[4] R. Nadal b. [13] J. Sock 6-3 6-4 (dal nostro inviato a Roma, Stefano Tarantino)
Inizio non dei migliori per Sock, Rafa parte forte e centra subito il break, 2-0 per lo spagnolo. Sock esce dal torpore iniziale e inizia a tirare (quando può) a tutto braccio, soprattutto di diritto. Inattesa arriva una palla break pure per l’americano, ma Nadal la annulla e si porta sul 3-0. Sock non si fa intimorire dalla partenza dello spagnolo, tiene la battuta a zero e va 15-30 sul servizio di Rafa, che però rimedia e va 4-1. Il centrale va riempiendosi, ancora qualche sediolino vuoto, la temperatura è gradevole dopo il gran caldo pomeridiano. Rafa cicca qualche risposta di troppo (anche di metri) Sock tiene da fondo campo e sotto rete si difende da ottimo doppista. L’impegno dell’americano però non basta, Rafa da fondo campo macina gioco come al solito e senza problemi dopo 39 minuti chiude il primo set 6-3. Match comunque divertente, Sock non si sottrae alla lotta e ci prova. Inizio secondo set fotocopia del primo, Nadal non intende lasciare nulla d’intentato, break a zero per lo spagnolo in apertura. Ma Sock non ci sta, l’americano picchia sempre quando può con il diritto, il pubblico plaude il suo coraggio, arriva la palla del controbreak. Scambio lungo da fondo campo, il primo a sbagliare strano a dirsi è Nadal, 1-1. Sock è nel momento migliore, tiene la battuta a zero con 3 serve&volley conclusi da 3 pregevoli stop volley che fanno saltare in piedi il pubblico. L’americano fa sul serio e va 0-30 sul servizio di Nadal che mette 4 punti in fila per il 2 pari. Il set prosegue sui binari dell’equilibrio, 2 ace di Rafa per il 3 pari, Sock trova l’ennesima palla corta della serata e si porta sul 4-3. L’equilibrio si rompe nel nono gioco, Sock paga caro un piccolo passaggio a vuoto, sbaglia 3 diritti e per la rabbia scaglia la pallina fuori dal Centrale. Rafa serve per il match sul 5-4 e con la solita sicurezza porta a casa il match chiuso con un rovescio vincente. Per lui domani rivincita della finale di Madrid con Thiem, la marcia di avvicinamento dello spagnolo a Parigi al momento prosegue decisa. Soddisfatto lo spagnolo nella conferenza stampa sia della sua prova sia della sua condizione fisica
[2] N. Djokovic b. R. Bautista Agut 6-4 6-4 (dal nostro inviato a Roma, Stefano Tarantino )
È la settima sfida tra Nole Djokovic e Roberto Bautista Agut, il serbo conduce 5-1 nei precedenti, ha perso solo a Shanghai in semifinale l’anno scorso. Si seguono i servizi nei primi game, ma lo spettacolo è più che decente. Nole mostra ottima profondità e buoni spostamenti, Bautista non è da meno, sfidato spesso sul rovescio tiene da fondo campo ma quando può apre il diritto e fa male. Il primo game che va ai vantaggi è il sesto, ma Nole alla fine tiene la battuta. Quello invece che decide il primo parziale è il settimo, Nole alza il ritmo e centra il break mandando un paio di volte Bautista fuori giri. Quello che manca all’ex nr.1 del mondo è la continuità, nel game successivo Djokovic commette un paio di gratuiti e concede la palla del controbreak, ma è bravo ad annullarla con un servizio vincente e poi a tenere il servizio con un bel vincente di diritto incrociato. Il break del settimo game risulta decisivo, Nole chiude 6-4 in 49 minuti. Il Centrale è quasi pieno, il caldo si fa sentire. Il secondo set sembra proseguire sulla falsariga del primo, Nole pare avere un ritmo maggiore, trova buoni angoli e si apre il campo una meraviglia. Bautista prova a tener botta, ma capitola nel terzo game cedendo la battuta, Djokovic conferma il break e va sul 3-1, meritando un’ovazione del pubblico grazie ad uno splendido recupero su una palla corta del suo avversario. Lo spagnolo però è duro a morire e il serbo non può permettersi il lusso di abbassare la guardia. Così quando Bautista decide di armare il suo diritto per Nole sono guai. Sono ben 5 i vincenti con questo colpo dello spagnolo tra il sesto ed il settimo game che gli consentono non solo di recuperare il break ma anche di mettere la testa avanti sul 4-3. Nole stringe i denti, prima raggiunge l’avversario sul 4-4 e poi trova un break fondamentale nel game successivo, che sarà il più lungo del match (ben 14 punti giocati). Una serie infinita di scambi estenuanti con Djokovic che trasforma la quarta palle break con un rovescio che pizzica la riga di fondo campo. Il serbo va a servire per il match e con sicurezza chiude la contesa. Al prossimo turno Nole avrà Del Potro (13-4 i precedenti per l’ex nr.1 del mondo) o Nishikori (conduce sempre Nole per 11-2), si alza l’asticella nel percorso verso la ricerca della finale.
