Tutti la stanno aspettando. Da Stoccarda, passando per Roma e Madrid Maria Sharapova è pronta a fare il suo ritorno nel circuito. Ci sarà al Roland Garros? Il nuovo presidente della Federazione francese, Bernard Giudicelli rifiuta per ora di concedergliela. Dopo 15 mesi dalla squalifica per la positività al meldonium, Masha è più che mai decisa a ridiventare una campionessa. Ma non mancano le polemiche. La decisione di offrirle una wild card da parte degli organizzatori di Stoccarda, Madrid e Roma ha scatenato ulteriori malcontenti. Ma Masha dice basta all’accanimento nei suoi confronti. In una lunga intervista rilasciata alla giornalista francese Carole Bouchard a Palm Springs, nel mese di marzo – e pubblicata su Le Parisien Magazine – l’ex n. 1 del mondo si confessa, schietta e con il sorriso.
È pronta a riprendere le competizioni a Stoccarda?
È fantastico avere di nuovo uno scopo legato alle gare e ritrovare questo ambiente. Per una anno mi sono fissata l’unico obiettivo di rimanere in forma fisicamente poiché ciò mi avrebbe resa più forte mentalmente. Il fitness non mi è mai piaciuto tanto come in questo periodo!
È rimasta molto attiva durante la squalifica. Serviva per non essere giù di morale?
Il mio allenatore Sven Groeneveld mi ha detto: “Se trascorri il tempo a cogitare, sarà molto frustrante”. Tuttavia, sentivo il bisogno di far lavorare il cervello e così, in estate, sono tornata sui banchi di scuola e ho effettuato degli stage presso la Nike, la NBA e in un’agenzia di pubblicità a Londra. Il mio staff voleva assicurarsi che mi mantenessi in forma e allora il mio preparatore atletico mi ha inviato una bilancia, una di quelle che misurano il peso della massa dei grassi! Che orrore! (ride) Ogni mattina salivo su quell’affare, facevo una foto e gliela mandavo.
È rimasta molto attiva e presente sui social…
Non ho nulla da nascondere. Sono sempre la stessa, difendo sempre gli stessi principi. Tanta gente mi ha detto che ero coraggiosa e che non vedevano l’ora di rivedermi in campo. Ciò mi ha commosso.
Le ha messo paura questa vita senza il tennis?
Sì, a volte, perché non sapevo cosa avrei provato senza questo lavoro che faccio da quando sono bambina e che, di colpo, mi è stato tolto. Ho temuto la stessa cosa anche all’occasione dell’operazione alla spalla nel 2008, quando la mia carriera era minacciata. All’epoca ho temuto che tutto fosse finito per sempre. Ma di quel periodo ho serbato una grande convinzione: nei momenti difficili riusciamo a costruire tanta forza interiore, anche senza rendercene conto. E questa forza prima poi vi salverà nelle difficoltà successive. Questa volta, rimanere lontana dai campi mi ha dato fiducia; ormai so che un giorno sarò contenta della mia vita anche fuori dal campo.
Sotto l’aspetto psicologico, la squalifica sarà stata uno shock…
Ci sono stati molti alti e bassi, certo. Per i primi 5-6 mesi avevo l’impressione di trascorrere tutto il tempo con gli avvocati. È stato difficile. Non sono paziente. Volevo sapere solo una cosa: quando avrei potuto giocare di nuovo. Mi battevo per avere una risposta il più presto possibile anche se, fin dall’inizio, i miei avvocati mi dicevano che saremmo arrivati fino al Tas e che non avrei rigiocato per almeno un anno.
Coma ha vissuto il fatto di essere considerata un’imbrogliona?
Ho affrontato i media tantissime volte nella mia carriera, fin da quando sono giovanissima. Quindi, come al solito, la mia prima reazione è stata quella di proteggermi. Mi sono detta che è solo un momento che poi passerà, ci saranno i grandi titoli sui giornali, la gente ne parla ma poi? Tutto ciò non è la vita. Quello che ho passato è la vita; e mi ha richiesto molto coraggio e molta determinazione per venirne fuori. Alla fine, le mie azioni contano più delle parole.
Alcune delle sue avversarie hanno detto che questo episodio ha screditato tutto ciò che ha realizzato…
È davvero stupido e ridicolo! Non corrisponde ai fatti; ma se questo le aiuta a sentirsi meglio… Non riuscirò a far cambiare loro idea e quindi non perderò il mio tempo a provarci.
Si dice che Svetlana Kuznetsova, Rafael Nadal, Grigor Dimitrov, o Novak Djokovic fanno parte di coloro che l’hanno sostenuta…
Sì, tutti quelli che lei ha citato l’hanno fatto.
Ha sempre detto di non essere sul circuito per farsi degli amici. Non c’è il rischio che le altre giocatrici gliela facciano un po’ pagare nello spogliatoio?
È una questione di onestà. Ho abbastanza amici nella mia vita. Disputare un torneo vuol dire andare al lavoro. Il mio obiettivo è essere professionale, fare il mio lavoro e essere rispettata. Non è parlare con le ragazze della loro nuova macchina, dello shopping e del loro nuovo ragazzo. Tutto questo lo faccio con i miei amici. Arrivo al lavoro in orario, vengo alle interviste e sono vera. È il meglio che possa fare.
È stata invitata ai tornei di Stoccarda, Madrid e Roma e spera di esserlo al Roland Garros. Cosa risponde a quelli che se ne indignano?
Ma qualsiasi cosa accada, dovrò meritare il mio ritorno. Non ho più classifica. Parto dal basso. Wild card o no, devo lavorare per risalire. Il torneo di Stoccarda avrebbe avuto tutto esaurito anche senza Maria Sharapova perché è uno dei migliori torneo del mondo. Poi, è utile avere il mio nome in tabellone essendo testimonial di Porsche? Certo. Ma Madrid e Roma hanno già i migliori giocatori e giocatrici del mondo e hanno successo anche senza di me. Gli organizzatori di questi tornei mi invitano perché mi conoscono e mi rispettano.
Bernard Giudicelli, il presidente della FFT, dice che darle la wild card darebbe un cattivo esempio, nonostante i suoi due titoli…
Capisco che ci sia un nuovo presidente alla Federazione francese. Ho fatto un errore ma la mia punizione è stata la squalifica. Ho scontato la pena e quindi perché accanirsi? C’è una ragione per continuare a punirmi?
È stato un sollievo vedere che i suoi affari continuano ad avere successo?
Le marche con cui lavoro mi seguono da dieci anni: sanno chi sono veramente. Non ho mai messo in dubbio quelle persone.
Alla fine, come si immagina il suo ritorno?
Quando si è stati una campionessa, l’unico obiettivo è ridiventarlo. Ma sarà difficile dopo un’assenza così lunga. Ho deciso di correre un rischio cominciando da Stoccarda, Madrid e Roma. Ho sempre l’impressione di essere un’artista: il campo è il mio palcoscenico. Cammino dallo spogliatoio nel tunnel che porta al campo… si alza il sipario e voilà! Sono io, di fronte ad un’avversaria. Quando gioco a tennis cerco di migliorarmi sempre e voglio essere di nuovo una campionessa. Ecco quello che mi interessa oggi.