da Francavilla al Mare, la nostra inviata
Oltre a Matteo Berrettini, intervistato ieri, un altro Matteo si è fatto notare al Challenger di Francavilla per aver raggiunto i quarti di finale del torneo. Donati, di rientro da un infortunio alla schiena, è tornato nel circuito dando prova di essere un giovane che può fare tanto per il tennis italiano. Infatti, il 22enne di Alessandria ha cominciato il Challenger offuscato da altri giovani di talento, quali Tsitsipas e Bublik, e dalla celebrità di Simone Bolelli. Ma Donati non ha aspettato troppo tempo per farsi apprezzare dal pubblico: durante l’incontro con Bole, il numero 224 ATP è riuscito a spostare il pubblico a suo favore, il quale ha cominciato ad apprezzare il gioco pulito, la grande onestà e fair play del giovane azzurro. Donati (best ranking 159 nel 2015) ha disputato anche il torneo di doppio, in coppia con Marco Cecchinato, perdendo dopo un match alla pari contro Tsitsipas e Napolitano. In questo torneo Matteo si è fatto conoscere meglio dal pubblico, dimostrando di avere la testa per diventare un ottimo giocatore. Questa l’intervistadopo la partita persa contro Pedro Sousa.
Durante la partita pareva che soffrissi un po’ la palla pesante di Sousa… È stato questo che ti ha creato difficoltà?
È un giocatore molto aggressivo, non mi ha mai dato punti di riferimento, prendeva sempre molti rischi. Io non ero partito molto bene all’inizio e forse lui ha preso fiducia, ha avuto chances, non riuscivo a fare la differenza al servizio e lui ha risposto molto bene. È riuscito ad arginare i miei punti forti e a spingere tanto, difendendosi molto bene. Sicuramente le condizioni non hanno aiutato, ho giocato di sera con un po’ di umidità. Comunque è stato un buon torneo dopo un infortunio quindi sono contento.
Ad un certo punto tu e Sousa avete avuto un piccolo diverbio, quando tu gli hai detto “Sorry no eh?” dopo che aveva steccato una palla…
Sì, c’è stata un po’ di tensione, ma lui non ha fatto nulla, non è stato niente di grave.
Secondo te cosa dovresti perfezionare per raggiungere il massimo della forma?
Bisogna lavorare ancora su tutto. Anche i miei punti forti, servizio e dritto. Con il servizio non riesco ancora a fare troppo la differenza. Comunque arrivo da tanti mesi di stop, in cui non ho potuto servire al 100%, perché avevo paura per la schiena, ma devo arrivare a spingere sempre di più e piano piano comincerò a farlo. Devo essere più incisivo con servizio-dritto. Fisicamente sono migliorato, sugli spostamenti va un po’ meglio, ma anche lì bisogna lavorare ancora tanto.
Quanto conta per te la tenacia, la pazienza, la forza di volontà nel restare attaccati alla partita?
Tanto. Su questo siamo abbastanza fiduciosi. Quest’anno la cosa principale è avere tanta continuità e riuscire a fare un anno senza infortuni.
Per quest’anno quali obiettivi ti poni?
Prima di tutto non subire stop fisici e poi raggiungere i primi 100 del mondo o perlomeno avvicinarmi il più possibile.
Cosa prevede la tua programmazione?
Vado a Ostrava domenica, giocherò Garden, un Challenger a Roma e poi non so se Bordeaux o Heilbronn. Infine le qualificazioni a Parigi.
Ti ha fatto piacere venire al Challenger di Francavilla?
Sì, è stato bello. Sono stati tutti molto gentili, hanno dato il massimo per i giocatori.