Justine Henin non è una persona che ama far parlare di sé ed è sempre stata una tennista particolarmente riservata. Dopo il suo secondo ritiro avvenuto nel 2011 poche volte la si è vista sotto le luci della ribalta e di lei si è parlato davvero poco, forse anche ingiustamente. Ma visto lo straordinario risultato ottenuto dalla sua nazione in Coppa Davis, Henin non poteva mancare all’evento e ha colto l’occasione per rilasciare un’intervista a Dhnet, un quotidiano belga.
Attualmente l’ex-numero 1 al mondo è in attesa del suo secondo figlio e ci fa piacere sapere che “tutto sta andando bene. Anche se l’attesa sta diventando lunga e sono impaziente. Mi sono concessa una piccola pausa dedicandomi al tennis, non potevo proprio perdermi un quarto di finale del mio paese“. Questo fatto tuttavia non deve far pensare ad un eccessivo coinvolgimento emotivo: “Ora sono molto meno influenzata dall’aspetto emotivo rispetto alla mia giovinezza. Adesso vedo tutto con molta più serietà e il mio punto di vista è diventato più oggettivo”. Questo risultato è stato costruito nel tempo e la quattro volte campionessa del Roland Garros ci tiene a sottolinearlo. “Qualificarsi ancora una volta per una semifinale è molto importante perché sta a significare che quello fatto in precedenza non è arrivato per caso. La squadra belga è solida. Io personalmente non sono coinvolta dietro le quinte ma osservando dall’esterno ritengo che il capitano abbia creato un vero e proprio gruppo. Quello fatto adesso è ancora più bello rispetto al 2015. Nello sport la conferma di un risultato è ancora più bella rispetto alla sorpresa della prima volta”.
Ovviamente parlando di Coppa Davis non si può non toccare l’argomento delle riforme: “L’attrazione di questa competizione va di pari passo con i giocatori e occupa un posto preciso nel calendario. Quello che io mi chiedo è: se i giocatori belgi ce l’hanno fatta ad essere presenti perché gli altri no? Sulle modifiche io sono una tradizionalista e voglio continuare a vedere il mio tennis. So che tutto si evolve e di conseguenza il mio modo di pensare può essere sbagliato. Voler fare in modo che tutto resti come prima può essere un errore ma questa è la mia opinione. Tuttavia capisco l’importanza di porsi delle questioni su come migliorare la cosa. La posizione nel calendario va rivista e bisogna soddisfare le esigenze di tutti, comunque ritengo che il format attuale abbia ancora posto per un domani”.
La vita della trentacinquenne di Liegi è legata indissolubilmente a questo sport e lei quotidianamente si occupa del suo club di tennis a Limelette. “Mi piace assistere alle competizioni della mia squadra e mi piace vedere i giovani giocare per il loro divertimento. La mia prima figlia ha 4 anni e si vede già che ha della sensibilità con la palla ma non la spingo affatto verso il tennis“, Come detto in precedenza presto Henin diventerà di nuovo madre, ma c’è interesse nel sapere se un’esperienza come quella passata al fianco di Elina Svitolina potrebbe ripetersi in futuro. “Non bisogna mai dire mai. Il mio secondo figlio arriverà presto e al momento non penso affatto ad allenare qualcuno. Nel mondo di oggi tutti vogliono provare a fare tutto. Alla mia età dal punto di vista professionale posso fare ancora molte cose, ma ho una sola certezza: non ritornerò mai più sul circuito come giocatrice”. Detto questo, con il sorriso sulle labbra, aggiunge: “Sento il bisogno di provare nuove sfide”.
Henin, introdotta lo scorso anno nella Hall of Fame del tennis, è sempre stata una persone dalle opinioni serie e i suoi commenti raramente sono banali. In conclusione una domanda sul ritorno di Maria Sharapova era d’obbligo e lei ha risposto facendo notare che “la situazione è delicata, io ho seguito la storia da una certa distanza. Penso che dovrà ottenere dei grandi risultati per ritrovare la giusta fiducia. Purtroppo i tornei per attirare hanno bisogno di grandi nomi, e quello che può fare lei lo si vedrà sul campo. Comunque trovo molto coraggioso il fatto che abbia deciso di ritornare. Riguardo al doping io sono molto intollerante. Lei ha vissuto la sua sospensione, il pubblico deciderà che cosa ritiene giusto e cosa no. Se sarà sostenuta non posso saperlo. È lei la responsabile della situazione e il rischio è che il pubblico sia portato a pensare che tutto il mondo abbia fatto come lei”.