da Francavilla al Mare, la nostra inviata
Matteo Berrettini, classe 1996, è una delle giovani promesse del tennis italiano. Attualmente numero 269 del ranking mondiale ed è tra i contendenti per le ATP finals NextGen. Il 21enne di Roma ha un gioco molto vario: capace di giocare bene in tutte le zone del campo, fa del servizio la sua arma vincente, aiutato anche dai suoi 193 cm di altezza. Berrettini è approdato al Challenger di Francavilla grazie ad una Wild Card e ha disputato un buon torneo, raggiungendo i quarti di finale in singolare e la semifinale in doppio in coppia con Sonego. Nonostante le due sconfitte di oggi, che lo hanno estromesso dal torneo, il tennista romano non aveva l’aria troppo afflitta, in quanto sta lavorando per avere continuità ed esprimersi al meglio tra qualche anno. Ecco le sue parole dopo la partita persa contro l’amico Marco Cecchinato.
Nel secondo set sembrava che fossi riuscito non solo a recuperare i game di svantaggio, ma che stessi prendendo le redini del gioco, poi, invece, non è stato così… Cosa è successo?
Cecchinato è andato avanti di un break e sono riuscito a breakkarlo sul 5-4 per lui, ho avuto la palla per il 6-5 sul mio servizio, ma lui è stato bravo a non sbagliare e ho ripreso un altro break, poi sono riuscito a strappargli nuovamente il servizio. Ma il tiebreak gira su pochi punti, quindi diciamo che non ho fatto un ottimo inizio di secondo set, poi sono riuscito a riprendermi, però nel tiebreak ha fatto due bei numeri Marco ed è andata così.
Hai un bel gioco: vai spesso a rete e hai un servizio molto potente… Però su alcune palle apparentemente più semplici hai commesso degli errori, secondo te da cosa è dipeso?
Sull’andare a rete ci sto lavorando molto, perché la mia tendenza è quella di stare più a fondo campo e sul servizio ci lavoro tanto, quindi sono contento che si noti. Di palle facili me ne ricordo un paio e quando si sbagliano quelle palle sembra una cosa eclatante, ma, a parte una forse clamorosa, non ritengo di aver perso la partita per questo.
All’inizio dell’anno scorso eri numero 525 ATP, ora sei 269, hai guadagnato 256 posizioni. Pensi di raggiungere i primi 100 a fine anno?
Non è un obiettivo che ci siamo dati con il mio team. Adesso sto pensando a crescere, a cercare di migliorare sia fisicamente che tecnicamente e la classifica non è primaria in questo momento. Ho iniziato l’anno che ero 430, ho fatto dei tornei da 25.000 e mi ero dato l’obiettivo di arrivare a maggio tra i 260 del mondo. L’anno scorso sono stato fermo sei mesi per un infortunio quindi sto lavorando per far sì che non succeda più e per avere continuità. Penso che potrò esprimere il mio massimo livello tra due/tre anni.
E allora quali sono le priorità per questa stagione?
Sarei molto contento se riuscissi a rientrare tra i primi 200, ma non faremo tornei per questo. Sono incentrato a dare il meglio di me stesso più in là quindi anche se dovessi perdere posizioni non fa niente.
Con Sonego giochi sempre in doppio o solo per questo torneo?
Ci troviamo abbastanza bene. Abbiamo giocato più volte insieme in Italia, nei Challenger, grazie alla Wild Card, perché non abbiamo ancora il ranking per entrare. Siamo amici e probabilmente giocheremo ancora insieme.
Cosa hai in programma per il resto della stagione?
Spero di giocare le qualificazioni per il Foro Italico.