La conferenza stampa conclusiva del torneo femminile di Roma è stata come ci si aspettava: normale, forse un po’ sottotono. Elina Svitolina e la sua coppa argentata – comicamente scoperchiatasi tra le sue mani durante la premiazione – da un lato, il classico mix di cronisti che ogni grande evento di tennis raccoglie, molto specifici o molto (troppo?) generici dall’altro. Quasi nessun nome importante: quelli erano a prendere posto per vedere Zverev e Djokovic. Del resto neppure la campionessa è considerata una big, a dispetto dei risultati.
Le domande rivolte all’ucraina hanno riflettuto il fenomeno a dovere, in una alternanza netta tra questioni molto specifiche e interrogativi tremendamente vaghi: Cosa ti ha detto Andy (Bettles, partner di allenamento, ndr) durante il primo set? “Deve aver pensato che ero nervosa, ma non lo ero: stavo soltanto sbagliando molto. Però è bello poter avere il coach in campo.” È il più bel giorno della tua carriera? “Uno dei, ho vinto anche altro.” Come mai fatichi a trasferire questo livello anche in un torneo dello Slam? “Dovrò iniziare a prepararmi diversamente per gli Slam. Giocare di meno durante la stagione, perché giocare troppo ti danneggia mentalmente e fisicamente, mentre bisogna essere al 100% in quelle occasioni.” Hai dei tatuaggi? “Sì, un Carpe Diem, che però si sta scolorando.”
Abituati alla presenza contemporanea di Serena Williams, Sharapova, Azarenka, Kvitova – e costretti a dover fare i conti con le loro assenze – molti giornalisti e spettatori iniziano a guardare oltre. Come la vive Svitolina? “È un bene che i media si stiano concentrando di più sulle altre, perché ce ne sono così tante di brave e così tante che sono state top 5, top 10 per anni. È così che dovrebbe funzionare sempre. Non penso che sia giusto concentrarsi sempre su una, due, tre giocatrici. L’attenzione dovrebbe essere maggiore di quella che è di solito. Perché se sei tra le prime 10, o 20, vuol dire che stai facendo un gran bel lavoro. Per quanto mi riguarda, la maggiore attenzione nei miei confronti negli ultimi tempi fa parte dell’essere in alto nel ranking, che è ciò a cui punto. Mi fa piacere.”
Svitolina, 22 anni, il gran bel lavoro di cui parla lo sta facendo senza dubbio: a fine scorsa stagione era già nelle prime 15 del ranking e partecipava al Masterino di Zhuhai, unica giocatrice ad aver sconfitto entrambe le n.1 del 2016. Da oggi è numero 6 WTA e numero 1 nella corsa al Master di Singapore, e ha già “doppiato” il suo anno migliore grazie ai successi nei Premier 5 di Dubai e, appunto, Roma. Speriamo che le sue parole vengano ascoltate, e che al ritorno di quelle “due o tre giocatrici” i giornalisti non scompaiano come il suo tatuaggio.