[3] S. Wawrinka b. B. Paire 6-4 1-6 6-3 (da Roma, Carlo Carnevale)
Nervi tesi, come spesso accade quando si incontrano due grandi amici: Stan Wawrinka supera anche la sua agitazione per avere la meglio su Benoit Paire. I due sono notoriamente compagni di viaggio, spesso di doppio e non è raro trovare interventi reciproci sui social network. Lo svizzero riesce non cadere vittima dei suoi fantasmi, riaccendendosi in un terzo set che avrebbe potuto nascondere insidie ben peggiori. Paire si conferma talento incostante, capace di sprazzi su livelli altissimi per poi tornare nella confusione: il 6-1 con cui rimanda la contesa al parziale decisivo è un teatro di accelerazioni e tagli, bordate e smorzate, con il suo prediletto rovescio. Il parziale di apertura era stato appannaggio di Wawrinka, bravo a sfruttare il momento di sbandamento dell’avversario nel sesto game, concluso da una pallata del francese verso le ultime file; il warning cantato da Lahyani ne è ovvia, e giusta conseguenza. Wawrinka pareggia il conto delle ramanzine nel secondo set, demolendo una racchetta al suolo e arringando ironicamente la folla che lo fischia: persa la frazione, è però bravissimo a ricomporsi e fare corsa di testa già dall’avvio del set decisivo con un rapido 3-0. Rovescio ben centrato e ottima propensione alla verticalità sono le chiavi per risolvere un puzzle comunque divertente, più volte colorato da scambi nello stretto e tocchi per i fotografi; negativo, e non è una novità, l’impatto cromatico del completino blu e giallo, ampiamente bilanciato dallo strepitoso tramonto romano. Al prossimo turno domani ci sarà ad attenderlo John Isner: 2-1 i precedenti in favore dello statunitense, ma l’ultimo risale a sei anni fa.
J.M. del Potro b. K. Edmund 7-5 6-4 (da Roma, la nostra inviata Francesca Marino)
Fanno il loro ingresso alla Next Gen Arena per un incontro senza precedenti Juan Martin del Potro e Kyle Edmund, gemelli di stile… per l’outfit: racchetta Wilson e stesso completino Nike con maglietta viola, pantaloncino nero e scarpe arancio fluo. Pare proprio che il viola sia il colore della stagione sul rosso: molte tenniste indossano completini di questa tinta e anche diversi uomini, tra cui Rafa Nadal. Del Potro entra nell’arena acclamato dal pubblico evidentemente di parte. Dopo il match vinto contro Grigor Dimitrov lunedì al terzo set, recuperando un set di svantaggio, delPo è sicuramente in fiducia. L’argentino non delude le aspettative del pubblico che popola l’arena. Tuttavia Edmund, che ha eliminato al primo turno Joao Sousa, contribuisce a dare spettacolo, cercando di porre argini all’esplosività del servizio e dritto dell’argentino. Così il 22enne inglese comincia da subito a remare da fondo campo, mentre delPo lancia dei comodini, mandando spesso la palla in tribuna, non essendoci barriere alte tra gli spettatori e il campo. Quest’aspetto contribuisce ad aumentare lo spettacolo (sembra che i giocatori saltino in braccio al pubblico nelle prime file), ma c’è il rischio di ritrovarsi un bel tatuaggio stampato sulla fronte a forma di pallina da tennis! I giudici di linea sembrano sul set di Matrix, costretti a schivare palline di continuo e a volte anche i giocatori stessi (ad un certo punto del Potro si ritrova tra le braccia di un guardalinee).
Non bisogna farsi ingannare dal punteggio del primo set (7-5), perché, fatta eccezione per un passaggio a vuoto del gigante di Tandil nel decimo game, che consente ad Edmund di pareggiare i conti, la partita è sempre nelle mani di del Potro, che senza troppo sforzo con due break (nel settimo e undicesimo gioco) chiude il primo parziale di gioco. Durante l’intervallo parte la colonna sonora di questi Internazionali, “Despacito”, ormai nota a tutti i presenti al Foro: gli spalti si trasformano in una discoteca all’aperto con persone che cantano il ritornello, ballano e battono le mani.
