Non posso neppure dire che si sia trattata di una sorpresa clamorosa. Mi pare anzi di averla prevista con il mio precedente articolo. Però non mi aspettavo un tale dominio, un tale punteggio…che avrebbe potuto essere ancora più severo se si pensa che Fabio è stato a due punti dal match già sul 5-1 0-30, poi sul 5-2 e anche sul 5-3, prima di chiudere sul 5-4 risalendo da un preoccupante 0-15. Preoccupante perché Murray non aveva mollato, anzi era andato al cambio di campo del 4-5 piuttosto baldanzoso.
Ma dal match di Volandri sono passati 10 anni, come si diceva. Il tabellone non presenta mission impossible se solo lui fosse in grado di rigiocare con la stessa attenzione e lucidità con la quale ha affrontato Murray, perché se riuscisse a superare la cosiddetta prova del nove contro il vincente fra Troicki e Zverev (io credo sia più tosto il primo sulla terra rossa per ora), poi avrebbe Berdych (da lui già battuto sul “rosso”) o chi verrà fuori dal confronto Haas-Raonic. Insomma non veri specialisti della terra rossa. Per intendersi: due tipi come Carreno Busta o Bautista Agut sarebbero peggio.
La vittoria di Fognini cancella la cocente delusione patita per quella che potrebbe essere stata l’ultima partita di Roberta Vinci al Foro Italico. Una vera batosta quella subita con la Makarova, 6-2,6-1. Tra le tre ragazze in tabellone, lei, Sara Errani e la Chiesa, l’unica che è stata vicina a vincere un set è stata la giovane Deborah contro Tsurenko. E per quanto riguarda Roberta Vinci nel 2018… dopo quel che è successo a Francesca Schiavone chi può garantirle che le daranno una wild card l’anno prossimo se ne avesse bisogno per entrare in tabellone, anche se ha dichiarato che “all’80% questo sarà il mio ultimo anno“? Ci potrebbe essere una Serena Williams ferma da un anno – sembra che abbia programmato di rientrare al torneo di Denver a febbraio 2018 – e forse bisognosa di una wild card…che non si può rifiutare come quella di Maria Sharapova cui invece organizzatori più coerenti ai loro principi, i francesi con il nuovo presidente Bernard Giudicelli, hanno negato la wild card anche nelle qualificazioni. Wild card a chi è infortunato sì, a chi è stato squalificato no. Principi etici sconosciuti a casa nostra.
Due parole in libertà sul forfait di Maria Sharapova, cui a questo punto non potrò più fare da chaperon né a Roma né a Parigi e forse neppure a Wimbledon, se lei non decidesse di partecipare alle qualificazioni. Mi dispiace, come mi dispiace per qualunque tennista si faccia male. Ma sono contento per Lucic-Baroni che nella vita ha attraversato tanti di quei periodi brutti, ma davvero brutti con il padre violento, da cui mamma e figlie scapparono di nascosto per raggiungere l’America senza un soldo in tasca.
Non solo per l’inattesa sconfitta e l’infortunio, è stata davvero una brutta giornata per Maria cui i francesi sembravano aver dato qualche spiraglio per una possibile wild card per le qualificazioni. Non si capisce perché non lo abbiano detto subito che non gliela avrebbero data. Se speravano che lei arrivasse in finale a Roma per avere i punti sufficienti, perché aver annunciato dieci giorni fa che la decisione l’avrebbero comunicata questo martedì? Non vorrei che abbia influito sulla decisione francese anche la constatazione che Maria non è ancora così competitiva, dopo i 15 mesi di forzato digiuno, per avere serie chance di fare molta strada a Parigi. La domanda però è: ma quale tennista oggi come oggi sembra, al di fuori di Halep e Mladenovic, in grado di andare davvero avanti al Roland Garros? A me pare che giochino tutte maluccio. E, purtroppo, che nessuna sia così personaggio come Maria, per conquistare qualche titolo di giornale.