J. Isner b. [3] S. Wawrinka 7-6(1) 6-4 (dalla nostra inviata a Roma, Francesca Marino)
Dopo i vari andirivieni del programma degli incontri di oggi, era prevedibile il pienone al Pietrangeli: per arrivare in tribuna stampa si deve sgomitare e beccarsi anche le critiche degli spettatori in piedi che reclamano il loro posto fuori dalla cornice marmorea. Wawrinka calca il palco scenografico del Pietrangeli acclamato in netta maggioranza, dopo aver battuto a fatica Benoit Paire nella giornata di ieri. Isner non può lamentarsi, ci sono diversi sostenitori a suo favore, che dall’inizio alla fine del match intonano “Let’s go John let’s go!”. Il primo set è da copione con il bombardiere Isner che durante i suoi turni di battuta non consente scambi prolungati a causa della sua prima palla sempre al di sopra dei 200km/h. Stanislas soffre visibilmente le bordate in battuta di John, specialmente sul rovescio. “Stai lontano dal campo”, questi i consigli dell’allenatore di Stan dalla panchina proprio accanto alla tribuna stampa. Nonostante l’evidente insoddisfazione manifestata da Wawrinka tra un punto e l’altro urlando, il suo gioco rimane sempre una delizia per gli occhi di chi assiste. Rovesci ad una mano piazzati sulla riga, dritto in top, piatto, drop shot, volèe… in due parole: Stanislas Wawrinka. Lo svizzero, però, non riesce a porre argini alle mine lanciate dal gigante statunitense e gli incoraggiamenti della bellissima fidanzata (“alè Stan, alè”) sono vani. Sono solo due le palle break a favore del 32enne di Lausanne nel terzo gioco, a dimostrazione del grande equilibrio del match. Il primo set si decide al tiebreak, dominato dall’americano (7-1), mentre Stan continua a dire a se stesso “I’m a stupid!”, lanciando la racchetta contro una transenna (scena già vista nella partita contro Paire).
Il secondo set comincia con un Wawrinka ancora molto nervoso, quasi irriconoscibile. Proprio lui che si è sempre contraddistinto per essere impassibile anche di fronte alle difficoltà. Scuote la testa, ma riesce comunque a tenere il primo turno di battuta, seppur a fatica, dopo uno scambio in cui si è visto di tutto: smorzata dello svizzero aiutata dalla rete, recupero di Isner, lob in risposta, John ci arriva in corsa e a Stan non resta che appoggiare una comoda volèe di rovescio. I game sono brevi anche quando è il numero 3 del mondo a servire, a causa di numerosi errori gratuiti dall’altro 32enne, quello a stelle e strisce. Il match è comunque coinvolgente, tanto che perfino il pubblico del centrale si affaccia per godere dall’alto dello spettacolo offerto dai numeri 3 e 24 del ranking. Il pubblico del Pietrangeli sostiene il campione svizzero quasi più del suo box e quando Stan alza le braccia per chiedere l’incitazione degli spettatori, lo stadio si infiamma e seguono ripetuti scrosci di applausi. Arrivano così le prime due palle break del set sul 3-2 Wawrinka, entrambe annullate da Isner con dritto potentissimo incrociato ed ace a 220km/h, con il quale chiuderà il suo turno di battuta (3 pari). Nel game successivo prima palla break a favore dell’americano, che trasforma con una stop volley di dritto inarrivabile per Stanislas ed è 4-3. Durante il turno di battuta di Isner dei piccioni volano i campo, suscitando ilarità nel pubblico, ma nemmeno questo serve per distrarre Isner che oltre a servire bene come sempre, inizia ad inanellare una serie di risposte vincenti niente male, complice anche Wawrinka che non riesce a servire al meglio delle sue potenzialità, pur mantenendo il turno di battuta. 5-4 e ormai Stan è già sotto la doccia, mentre Isner archivia la pratica, chiudendo il match 6-4. Così John Isner raggiunge per la prima volta in carriera i quarti di finale a Roma, dopo aver battuto Ramos, Mayer ed infine Wawrinka, portandosi avanti 3-1 negli scontri diretti con lo svizzero; ad attenderlo ci sarà Marin Cilic, mentre Stan the Man farà i bagagli e tornerà ad allenarsi, sperando di rivederlo in condizioni migliori e, soprattutto, meno nervoso nel prossimo torneo.