Nel secondo set prosegue la caccia alla pallina perduta che finisce nelle mani degli spettatori, mentre l’ex numero 4 del mondo ricomincia a martellare di dritto e rovescio, inducendo Edmund all’errore. L’inglese sfodera un ottimo dritto in top, che spesso finisce sul chiodo esterno delle linee del campo. Sul 2 pari arriva la prima palla break del set, ma delPo trasformerà la quarta, dopo una smorzata sontuosa, contestata da Edmund. 3-2 e dagli spalti si sentono più voci all’unisono: “DelPo, delPo”. Il campione degli US Open 2009 mostra il meglio del suo tennis: servizio oltre i 200km/h, passanti di dritto, drop shot di rovescio, che sembrerebbe più versatile di quello precedente all’infortunio al polso. Da questo momento in poi, l’argentino diventa ingiocabile e ad Edmund non restano che le briciole: conquista un break nell’ottavo game e il gioco successivo, ma non è sufficiente per innescare la remuntada. Un del Potro ritrovato tennisticamente, così come aveva dimostrato in Coppa Davis e alle Olimpiadi di Rio l’anno scorso, ma con qualche lacuna nei momenti critici dell’incontro. Come ha dichiarato lui stesso nella conferenza stampa post match: “Il prossimo turno contro Nishikori sarà difficile. Devo giocare meglio di oggi per battere Kei”.
[8] D. Thiem b. P. Cuevas 7-6(4) 6-4 (Tommaso Voto)
Latitudine diversa, scenario diverso, ma il risultato non cambia. Thiem si ripete e, dopo la semifinale vinta a Madrid, supera nuovamente Cuevas e continua la sua corsa agli Internazionali d’Italia. Clima rovente, spalti gremiti e tanto entusiasmo accolgono il n.8 del seeding, che in queste settimane sta dimostrando di poter essere uno dei pretendenti al Roland Garros. Le due finali consecutive, seppur perse (Barcellona e Madrid) contro Nadal, hanno confermato le enormi potenzialità di Dominic. Ora manca il passo successivo, ovvero fare il salto di qualità e sedersi, a pieno titolo, al tavolo dei big del tennis. La distanza, almeno su terra battuta, si è sensibilmente ridotta, ma con qualche accorgimento tattico (giocare più avanti sul campo e qualche variazione in più) e con l’esperienza il giovane austriaco può quantomeno tentare di diventare l’erede di Rafa sul mattone tritato. Cuevas ha una partenza convincente, perché mette sotto pressione Thiem, che concede palla break al primo turno di battuta. L’austriaco neutralizza il pericolo e fallisce un paio di opportunità del 2-0, ma l’uruguaiano fa ancora meglio, strappa il servizio ad uno spaesato Dominic e fa corsa di testa. La reazione del n.7 del mondo non si fa attendere, l’immediato controbreak certifica l’equilibrio di errori e vincenti che si alternano sulla Next Gen Arena. I guai per Thiem arrivano nel nono game, quando sotto 30-40 fallisce una volée di rovescio stoppata a campo aperto, che atterra fuori di un nulla. Il break sembra consegnare il set a Cuevas, ma il top ten si scuote e pareggia 5-5. Si va al tiebreak, che è deciso da un doppio fallo di Cuevas, ma c’è da dire che l’allievo di Bresnik, al netto di qualche errore evitabile, ha controllato le operazioni fin da subito. Nel secondo parziale, Cuevas inizia a calare fisicamente, infatti commette molti errori gratuiti e non riesce a controllare il lift del suo avversario. Pablo si salva una volta nel terzo game sullo 0-40, ma il break definitivo arriva sul 3-3, in cui Thiem finalmente trova la giusta profondità con il rovescio e chiude praticamente i giochi. È decisamente probabile che Thiem nei quarti troverà ancora Nadal e sarà un test importante considerando le condizioni di gioco romane, sempre che Sock, prossimo avversario dell’ex n.1 del mondo o il vincente dello scontro tra Struff-Querrey non facciano la sorpresa.
[5] M. Raonic b. [PR] T. Haas 6-4 6-3 (Gianluca Mitidieri)
Sul Nicola Pietrangeli scendono in campo, per l’accesso agli ottavi di finale, Milos Raonic, numero uno canadese (tds n°5) e il tedesco Tommy Haas, fresco vincitore nella partita giocata contro lo statunitense Escobedo. Turni di servizio molto agevoli per entrambi i giocatori, con un Raonic in grande spolvero con lo schema servizio-dritto. Anche Haas ha dalla sua una gran percentuale di prime palle, tant’è che fino al quarto gioco non ci sono scambi degni di nota. Nel settimo game Haas dà un saggio della sua classe con una palla corta e poi con una chiusura lungolinea, frutto di un rovescio coperto giocato dal centro del campo. Sul 4-5, Haas trema e una robusta risposta di Raonic, unita al primo doppio fallo dell’incontro, concedono le prime due palle del set. Parziale incamerato poco dopo senza particolare impegno grazie alla prima di servizio che abbandona un volenteroso Haas proprio nel momento clou. 6-4 in 35 minuti di gioco. Il primo game della seconda frazione vede subito Haas in palese difficoltà ed è ancora un doppio fallo a condannarlo. Un 2-0 che ha il sapore del match point e che vede Raonic meno timoroso e più propositivo con il rovescio. Con la partita ormai avviata su binari ben precisi, c’è il tempo per lasciarsi andare a lunghi applausi in favore dello sfavorito, autore di due drop shot di pregevole fattura. Sul 5-3 e servizio, Raonic concede 2 palle break, prontamente annullate. 6-3 finale che chiude una partita quasi priva di emozioni in un’ora e 15 minuti. Avversario degli ottavi di finale sarà Tomas Berdych: i precedenti parlano di un 4-2 in favore del canadese. Delle sei sfide, cinque si sono giocate sul cemento, l’unica su terra ha registrato la vittoria di Raonic a Montecarlo 2015, causa ritiro del ceco.
