli impianti di gioco e lo stesso main event di Singapore ha sofferto economicamente l’assenza di Serena Williams nel 2016.
Mentre sembra quindi volgere al termine l’accoppiata Master-Masterino di Singapore e Zhuhai (che ospita il WTA Elite Trophy, il vice-torneo di fine anno dedicato alle prime 11 giocatrici del ranking escluse dalle Finals), è il Regno Unito che sembra muoversi verso una potenziale doppietta. Oppure no? Le Finals maschili sono legate a Londra e alla sua O2 Arena ancora almeno per due edizioni, eppure anche il loro futuro è incerto: con il ritiro di Barclays da title sponsor dell’evento (e di numerosi altri), dallo scorso autunno girano voci su un dirottamento verso Mosca, Pechino o Abu Dhabi. Potrebbe persino profilarsi uno scambio tra Oriente e Occidente per WTA e ATP.
È ancora troppo presto, in ogni caso, per parlare di Manchester come tessera di un qualche domino geopolitico del tennis, soprattutto perché si ignorano le sue potenziali concorrenti. Certo la città industriale al centro della Gran Bretagna è fertile terreno per lo sport, e vanta anche una antichissima, sebbene rimpicciolita, tradizione di tennis: dal 1880 ad oggi sulla sua erba si è tenuto il Manchester Open, torneo maschile oggi di categoria ATP Challenger, che vanta tra i propri campioni Lew Hoad, Ken Rosewall, Jimmy Connors, John McEnroe, Stefan Edberg, Boris Becker, Pete Sampras…
Sarà il tempo a dire di più. I britannici intanto si possono consolare con una presenza in top 10 anche in campo femminile, ovvero Johanna Konta – che potrebbe essere tra le motivazioni della candidatura di Manchester, del resto. La fresca campionessa di Miami si vide “scippata” del suo posto alle WTA Finals dello scorso anno da Svetlana Kuznetsova, capace di centrare la vittoria al Premier di Mosca e scavalcarla nella race a poche ore dall’inizio dei giochi. Sicura di essere tra le prime 8, Konta era già volata a Singapore: fosse stata Manchester la sede delle Finals, si sarebbe risparmiata un bel numero di ore di volo inutili.