J.M. del Potro b. [7] K. Nishikori 7-6(4) 6-3 (da Roma, Carlo Carnevale)
“Delpo, Delpo” grida un nugolo di tifosi allegri in un angolo del Pietrangeli, ricolmo di pubblico, mentre agitano una bandiera argentina: l’entusiasmo è tale che tutta la folla viene coinvolta nel coro, trasformando il campo delle statue in un piccolo teatro di Davis. Juan Martin del Potro si galvanizza e supera di carattere Kei Nishikori, avversario ostico per quanto smorzato dalla terra rossa: quinto successo personale in sei confronti, con l’unica vittoria del giapponese giunta lo scorso ottobre a Basilea. L’asiatico è sostenuto dal solo coach Dante Bottini, che discute con l’incordatore quando le nuove racchette non presentano la tensione giusta. Non c’è Michael Chang. Due set gradevoli, senza scambi memorabili, con un braccio di ferro fatto di punti brevi e soluzioni rapide. Del Potro si affida ovviamente al servizio e al dritto, oggi profondissimo e pesante, mostrando netti miglioramenti con il rovescio rispetto ai primi periodi dopo l’operazione al polso. Il back difensivo lascia sempre più spesso il posto ad un top ordinato, seppur di contenimento e quasi mai definitivo. Nishikori muove bene i piedi, cerca di allungare le traiettorie per non far entrare in campo l’avversario e reagisce per due volte al break subito per trascinare il primo set al tie-break: delPo da fondo a tutto il repertorio con il dritto, spingendo a uscire per poi trovare l’allungo necessario con il minibreak del 5-4. Il sole scompare dietro gli alberi che circondano il Foro, il leggero vento che soffia è una manna: del Potro accelera appena fuori dai blocchi del secondo set per volare 4-1, ruggendo in direzione del box dell’avversario, reo di aver alzato troppo il volume. Il resto è burocrazia: l’argentino torna nei quarti a Roma dopo otto anni, da quando nel 2009 venne eliminato da Novak Djokovic. Domani ritroverà il serbo nel piatto forte di giornata, l’ultimo match sul Centrale
[8] D. Thiem vs S. Querrey 3-6 6-3 7-6(7) (Michelangelo Sottili)
Chi vince fra loro due si aggiudica il torneo: questa, almeno, è stata la conseguenza delle due precedenti sfide tra Dominic Thiem e Sam Querrey – una vittoria a testa, entrambe ad Acapulco. Pochi minuti, un doppio fallo, due gratuiti di rovescio (incomprensibile quello sulla palla break) e Thiem si ritrova a servire sotto 0-3. Complice anche la risposta austriaca, Querrey concede pochissimo in battuta e, con pochi scambi, il set scivola indolore verso l’inevitabile 6-3. La seconda partita comincia con Thiem al servizio e l’americano che segue a ruota facendosi apprezzare per diversi rovesci vincenti. Al sesto gioco, Dominic riesce finalmente a muovere i 198 cm di Querrey e a conquistarsi due palle break consecutive che Querrey annulla con altrettanti ace, ma l’austriaco fa uscire due spettacolari winner dal lato sinistro: è lo strappo decisivo che porta al terzo set. Con i due che cercano di spaccare la palla a ogni colpo, la partita è ora equilibrata ed emozionante. Al quinto gioco, dopo aver litigato con Lahyani per una late call, Querrey spara l’ennesimo rovescio ad annullare l’unica palla break del set. Nel tie-break, un gran passante di dritto regala a Querrey due match point, ma Thiem pareggia (scambio pieno di paura quello del 6-5, servizio americano), ne annulla un terzo e, quando finalmente si conquista la palla per chiudere, la sfrutta a dovere. Al prossimo turno, quella che di questi tempi potrebbe essere una finale anticipata con Rafael Nadal.