[4] R. Nadal b. [Q] N. Almagro 3-0 rit. (da Roma, Carlo Carnevale)
Non il miglior spettacolo per chi ha acquistato il biglietto della sessione diurna. Nicolas Almagro è infatti costretto ad abbandonare il campo dopo appena tre game e venti minuti. Il murciano atterra male dopo un vincente di dritto, trovando appoggi fasulli che gli compromettono il ginocchio sinistro: il punteggio è di 3-0, maturato grazie ad un interminabile secondo gioco in cui Rafa Nadal aveva allungato alla sesta occasione. Qualche attimo di esitazione prima di richiedere l’intervento del fisioterapista, stante la quasi impossibilità a camminare. Nadal supera la rete e va a sostenere il connazionale, supportandolo mentre lentamente si avvia verso la panchina. Da subito la sensazione è delle più negative, Almagro scuote ripetutamente la testa mente gli addetti gli applicano una enorme fasciatura alla gamba. Nadal sembra costernato quando l’arbitro annuncia il forfait, e più volte si sincera delle condizioni dell’avversario, che abbandonerà il campo tra gli applausi e incitato dallo stesso Rafa. Il maiorchino ovviamente ne giova, per recuperare dalle fatiche dei successi di Montecarlo, Barcellona e Madrid che lo hanno visto finora impegnato in te delle ultime quattro settimane: al prossimo turno il vincente tra Sock e Vesely.
[16] A. Zverev b. V. Troicki 6-3 6-4 (Giovanni Vianello)
Si scontrano nel sempre affascinante palcoscenico del campo Pietrangeli Alexander Zverev, n. 17 del mondo nella classifica mondiale e tds 16, e Viktor Troicki, n. 36 ATP. Due precedenti, entrambi su erba, con una vittoria a testa. L’incontro riguarda da vicino Fabio Fognini, in quanto il vincitore del match incontrerà proprio il nostro Fabio (a meno di buone notizie da Flavia Pennetta, come già affermato dall’azzurro). Il primo set va al tedesco per 6-3, con un solo break avvenuto nel sesto gioco. Da segnalare una chiamata del medico per Zverev, che nel cambio campo dopo il terzo gioco accusa una perdita di sangue dal naso. Il livello di gioco nella prima frazione è buono, entrambi mostrano un ottimo da ritmo da fondo e buone percentuali di servizio ed a prevalere è stato l’unico ad arrivare a palla break, ovvero sia Sascha. Il secondo set si svolge sulla falsariga del primo, anche se Zverev alza i giri del motore col servizio e il break a suo favore arriva nel settimo gioco, probabilmente grazie anche all’aiuto degli agenti atmosferici; sul 3-3 30-30 infatti, con il serbo al servizio, una folata di vento rompe l’ombrello del giudice di sedia, che si vede costretto a sospendere il gioco per un paio di minuti; Troicki in seguito commette un doppio fallo e poi serve una seconda su cui Zverev risponde vincente con un dritto inside-in, così il leader della Race to Milan agguanta il break di vantaggio. Sul 5-3 Sascha ha due match-point, ma li spreca malamente (in particolare, affossa in rete una risposta non impossibile), ma al decimo gioco chiude la partita col servizio a disposizione. Nessun precedente tra Fognini e Zverev. Per Fabio un turno difficile ma non impossibile; il tedesco, infatti, non sembra ancora al top della condizione e, seppur si sia rivelato al mondo al torneo di Amburgo 2014, quindi su terra, non sempre dimostra un’impostazione tattica da mattone tritato.
