[1] L. Pouille b. [Q] A. Bedene 6-3 6-1
Lucas Pouille è il primo nome dell’albo d’oro del nuovo ATP 250 di Budapest (che da quest’anno sostituisce il torneo di Bucarest). Il n.14 del mondo ha rispettato in pieno il pronostico di favorito contro Aljaz Bedene, n.68 ATP, sebbene la notevole striscia di 16 vittorie consecutive sulla terra (in altrettanti incontri) dello sloveno naturalizzato britannico lasciassero sperare in un match più equilibrato.
Il primo set è un monologo del francese fino al 5-1 e servizio Pouille. Nonostante l’iniziale 0-30 nel game di apertura in cui serve il n.1 del seeding, Bedene manifesta difficoltà contro la maggiore rapidità di palla del più quotato avversario. Il n.14 del mondo, infatti, non gioca mai coi piedi dietro la riga di fondo, mostra un’eccellente rapidità di movimento e un ottimo timing sulla palla, annullando così le traiettorie a uscire del tennista di Londra. Dopo il primo break sull’1-0, ottenuto con un dritto lungo linea a chiudere già dopo aver preso bene il campo coi colpi precedenti, il giustiziere di Nadal all’ultimo US Open scappa via e strappa una seconda volta la battuta all’avversario nel sesto gioco, senza concedergli un quindici.
Bedene sembra la brutta copia del giocatore che è arrivato in finale partendo dalle qualificazioni, in particolare lo condanna un pessimo rendimento al servizio: con la seconda si consegna di fatto alle aggressive ed efficacissime risposte del francese (alla fine del set Aljaz raccoglierà solo il 29% di punti con il secondo servizio), così spesso forza la prima finendo con metterne in campo solo 1 su 2 (53% nel primo parziale). Dopo appena 20 minuti di partita, Pouille va a servire per il primo set sul 5-1 e servizio. Fino alla finale, il piccolo re della terra aveva subito due soli break, ora in questo primo set ne ha già subiti altrettanti. Lucas sale 30-15 con un gran dritto al volo a campo aperto e un ace, poi si perde all’improvviso e tre errori del tutto imprevisti (tra cui un drop-shot fallito sul 30-40) permettono al n.68 del ranking di recuperare uno dei due break di svantaggio. Il tennista nato a Lubiana mostra grande orgoglio perché sul 5-2, sotto 0-40, annulla tre set-point e arriva al 5-3, poi però il ventitreenne di Grande-Synthe chiude il set al gioco successivo alla quarta palla set.
Nel secondo parziale la musica non cambia. Il ventisettenne di Londra cede per la terza volta la battuta sull’1-1, quando sul 15-40 prima recupera con una buona combinazione servizio-dritto e poi con due volèe, ma al terzo break-point manda largo il suo dritto in uscita dal servizio dopo un’ottima risposta al corpo dell’avversario: 2-1 e servizio per il francese. Due giochi più tardi il divario si allarga perchè il campione dell’ATP di Metz 2016 centra un altro break, subito confermato, ritrovandosi come nel primo set davanti 5-1, ma stavolta col servizio a disposizione di Bedene. All’inglese è rimasto però solo l’orgoglio, col quale annulla con un bell’ace il primo match-point per l’avversario sul 30-40, ma un successivo doppio fallo è l’anticamera all’errore finale, nel quale è evidente tutta la frustrazione di un giocatore che dopo 16 vittorie di fila sul rosso non si aspettava certo un ruolo da sparring partner nella sua seconda finale ATP della carriera.