[6] M. Cilic b. [9] D. Goffin 6-3 6-4 (Matteo Orlandi)
Dopo la velocissima vittoria della Kontaveit, tocca a David Goffin e Marin Cilic accendere il pubblico della Next Gen Arena. Quattro a uno i precedenti in favore del belga, che gioca sullo stesso stadio dove lo scorso anno rifilò a Berdych la più grande umiliazione della sua carriera. Sin dai primissimi scambi si percepisce un Cilic maggiormente centrato rispetto all’avversario odierno: il break decisivo del primo parziale arriva già nel secondo gioco con il croato che recupera da 30-0 e strappa il servizio con 4 punti consecutivi. La partita è però viva e Goffin prova a rispondere nel game successivo dove approfitta di un paio di sbavature dell’avversario per salire 15-40: Cilic però si aggrappa alla prima e tiene la battuta. La sensazione è che il croato riesca a comandare con efficacia lo scambio da fondo, mentre Goffin sembra meno solido del solito soprattutto in fase di palleggio da fondo, complice forse anche un problemino alla coscia sinistra che lo porterà a chiamare un medical time out. Sul 1-3 il belga recupera da 0-40 un game fiume dove annulla 4 break point e tiene in vita il set che viene comunque incamerato da Cilic per 6-3. Nel secondo parziale, l’equilibrio si spezza sul 2-2 quando Goffin cede la battuta a 15 sparacchiando di metri l’ultimo rovescio. La partita si gioca ormai sul servizio del croato. Il pubblico, più numeroso rispetto ai giorni precedenti, prova a sostenere il belga nella prospettiva di assistere a un terzo set e Cilic alimenta le speranze con un brutto passaggio a vuoto sul 4-3, quando commette un paio di errori non forzati e getta a rete la volee del 30-40, facendo impattare il numero 10 al mondo sul 4 pari: ma non è proprio la giornata di Goffin. Nel game successivo salva due palle break prima di capitolare e mandare Cilic a servire per il match, che non fallisce e chiude tenendo la battuta a 15. Giornata no per Goffin che non ha saputo trovare le contromisure necessarie al gioco di potenza da fondo del croato che porta a casa una convincente vittoria. Dopo l’acuto su terra a Istanbul, continua il buon momento sul rosso di Cilic che ora può guardare il tabellone anche con una certa fiducia: attende infatti ai quarti il vincente di Wawrinka-Isner. Ritorna tra i primi otto a Roma a sei anni dal 2011 (sconfitta contro Nadal).
[5] M. Raonic b. [12] T. Berdych 6-3 6-2 (Emmanuel Marian)
Tutto facile per Milos Raonic, abbattutosi come un ciclone sui resti di un dimesso Tomas Berdych. Inquilino per oltre un decennio della top 10 ATP, si ha l’ormai fondato sospetto che per il giocatore ceco il tennis stia sempre più diventando un pretesto per girare il mondo insieme alla splendida moglie Ester Satorova, visti i risultati decisamente in ribasso del suo tremendo 2017. Altalenante al servizio e confuso in attacco, il buon Tomas ha subito un’esecuzione durata appena sessanta minuti, tempistica che avrebbe lasciato l’osservatore interdetto anche qualora il match si fosse disputato su erba. Raonic, serafico, è stato dominante con il temutissimo archibugio, che gli ha regalato addirittura 27 punti su 28 con la prima palla in campo, ed ha raccolto con notevole destrezza le molte opportunità che lo smarrito avversario gli ha concesso nel momento in cui si è trovato in ribattuta. Berdych ha iniziato a scricchiolare nell’ottavo gioco, quando ha concesso la prima palla break dell’incontro tirando largo un comodo dritto a sventaglio; break in effetti concesso subito dopo a causa di un esiziale doppio fallo. Preso il comando della contesa, il canadese di Podgorica ha chiuso con agio la frazione inaugurale cavalcando un devastante parziale di dodici punti a due, e nel secondo set ha banchettato sulle sciagure di un avversario con la testa ovunque tranne che in campo. Un break nel terzo e un altro nel quinto game sono stati più che sufficienti a Milos per chiudere la comoda pratica e qualificarlo ai quarti di finale, dove troverà Sascha Zverev.
Risultati:
[16] A. Zverev b. F. Fognini 6-3 6-3
[6] M. Cilic b. [9] D. Goffin 6-3 6-4
[5] M. Raonic b. [12] T. Berdych 6-3 6-2
[2] N. Djokovic b. R. Bautista Agut 6-4 6-4
J. Isner b. [3] S. Wawrinka 7-6(1) 6-4
J.M. del Potro b. [7] K. Nishikori 7-6(4) 6-3
[8] D. Thiem vs S. Querrey 3-6 6-3 7-6(7)
[4] R. Nadal b. [13] J. Sock 6-3 6-4