[7] K. Nishikori b. D. Ferrer 7-5 6-2 (Matteo Orlandi)
Sfida tra grandi nomi ad aprire il programma sul Centrale sotto il cielo limpido di Roma. Kei Nishikori è chiamato a confermare il netto successo della scorsa settimana a Madrid contro un David Ferrer in cerca di continuità dopo i primi risultati quanto meno sufficienti della stagione. La bilancia non può che pendere verso il giapponese, vincente in 9 dei 13 precedenti e imbattuto nei quattro giocati su terra rossa. Il primo set si gioca sul filo dell’equilibrio: i due escono concentrati dai blocchi e Ferrer sembra mostrare una condizione fisica in leggera crescita rispetto alle ultime uscite. Il primo ad allungare però è Nishikori che strappa il servizio sul 2-2 approfittando di un rovescio ballerino di Ferrer e di un’ottima tenuta da fondo. Lo spagnolo piazza però il controbreak nel game successivo e torna la parità. Sul 4-4 Ferru risale da 0-40 e vince lo scambio più divertente del match sul 30-40, quando Nishikori scaglia a rete uno smash che lo avrebbe portato subito a servire per il set. Il break però è solo rimandato. il giapponese risale da un pericoloso 0-30 nel game successivo e da lì non si ferma più: break sul 5-5 e set chiuso 7-5 con il servizio tenuto a 30. Il livello globale del match nel secondo parziale si rivela inferiore, a dispetto del pubblico in crescita sugli spalti. Ferrer parte malissimo, affonda tre colpi a rete e subisce subito il break. L’andamento del match però è alquanto schizofrenico e gli errori, complice anche una temperatura quasi tropicale, fioccano. Nishikori restituisce il break a suon di gratuiti, ma Ferrer inizia a tenere sempre meno il ritmo da fondo, imposto però solo a corrente alternata dal giapponese: dal 2-2 Kei porta a casa senza certo brillare 4 game consecutivi e chiude 7-5 6-2 in un’ora e ventuno di match. Prestazione non troppo convincente del semifinalista dello scorso anno contro un Ferrer alla quale è ormai difficile chiedere di più. Per Nishikori ora in ottavi ci sarà il vincente del match tra Edmund e del Potro.
Gli altri incontri (Diego Serra)
Vince Jack Sock in tre set contro Jiri Vesely, numero 65 del mondo. Scambio di break tra i due tennisti nel primo set nel quinto e ottavo game, ma è nel nono game che Sock gioca bene, entra finalmente coi piedi nel campo e si prende il break decisivo. Secondo set dove dominano i servizi, non si contano palle break, anzi nel sesto game è Sock a servire maluccio, scendere 15 a 40 e subire un break da parte di un Vesely che non scalda i cuori ma dimostra una certa solidità oggi. Sul servizio di Jiri non si gioca e il secondo set va al tennista ceco. Spettacolare il terzo set con Vesely che si difende nel secondo game da due palle break, con successo, poi i due giocano un gran undicesimo game dove Sock va 11 volte ai vantaggi sul 40 pari prima di riuscire a chiudere il game. Qui finiscono tutte le energie di Vesely che nel tiebreak successivo non gioca e regala 3 minibreak a 0 all’avversario che chiude il match. Vince Bautista in tre set il derby spagnolo contro Carreno Busta. In parità i precedenti tra i due tennisti spagnoli che si sono affrontati subito dopo, tre vittorie a testa, ma l’unica volta che si sono incontrati sulla terra ha vinto Carreno Busta nel 2011 nel challenger di Alessandria. Primo set equilibrato con due break per parte e lunghi scambi, si arriva quindi al tiebreak dove singolarmente non si conta nemmeno un solo minibreak, che a questo punto è determinante per Carreno Busta. A pagare la fatica del tiebreak è però Carreno che perde efficacia con la prima palla di servizio e si fa brekkare nel secondo set riuscendo a tenere solo il turno di battuta nel primo game. Bautista gioca profondo e lo costringe spesso all’errore. Nel terzo set Bautista illude il suo avversario facendosi brekkare nel primo game ma Carreno Busta non ha le energie sufficienti per allungare il vantaggio e non solo si fa brekkare nel quarto game ma perde anche il gioco decisivo battendo una prima palla troppo timida. Vince Querrey in due set contro Struff, in una partita che ha visto imporsi, fin dal primo set, il gioco più pragmatico e preciso dello statunitense. Il primo set è stato deciso al decimo gioco, quando Struff ha perso un servizio decisivo che ha permesso così allo statunitense di portarsi sull’1 a 0. Nel secondo set sono stati decisivi il tiebreak del quarto gioco e il perentorio servizio di Querrey che non ha concesso nulla all’avversario.
Risultati:
[7] K. Nishikori b. D. Ferrer 7-5 6-2
J.M. del Potro b. K. Edmund 7-5 6-4
[4] R. Nadal b. [Q] N. Almagro 3-0 rit.
[16] A. Zverev b. V. Troicki 6-3 6-4
[8] D. Thiem b. P. Cuevas 7-6(4) 6-4
[13] J. Sock b. J. Vesely 6-4 3-6 7-6(1)
[5] M. Raonic b. [PR] T. Haas 6-4 6-3
R. Bautista Agut b. [15] P. Carreno Busta 6-7(6) 6-1 6-4
S. Querrey b. [Q] J.L. Struff 6-4 6-3
[3] S. Wawrinka b. B. Paire 6-4 1-6 6-3