San Luis Potosi, Messico ($50.000 + H) – Prima di arrivare in Messico Andrej Martin da inizio anno aveva giocato solamente tre match di tabellone, vincendo solo nel primo turno di un Futures in Croazia. La sua vittoria quindi non può che essere etichettata come “sorpresa”, anche perché nel corso del torneo lo slovacco ha eliminato la testa di serie numero 1 del seeding Facundo Bagnis. Nei quarti contro l’argentino, Martin ha recuperato il primo set perso 6-2 vincendo due tie break consecutivi, di cui il primo nettamente (7-2). In semifinale poi ha incontrato Andrea Arnaboldi, il quale dopo un primo turno vinto 6-1 al terzo contro Andre Ghem, ha avuto vita facile contro la wild card Manuel Sanchez e lo spilungone Roberto Quiroz. Martin ha vinto 6-4 6-3, un punteggio che non rende giustizia ad Arnaboldi, soprattutto per quanto visto nel primo set. Nella parte bassa del tabellone arriva in finale Adrian Menendez-Maceiras (tds numero 8), giustiziere in semifinale di Miomir Kecmanovic. Il serbo nonostante i suoi diciassette anni (questo è stato il suo secondo Challenger in carriera) ha dimostrato di avere già una certa solidità. Esempio lampante è stato il quarto vinto 6-4 6-3 contro Marcelo Arevalo (tds numero 7): in un match tutt’altro che godibile, Kecmanovic ha saputo pazientare da fondo campo, senza forzare i colpi, facendo fare tutto al salvadoregno. La finale è terminata con il punteggio di 7-5 6-4, con Martin che non ha rischiato nulla nel primo set, mentre nel secondo ha vinto il gioco decisivo strappando il servizio allo spagnolo sul 5-4 in suo favore.
Risultato finale: [5] A. Martin b. [8] A. Menendez-Maceiras 7-5 6-4
Barletta, Italia (€43.000 + H) – Seconda vittoria stagionale sulla terra, tre in totale considerando anche Irving, per Aljaz Bedene. A colpire è soprattutto il modo in cui ha vinto (per la terza volta) il Challenger di Barletta: vedendolo in campo, il ventisettenne di Lubiana ha sempre dimostrato sicurezza, non dando mai l’impressione di essere in difficoltà di fronte all’avversario di turno. Nel secondo turno ha incontrato Matteo Donati: l’alessandrino gioca un buon secondo set, dopo che aveva perso il primo 6-3, salvando sei palle break (di cui tre consecutive sul 4-3) ma cede 7-5 al tie break perdendo gli ultimi due punti. Poi nei turni successivi contro Marco Cecchinato e Lukas Rosol, Bedene non ha avuto problemi vincendoli rispettivamente 6-2 6-1 e 6-3 6-1. Più complicato è stato il percorso della testa numero 1 del tabellone Gastao Elias. Al primo turno contro la wild card Matteo Berrettini il portoghese vince solo dopo essere andato sotto nel primo parziale 6-4. Berrettini gioca un primo set di livello e in avvio di secondo set ha la palla per strappare subito il servizio all’avversario. Elias capisce che se vuole passare il turno deve alzare il livello del suo gioco e mette alle strette il ventunenne italiano portando a casa il match vincendo 6-3 6-4 gli altri due parziali. La finale è caratterizzata da un elevato numero di break, in particolare nel primo set, in cui ce ne sono stati ben otto. Bedene serve con una percentuale del 40% ma riesce ugualmente a vincere il tie break 7-4. Nel secondo parziale Bedene va avanti 3-0 con un break, il portoghese si riporta in scia ma perde nuovamente il servizio al sesto game e così al primo match point Bedene chiude 6-3. Nel doppio vittoria della coppia Cecchinato/Donati. I due hanno disputato un ottimo torneo, battendo al primo turno i fratelli Ken e Neal Skupski (tds numero 2) 6-4 6-1 e in semifinale Tomasz Bednarek e Roman Jebavy (tds numero 3) al super tie break 4-6 7-6 10-8. In finale altra vittoria contro una coppia di fratelli, i croati Marin e Tomislav Draganja, con il punteggio di 6-3 6-4.
Risultato finale: [2] A. Bedene b. [1] G. Elias 7-6(4) 6-3